giovedì 29 maggio 2008

VENEZIA NON È UN ALBERGO DIFFUSO (2)

«Mi pare pericoloso che un intero centro storico diventi una stanza d'albergo. Questa è una proposta da discutere» dice Galan, il Presidente della Pegione Veneto.

Ma, allora, mi domando: “Perché ha fatto andare avanti questo disegno di legge? Se già dice che è modificabile, perché non vi ha provveduto prima, sentito il Comune di Venezia che è il diretto interessato?”

Dice un urbanista, Roberto D’Agostino: “ … Si dimostra ispirata ad una concezione "culturale" goffa in modo imbarazzante e ancora una volta offensiva verso lo spirito della città, quando consente la cosiddetta "dimora ospitale di Venezia", diciotto stanze, realizzabili anche unendo tre appartamenti, purchè in stile "settecento veneziano". Si dimostra subalterna ad una delle più potenti lobby che agiscono in città. E, imponendo a Venezia una decisione contraria agli interessi sia economici che sociali della città, dimostra ancora una volta come sussidiarietà e federalismo siano pure parole mai applicate proprio da chi le usa per ottenere consenso politico. …”

Sapendo che il principale fautore di questa legge è stato il leghista Zaia, non veneziano, si può supporre che sia un’operazione dettata dalla lobby degli albergatori, alla faccia del tanto esaltato federalismo! In più, come accennavo nel precedente post, può essere considerata una “vendetta” verso una città ed i suoi cittadini che, nella stragrande maggioranza, non hanno votato come il resto del Veneto.

Ed ecco gli articoli del Disegno di Legge Regionale che interessano:

Articolo 131 - Dimora ospitale veneziana

Nell'ambito della città di Venezia, in relazione alle peculiari caratteristiche urbanistiche e le particolari tipologie costruttive residenziali, è dimora ospitale veneziana la struttura ricettiva aperta al pubblico dotata di arredi in stile tradizionale o mobilio d'epoca, a gestione unitaria, situata nel centro storico della città insulare di Venezia ed assoggettata alle disposizioni di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004, e successive modificazioni ed integrazioni, oppure in immobili classificati quali residenza d'epoca. La dimora ospitale veneziana è composta da un massimo di diciotto camere, suite, junior suite e unità abitative ubicate in non più di tre unità immobiliari di uno stesso edificio, ciascuna con non più di otto camere, suite, junior suite e unità abitative. Le dimore ospitali veneziane non hanno dipendenze al di fuori dell'edificio. Le dimore ospitali veneziane, sono classificate con due, tre o quattro stelle se hanno le superfici, e cubature minime, i servizi ed i requisiti minimi obbligatori previsti dal provvedimento della Giunta regionale di cui all'articolo 53, per la classificazione degli alberghi a due, tre o quattro stelle. Alle dimore ospitali veneziane si applica, per tutto quanto non previsto dal presente articolo, la disciplina per le strutture ricettive alberghiere di cui all'articolo 24.

Articolo 132 - Dipendenze veneziane

Limitatamente al centro storico della città insulare di Venezia, le strutture ricettive alberghiere e gli affittacamere possono avere dipendenze ai sensi dell'articolo 30, comma 1, eventualmente ubicate anche a più di duecento metri di distanza in linea d'aria dalla sede principale, purché all'interno del medesimo sestiere.

Rimando al post precedente per firmare la petizione di cancellazione di questi articoli.

Clicca qui per approfondire con gli articoli de Il Gazzettino di oggi sull’argomento.

mercoledì 28 maggio 2008

VENEZIA NON È UN ALBERGO DIFFUSO

La Giunta della Regione del Veneto ho predisposto e consegnato al Consiglio un disegno di legge sul turismo che, soprattutto a Venezia, ha messo in allarme gli amministratori pubblici cittadini ed i veneziani non legati alla “lobbie” degli albergatori.

Infatti uno degli articoli prevede che un albergo possa avere le dipendenze anche oltre i cento metri di distanza (norma attuale), purché all’interno del sestiere. Per i non veneziani, il sestiere è una delle sei parti nelle quali la città insulare è suddivisa e, quindi, la distanza può essere notevole.

Il che porterà la nostra città ad essere un unico albergo!

Già adesso la maggior parte dei palazzi è stata ridotta a strutture alberghiere ed anche parecchi palazzetti o singole case, anche di non particolare pregio artistico/storico, hanno fatto la stessa fine. Tutto ciò porta ad un impoverimento demografico della città. Attualmente i residenti in centro storico sono circa sessantamila, in maggioranza anziani, e giornalmente diminuiscono.

Siamo circondati da strutture alberghiere, da B&B, da negozi che vendono vetri e maschere “made in China”, pizzerie e ristoranti, tutti esercizi commerciali che subentrano alle attività utili e necessarie ai residenti: fruttivendoli, macellai, panettieri, droghieri ecc. ecc.

Purtroppo a Venezia sono le “lobbies” a comandare: albergatori, gondolieri, ristoratori, tassisti e commercianti vari legati al turismo. Mi dimenticavo di quelli che commerciano con le bancarelle o, addirittura, con piccoli banchetti quali coloro che vendono, o meglio vendevano, il grano per i piccioni in Piazza San Marco; hanno piantato delle grane che meriterebbero un altro post.

Il disegno di legge in questione, licenziato dalla giunta e in particolare dall’ex assessore al turismo Zaia, leghista, oggi ministro dell’agricoltura, penalizza Venezia, ma tanto a loro, che non sono veneziani, non gliene frega niente, anche perché in città non contano!

Ma oltre agli amministratori comunali ci sono state anche alcune associazioni di cittadini che si sono ribellate; fra queste “40xvenezia”, un gruppo di quarantenni, o giù di lì, che ha lanciato una petizione che tutti possono firmare.

Chi avesse intenzione può collegarsi al link http://40xvenezia.ning.com/ e firmare la petizione.

Per maggiori delucidazioni sul disegno di legge di cui sopra, clicca qui per leggere l’articolo de Il Gazzettino di oggi; la parte in grassetto è quella che interessa in particolare Venezia.

venerdì 23 maggio 2008

Blog in pausa per il fine settimana

Questo fine settimana niente post su questo blog perché sarò in tournée con il coro a Firenze dove canteremo sabato 24 maggio (domani) sera nel "Salone dei cinquecento" a Palazzo Vecchio.

giovedì 22 maggio 2008

Il lupo perde il pelo (anche se fa i trapianti), ma non il vizio

Conflitto d’interessi, leggi ad personam e cose simili!
Il lupo perde il pelo (anche se fa i trapianti), ma non il vizio, quello di utilizzare leggi ed istituzioni per proteggere i propri interessi privati!
Chiamiamoli leggi e/o decreti “ad personam” o “ad aziendam” (non credo che, “latinamente” parlando, sia corretto, ma l’ho letto sui giornali), però è sempre la stessa cosa, come se fossero interessi privati in atti d’ufficio (questo, poi, è anche un reato).
Non ha voluto aspettare e, fra il clamore mediatico di tante altre decisioni, nel primo Consiglio dei Ministri, ha cercato di far passare il “salva Rete 4, Emilio Fede compreso”, contrariamente a quanto stabilito dalle normative europee.
L’opposizione promette ostruzionismo ed anche parte della maggioranza (Lega) non è molto convinta.
Per approfondire, clicca qui (Articolo 21) e qui (Corriere.it).

martedì 20 maggio 2008

Alla "Marcegaglia" un operaio muore schiacciato dai tubi

L'uomo lascia la moglie e due bambini. Il sindacato: «Il lavoro sia a misura d'uomo, non contro l'uomo»

CREMONA - Infortunio mortale alla Marcegaglia di Casalmaggiore (Cremona), Nel corso del primo turno di lavoro, è morto un lavoratore di 32 anni, che lascia la moglie e due bambini. Lo si apprende da una nota diffusa dalla Fim-Cisl della Lombardia. Mentre è in corso l'indagine della magistratura, si apprende che l'operaio sarebbe stato schiacciato da un pacco di tubi d'acciaio caduti improvvisamente da un supporto.

IL COMUNICATO - Il sindacato, che ha definito l'incidente come un «evento sconcertante, che lascia senza fiato», ha sottolineato che «il coordinamento, le Rsu e i lavoratori della Marcegaglia (il gruppo del presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, ndr) sono da sempre costantemente impegnati sui temi della sicurezza, perché negli anni passati nel gruppo vi sono stati altri infortuni». Tuttavia «l'impegno non è mai sufficiente», dal momento che «i carichi di lavoro, la fatica del lavoro, la fretta del lavoro e l'organizzazione del lavoro devono essere a misura d'uomo, non contro l'uomo». «Ci stringiamo alla famiglia del ragazzo - conclude la nota e tutti insieme vogliamo rinnovare e accentuare l'impegno, e richiamare l'attenzione di tutti perché questi fatti non devono più accadere, e perché il rispetto della dignità della persona sia sempre al centro della responsabilità di ciascuno».

Articolo tratto da Corriere.it di oggi 20 maggio 2008

Si, è accaduto proprio nell’industria della neo presidente di Confindustria, quella che ha chiesto al nuovo governo di destra di rivedere il decreto legislativo sulla sicurezza, promulgato qualche settimana fa dal precedente governo, perché le sanzioni per i datori di lavoro sarebbero troppo pesanti!

Dall'inizio dell'anno ad ora, per lavoro, ci sono:
405 morti
405876 infortuni
10146 invalidi

domenica 18 maggio 2008

Messaggi per gli extraterrestri

“Un vostro scritto attorno al sole custodito in un telescopio spaziale”.

Questo è il titolo di un articolo apparso alcuni giorni fa su “Corriere.it” con il quale veniva annunciata la possibilità di lasciare uno scritto che, forse, potrà essere letto da qualche extraterrestre, magari fra qualche migliaio di anni: una cosa affascinante!

Sarò forse un illuso, un sognatore, ma, sinceramente, devo ammettere che mi fa piacere pensare che, un domani, qualcuno, proveniente chissà da dove, cercherà, innanzitutto, di decifrare questi strani segni che noi chiamiamo caratteri alfabetici e che, per lui, saranno equiparabili a geroglifici. Ed una volta decifrati i caratteri capirne il significato. Questo, forse, sarà un po’ più difficile visto che gli scritti saranno numerosi e scritti in diverse lingue.

Io ho già provveduto e sono, penso, uno dei primi visto che c’è ancora parecchio tempo per aderire all’iniziativa; sono il n. 8192, in base al certificato che mi è stato rilasciato.

Cosa ho scritto? Questo rimane un segreto fra me e l'extraterrestre che mi leggerà!

Sappiate che potevo scrivere in linguaggio binario che, dicono, sia di più facile comprensione anche per eventuali esseri di altri mondi, ma, invece, ho scritto in veneziano ed ho parlato di Venezia.

Cinquecento parole, questo è il limite imposto, sono poche per far conoscere la mia città a qualcuno che, magari fra qualche migliaio di anni, avrà l'avventura di capitare da queste parti e Venezia non esisterà più. Forse questo scritto faciliterà le ricerche archeologiche!

Per chi volesse fare altrettanto prepari uno scritto di cinquecento parole, trattando un argomento a piacere, e lo inserisca a questo link: http://namesinspace.seti.org/

Arrivederci fra gli spazi siderali!

martedì 13 maggio 2008

L'informazione attuale secondo un docente di linguistica e comunicazione.

"La tivù? Conta ben poco rispetto ai giornali". Questa è una delle affermazioni di un professore di linguistica e comunicazione a Ca’ Foscari, l’università veneziana, che si possono leggere in un articolo/intervista di Francesca Bellemo pubblicato su “Gente Veneta”, il settimanale del Patriarcato di Venezia. (clicca qui per “linkare” l’articolo)

Il prof. Paolo Balboni, questo il nome del docente, esprime pareri condivisibili, in gran parte, anche se su alcune cose non mi trovo molto d’accordo.

Fra l’altro, proprio alla fine dell’articolo, dice: “I lettori tengano la lama del coltello al petto dei giornalisti. Leggano a fondo il giornale e poi scrivano lettere, e-mail, si facciano sentire. Minaccino di non acquistare più il giornale se si continua a fare cattiva informazione…: su questo punto di solito le redazioni sono sempre molto sensibili…”.

A volte è vero, ma non sempre. Se scrivi qualcosa che non sia in linea con il giornale capita, spesso, che non pubblichino la tua lettera. Il fatto poi di minacciare di non acquistare più il giornale se sei un singolo … “se ne fanno un baffo”, tanto, con il finanziamento pubblico, cosa volete che interessi un lettore in più o un lettore in meno.

Il giornale, o meglio i giornalisti, non sono assolutamente al servizio del lettore, ma a quello dell’editore che, il più delle volte, ha interessi completamente diversi da quelli del “pubblico dei lettori”.

venerdì 9 maggio 2008

Finalmente …

… qualcuno ha provveduto a sistemarlo! Era ora!
Chi è riuscita nell’arduo compito è stata la Moratti, sindaco di Milano, che ha ritenuto il personaggio Sgarbi non consono al ruolo di Assessore alla Cultura del comune.
Finalmente qualcuno che, a livello istituzionale, tenta di frenare uno dei “fondatori” della “TV urlata”, chiamata anche “TV spazzatura”.
Si spera solo che, allontanato da un ben determinato posto pubblico, allo stesso non vengano spalancate altre porte (programmi televisivi) da dove questo individuo volgare, pieno di sé stesso, egocentrico, finto ed essenzialmente solo un parolaio, possa continuare a vomitare sul pubblico che, in gran parte ignorante e succube, recepisce senza ribellarsi.
Quello che segue è il testo del comunicato con il quale il sindaco Moratti comunica la sua scelta ben determinata: «Rilevato che l'assessore Vittorio Sgarbi ha assunto in varie occasioni, anche pubbliche, un atteggiamento non consono ai doveri di pubblico amministratore e considerato inoltre che lo stesso assessore ha tenuto comportamenti contrari alla lealtà nei confronti del sindaco e della giunta incidendo negativamente sull'operato ed immagine di tali organi e creando un clima di tensione interno alla maggioranza politica; ritenuto che per i sopra esposti motivi è venuta meno la fiducia del sindaco nei confronti di Vittorio Sgarbi il sindaco dispone la revoca della nomina di Vittorio Sgarbi quale componente della giunta comunale e della connessa delega alla firma degli atti di competenza del Sindaco per le attività in materia di Cultura». (da Corriere.it di ieri 8 maggio)

Onore, quindi, alla Moratti, anche se, per molte altre cose, non condivido la sua posizione politica.

mercoledì 7 maggio 2008

“Per aumentare la prevenzione può essere necessaria più efficiente repressione”

Il procuratore generale della Corte d’Appello di Venezia, Ennio Fortuna, in una conferenza stampa per illustrare il protocollo operativo predisposto in materia di infortuni sul lavoro, con l'obiettivo di coordinare l'attività di forze dell'ordine e magistrati ha, fra l’altro, affermato che

“ … vi sono troppi morti e troppi infortuni sul lavoro e che per aumentare la prevenzione può essere necessaria più efficiente repressione. Se necessario si potrà arrivare alla confisca delle aziende pericolose. …” Vedi articolo de Il Gazzettino di oggi 7 maggio.

Il procuratore Fortuna non è una “toga rossa”, non è un’estremista, non è un pericoloso “comunista”; è un magistrato, verso il termine della carriera, molta della quale effettuata a Venezia, ma che ha ricoperto parecchi alti ed importanti incarichi in altre sedi. Per quello che si sa, visto che, giustamente, non ha mai preso particolari posizioni, è un personaggio culturalmente vicino all’area cattolica.

Tutto bene, quindi, a meno che, a seguito di queste dichiarazioni, non venga preso di mira da qualche esponente del nuovo governo al quale la Confindustria, per mezzo della sua nuova presidente Marcegaglia ha fatto la seguente richiesta: «Chiederò al prossimo governo la modifica delle norme restrittive appena introdotte». (vedi altro mio post)

Attendiamo e vigiliamo!

Dall'inizio dell'anno ad ora -7/5/2008 ore 21,50-,

per lavoro, ci sono:

368 morti
368400 infortuni
9210 invalidi


dati dal sito di Articolo21

http://www.articolo21.info/

martedì 6 maggio 2008

Truffa che sfrutta il nome della Croce Rossa Italiana

Attenzione ad una nuova truffa: sta arrivando una mail con oggetto "Aiuta la Croce Rossa Italiana".
Leggendo il testo si nota subito il carattere cirillico "и", nonché la mancanza di lettere accentate, cosa che denota la digitazione su una tastiera non italiana.
Inoltre, mentre si sa che non è usanza della Croce Rossa Italiana chiedere soldi in questa maniera, sono molto sospetti i numeri internazionali da chiamare per effettuare il versamento.
Cliccate sull'immagine qui sotto per ingrandire la mail.
E' chiaro che si tratta di truffa!
Fate circolare la notizia.



Aggiornamento del 7 maggio:
Ed ecco il comunicato della C.R.I., che si trova nel sito ufficiale dell'0rganizzazione

domenica 4 maggio 2008

Evasori e riservatezza

Da Corriere.it : “ROMA - Il Codacons, insieme con l`associazione utenti servizi finanziari, che è federata all’associazione dei consumatori, si è costituita parte offesa davanti al pm della procura di Roma che indaga sulla vicenda delle denunce dei redditi in rete ed ha presentato una richiesta di risarcimento danni di 20 miliardi di euro, pari a 52 euro per ciascuno dei 38 milioni di contribuenti i cui redditi sono stati messi in rete dall’agenzia delle entrate. …”.

Per quanto mi riguarda, il Codacons può togliere i 52 euro che mi riguardano!

Io non ho dato alcun mandato a questa associazione di rappresentarmi, anche perché non ne vedo assolutamente la necessità! Anzi, sono favorevole ad una pubblicizzazione dei redditi, anche se non proprio in questo modo. Comunque non ci vedo che danni possano derivare.

In questi giorni se ne sono sentite di tutti i colori, come, ad esempio, quella che questo fatto darebbe l’opportunità ai malfattori (sequestratori, mafiosi, rapinatori) di selezionare le loro vittime. Verrebbe quasi da ridere a simili esternazioni! Anzi, verrebbero scoraggiati: “Che strano –penserebbero- questo con villa, barca da 20 metri e più automobili, ha un reddito così basso! Non vale la pena rapinarlo!”

“ … Non sono i controlli e le punizioni che spingono uno scandinavo, uno scozzese o un californiano a pagare le tasse. È la pressione sociale. La vergogna d'essere considerato — dai parenti, dai consoci al Lions Club, dagli amici del figlio — un evasore. Uno che costringe un altro a pagare di più. …” così scrive Beppe Severgnini, sempre su Corriere.it, nel contesto di un articolo (clicca qui per leggerlo) che mi trova d’accordo.

Da noi, invece, un evasore è considerato un furbo! E poi c’è anche chi, ad alto livello (altissimo è meglio) invita, subdolamente, ad evadere!

In effetti io penso che chi non vuole la pubblicità di tali dati, chi si trincera dietro la riservatezza, faccia parte, in gran parte, di quella categoria che guadagna 1000 e ne denuncia 100 quando va bene. Per carità, non voglio fare d’ogni erba un fascio e riconosco che c’è anche qualcuno di “sani principi” (fiscali) e che attribuisce alla riservatezza una fortissima valenza.

Gli elenchi pubblici forse porterebbero ad una diminuzione di altre furberie, delle quali ho scritto oltre due anni fa, e che, ancor oggi continuano.

sabato 3 maggio 2008

Sempre sul turismo veneziano

Ieri, 2 maggio, a Venezia sono arrivati, a detta del Comando dei Vigili urbani, circa 70/80 mila turisti. “Bene –penserà qualcuno- l’economia cittadina ne risentirà favorevolmente!”

No, non è così. Ecco cosa afferma Claudio Scarpa, direttore dell'Associazione veneziana albergatori, a quanto scritto su Il Gazzettino di oggi: «C'è una fortissima pressione, ma qualche posto libero ancora c'è. Siamo vicini all'esaurito, però c'è ancora posto sia nella categoria a quattro stelle che nelle altre».«Nella stragrande maggioranza però - osserva Scarpa - i turisti arrivati in questi giorni sono pendolari: dormono fuori Venezia, vengono qui dalla mattina alla sera, con lo zaino. Non soltanto giovani, ma anche gente di una certa età. Si portano il mangiare e l'acqua minerale». A Venezia il turismo pendolare rappresenta il 70 per cento dei flussi, ma in termini di fatturato rappresenta solo il 30 per cento. «La gran massa - rileva con rammarico Scarpa - non significa alla fine una gran massa di spesa».

“Si portano il mangiare e l’acqua minerale” … che turisti sono mai questi? Non lasciano soldi!

No, signori!

Questi sono turisti che non vogliono farsi rapinare da ladri veneziani, ladri e piagnoni!

Mai contenti! Hanno distrutto la città per il loro profitto ed hanno anche il coraggio di lamentarsi.

Pochi giorni fa, proprio Scarpa si lamentava per le triste previsioni ed oggi afferma “…Siamo vicini all'esaurito, ….”! Che coraggio!

Per altri post sullo stesso argomento vedi quello precedente ed anche:

http://sp1938.blogspot.com/2008/04/albergatori-veneziani-piagnoni_23.html

http://sp1938.blogspot.com/2008/04/quanto-riportato-sotto-relativo-ad-un.html

venerdì 2 maggio 2008

Dedicato ai turisti che arrivano a Venezia

Questo, oltre ad essere uno sfogo, è un post dedicato ai turisti che arrivano, e arriveranno, a Venezia.

Cari turisti,

è giusto che voi veniate nella mia città per visitarla, ammirarla e per godere della sua bellezza e delle sue caratteristiche particolari, che i nostri avi ci hanno lasciato. D’altra parte è doveroso da parte dei veneziani, e sottolineo veneziani, accogliervi e lasciarvi girare per le nostre calli, per le nostre fondamente (il plurale non è sbagliato in quanto non si tratta di fondazioni di una casa, ma di strade che affiancano i canali) e per i nostri campi.

Ma, ad ogni cosa c’è un limite! Cari turisti, rendetevi conto che siete tanti (quest’anno sono previsti 15-16 milioni di visitatori) e che, quando vi trovate nella nostra città, non siete a casa vostra e, quindi, esistono delle minime regole di comportamento, che vi invito ad osservare.

Lo so che qualcuno dirà che fa già tutto ciò, però, fra i 16 milioni, ce ne sono tanti, la maggioranza, che non si comportano come lo prevede un minimo grado di intelligenza e di educazione.

Molti di voi senz’altro penseranno che con tutti i soldi che lasciano, e sono molti, hanno anche il diritto a certi comportamenti. Al che vi rispondo semplicemente che non tutti i veneziani sono gondolieri, tassisti, baristi, ristoratori, albergatori, “maschereri” (costruttori e/o venditori di maschere) e commercianti in genere che -e su questo vi capisco- vi sfruttano. Anzi, vi dico di più: i sessantamila abitanti del centro storico veneziano (ormai siamo ridotti ai minimi termini, anche per la speculazione del “business” turistico) sono in gran parte di una certa età e non vivono di turismo, anzi, lo subiscono e lo sopportano, anche se riconoscono che è un bene per la cultura mondiale e per l’economia veneziana; ma a tutto c’è un limite!

La causa di tutto ciò, però, non è solo vostra: infatti un buon numero di colpe le hanno tutti coloro che, pur essendo veneziani, hanno permesso, da anni, chi con le loro richieste e chi con le loro scelte politiche/amministrative, il proliferare della monocoltura turistica.

Vi faccio solo un esempio: i negozi sotto casa, quelli dove andare a fare le spese per mangiare, a Venezia stanno sparendo. I locali, se non di proprietà del gestore, hanno costi esorbitanti per il solo affitto, costi che un commerciante non può sostenere se vuole mantenere i prezzi giusti; allora in questi locali cambia la categoria merceologica e, invece di trovare pasta, pane salumi, formaggi ecc., si mettono in mostra maschere (per lo più “Made in China”) o vetri, che non sono neppure passati per Murano, o prodotti di “grandi firme”, che si servono della ... “vetrina Venezia” a scopo pubblicitario.

E dopo questo sfogo, un po’ lungo, ecco le minime regole che, assieme agli altri veneziani rimasti in città, vi chiedo:

1) Quando arrivate e dovete soggiornare, avete con voi dei “valigioni” che vi trascinate, a piedi, per raggiungere i mezzi di trasporto o i luoghi dove alloggerete. Il primo ostacolo che trovate sono i ponti: faticosi a fare, soprattutto con pesi da portarsi dietro; ma ci sono le valigie con le rotelle che, in salita, vanno tirate su, gradino per gradino; poi, una volta arrivati in cima al ponte, girate la valigia in modo da non tirarla, ma di spingerla e trattenerla ad ogni gradino. In questo modo eviterete che la ponderosa valigia cada pesantemente sul gradino sottostante, in genere di pietra, che, valigia dopo valigia, finisce per rompersi: un colpo non produce rotture, ma con colpi su colpi dovuti ai milioni di turisti, anche la pietra si spezza! Attenzione, anche la vostra valigia può rovinarsi.

2) Le strade veneziane non sono larghe, anzi, direi che sono piuttosto strette e di misure diverse. Per questo motivo non dovete camminare per Venezia allineati per tre, quattro o cinque, occupando completamente la larghezza della calle o di altro tipo di strada. C’è altra gente che cammina per la stessa strada assieme a voi; c’è chi viene di fronte e chi, invece, provenendo da dietro, desidera sorpassarvi: non può, perché ci siete voi, spesso in comitive numerose, che, noncuranti, state fermi impalati o camminate piano ed occupate completamente la larghezza della strada. Molti chiedono anche “permesso”, ma spesso restano inascoltati. Solo alzando la voce, il che può sembrare maleducato, allora vi spostate e, talvolta, aggiungete … “sorry!”. Non si fa così: dovete stare tutti da una parte, destra o sinistra non importa, e affiancati solo proporzionatamente alla larghezza della strada: in file indiana!

3) Arrivate a qualche ponte e il panorama si allarga: avete voglia di fotografare e di farvi fotografare; desiderio legittimo, però ricordatevi che anche i ponti non sono larghi e che c’è gente che passa in ambedue le direzioni. Non potete fermarvi a fare i vostri comodi e lasciare gli altri fermi ad aspettare che voi abbiate terminato la posa. Poi non capisco perché, anche con le moderne macchine digitali stiate tanto per scattare un fotogramma.

4) Piove! Ecco che si riconosce chi è veneziano e chi, turista o meno, proviene da fuori Venezia, magari solo dal di là del ponte. I veneziani con le ombrelle aperte si riconoscono subito perché, nell’incrociarsi, manovrano le ombrelle in modo da non scontrarsi nell’incrociarsi: le persone più alte alzano l’ombrello mentre gli altri la piegano dalla parte opposta della persona che incrociano; gli altri (turisti e “campagnoli”) proseguono invece con l’ombrello aperto sempre alla stessa altezza, magari quella degli occhi di chi ti viene di fronte! Credono di trovarsi in un sentiero di aperta campagna dove non incroci mai alcuno o, se lo incroci, è a distanza notevole. Queste non sono regole scritte, ma solo comportamenti abbastanza logici.

5) Fa caldo! Siamo in una città di mare, o meglio, di laguna; non siamo, però, in spiaggia! Quindi, girare in costume da bagno o prendi-sole (due pezzi), oppure solo in calzoni corti, oltre a correre il pericolo di una multa, come stabilito da ordinanze comunali, dimostra la mancanza di rispetto verso gli altri (i padroni di casa) e, soprattutto, mancanza di buon gusto! Non sempre si tratta di corpi da esibire! E poi, trovarsi vicino a queste persone sudaticce e puzzolenti che ti passano vicino, magari anche toccandoti data la ristrettezza delle calli, è veramente schifoso!

Quelle sopra descritte non sono regole, ma solo comportamenti abbastanza logici.

L’importante è fare come vorreste che facessero gli altri quando vengono a casa vostra!

Vorrei concludere questo “pistolotto” dandovi anche alcuni consigli:

a) Prima di venire a Venezia informatevi, leggendo qualche guida (ce ne sono anche in internet – vedi punto d) sottostante), sulla storia della città, sui monumenti più importanti, sulle curiosità, ricordandovi, anche, che Venezia non è solo Piazza San Marco.

b) Al vostro arrivo non fatevi infinocchiare da personaggi che, dal cappello con tanti gradi, sembrano ammiragli! Sono solo degli i"ntromettitori", molto spesso “abusivi”, cioè fuori legge, che cercano solo di indirizzarvi verso determinati luoghi (vetrerie, negozi, ristoranti, alberghi ed anche mezzi di trasporto) , promettendovi il classico “mari e monti”, mentre poi vi trovate in “un mare di guai”: avete pagato tanto e non avete avuto il servizio adeguato.

c) Per la fregatura di cui sopra e per altre fregature che potreste prendere, ricordatevi che c’è sempre la possibilità di rivolgervi, in primo luogo, ai vigili urbani o alle altre forze dell’ordine (polizia e carabinieri) ai quali presentare le vostre rimostranze e denunce. Qualora si tratti di conti salati presso bar e/o ristoranti, chiedete lo scontrino (o ricevuta fiscale) e presentatelo agli enti preposti (ad esempio l’Azienda di promozione Turistica http://www.turismovenezia.it/dynalay.asp?PAGINA=404 e-mail: info@turismovenezia.it APT Venezia - Castello, 5050 - 30122 Venezia tel. (+39)0415298700 fax (+39)0415230399 – per vedere la mappa dove si trova l’ufficio APT, clicca qui http://www.turismovenezia.it/dynalay.asp?PAGINA=4240

d) Al punto a) vi suggerivo che anche su internet potete documentarvi e, allora, ecco i link che vi suggerisco:
Comune di Venezia

Provincia di Venezia

Il mio sito


Venice Explorer

Venessia.com

Basta, comunque, andare su un qualsiasi motore di ricerca.

Buon soggiorno!

giovedì 1 maggio 2008

I tassisti ... son tornati! Attenzione!

A festeggiare la vittoria di Alemanno a Roma si sono fatti notare i tassisti romani, quelli che nel luglio 2006 hanno bloccato la città con manifestazioni di stampo fascista per le liberalizzazioni volute dal governo.

Su questo, allora, scrissi un post intitolato “Tassisti … fascisti!!!”

Gli stessi “tassisti fascisti” sono tornati. Fate attenzione!

Clicca qui per la notizia.

1° Maggio - Ricordarsi dei morti sul lavoro

Dall'inizio dell'anno ad ora, per lavoro, ci sono:


348 morti
348586 infortuni
8714 invalidi

Fonte: Articolo21