venerdì 20 giugno 2008

“Post” prima delle vacanze

Domani partirò e, per un po’ di tempo, salvo qualche rara puntatina, starò lontano dal “web”.

Qualcuna penserà: “Era ora!”. Va bene, forse avrà ragione, ma l’assicuro: ”Tornerò!”

Gli argomenti dei quali vorrei trattare sono molti e, per questo, mi limiterò solo a qualcuno ed anche su questi sarò molto breve.

ESAMI DI MATURITÀ

“Esperti” incompetenti: quest’anno, più che in precedenza.

Hanno sbagliato, finora, sul tema d’italiano, nella versione di latino, in quella di greco ed anche in quella d’inglese.

Una domanda viene logica: “Ma che razza di esperti sono?”. Secondo me sono “figli del ‘68”, di quel periodo in cui gli esami venivano superati, all’università, con il “18 politico”.

Sembra che, proprio per questi errori, i commissari d’esame siano stati invitati a essere di manica larga, onde evitare ricorsi presso il T.A.R.

Ed allora, tutti promossi! Così, fra 20-30 anni troveremo al ministero altri “ignoranti”!

INTERCETTAZIONI

http://www.ilbarbieredellasera.com/article.php?sid=16864

http://www.ilbarbieredellasera.com/article.php?sid=16865

Se v’interessa, potete rileggervi i post sottostanti, ma, comunque, vi consiglio di leggere gli articoli di Piercamillo Davigo relativi ai link soprastanti.

PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO

Molto brevemente: hanno abolito l’ICI sulla prima casa, che già ara stata ridotta dal precedente governo. Vogliono aumentare le tasse ai petrolieri ed ai banchieri per “l’assistenza agli anziani” (tra virgolette perché sono parole di Tremonti).

Tutto bene, però: si parla già di:

1) ripristinare i tickets per la sanità che, guarda un po’, avrà minori finanziamenti;

2) i petrolieri ed i banchieri hanno già fatto capire che non ci stanno e che, quindi, ci saranno aumenti nei servizi forniti da queste due categorie;

3) nonostante i gravi incidenti sul lavoro, non ne parlano e, anzi, sembra vogliano esaudire i “desiderata” della Marcegaglia;

4) i tassi medi per i mutui hanno raggiunto il massimo;

5) la disoccupazione torna a salire, però vogliono dar vita ai contratti individuali, limitando il potere dei contratti collettivi (roba da comunisti);

6) fra le grandi opere cito solo il petrolio dell’alto Adriatico: nessuno lo vuole, per la subsidenza di tutto il territorio che va da Trieste a Rovigo e Ferrara; era stato bocciato già in precedenza, ed ora ripresentano il progetto;

7) in ultimo le leggi “ad personam”.

Mi limito e chiudo.

SICUREZZA

Militarizziamo il paese, con 2500 uomini in piazza? Già il fatto, di per sé stesso, porterebbe ad una visione di pericolo nel paese, che non esiste: è solo fumo negli occhi.

L’unico pericolo viene dalla “democrazia limitata” che sembra entrare strisciante nella vita di tutti noi.

Buone vacanze a tutti e … attenzione!

mercoledì 18 giugno 2008

Citazioni

“ … / libertà va cercando, ch’è sì cara, / come sa chi per lei vita rifiuta.”

Così scriveva il Sommo Poeta nel primo canto del Purgatorio.

Se vivesse ai giorni nostri, mettendo all’inferno –e non in purgatorio- chi tenta di limitare la libertà d’informazione, scriverebbe, invece, sempre per bocca della sua guida:

“ … / libertà di stampa non troveranno / se tentan di stampar fosche novelle.”

***

“Ci batteremo sempre perché il nostro avversario possa liberamente esprimersi ed avere ogni strumento di lotta verbale e politica.”

È una massima che risale a Voltaire, ripresa da Sandro Pertini, e che ispira il comportamento etico-politico di ogni democratico sin dal 14 luglio 1789.

Ma, passati tutti questi anni, questa massima ha, evidentemente, … perso un po’ di smalto!

Anche la parola “democrazia” sta perdendo qualcosa!

martedì 17 giugno 2008

Blogger, un lavoro pericoloso

Riporto un post trovato su Mediablog di Marco Pratellesi sul sito di Corriere.it e l’unico commento che è stato inserito a tutt’ora (ore 19,47)

A quando toccherà anche a noi?

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17/06/2008

Blogger, un lavoro pericoloso

Scritto da: Marco Pratellesi alle 13:59

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Il blogger sta diventando un mestiere pericoloso. Secondo il rapporto del World Information Access (Wia) dell'università di Washington 64 blogger sono stati arrestati dal 2003 ad oggi e hanno scontato pene che variano da pochi mesi a 8 anni.

In testa alla classifica dei paesi più repressivi Cina, Egitto e Iran che da soli hanno totalizzato un terzo degli arresti. Ma nella black list finiscono anche Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia e Grecia.

Bavaglio non solo per i giornalisti, dunque. Più i blogger diventano famosi e trattano temi scomodi, più si cerca di farli tacere. E c'è da prevedere che, più la blogosfera si rivelerà importante per la formazione dell'opinione pubblica, più la repressione, in certi paesi, si farà sentire.

Pubblicato il 17.06.08 13:59 | | Commenti(1) | Invia il post

Postato da zebra_zebra | 17/06/2008

Fare il blogger è molto pericoloso anche in Italia, come dimostra la vicenda di Antonino Monteleone, giornalista calabrese: il suo blog è stato posto sotto sequestro perchè diffamava (o criticava, dipende dai punti di vista) la classe politica calabrese (è possibile vedere su youtube: http://it.youtube.com/watch?v=3TfIQzJUg_Y. Fare il blogger è molto pericoloso anche in Italia, quando i mezzi di comunicazioni di massa non informano e l'ordine dei giornalisti serve solo a proteggere se stesso e non la libertà di informazione.

lunedì 16 giugno 2008

“Grandi firme” o “falsi”?

La lettera sotto riportata, che è anche una testimonianza, è pubblicata sulla rubrica “Italians” di Beppe Severgnini. (per controllare cliccare qui).

Prada e il Vietnam

Caro Severgnini,
nell'ambito dei miei studi in economia e commercio, ho avuto l'opportunita' di accompagnare degli addetti di una ditta di pelletterie in un viaggio di lavoro in Vietnam e Cina e, per quanto sapessi che vari marchi producono esplicitamente in Asia, ho avuto la sorpresa di scoprire che le calzature Prada che avevo appena comprato (ad oltre 200 euro) sono interamente fatte ad Hanoi, in Vietnam, in una fabbrica con personale pagato meno di 100 dollari al mese, condizioni molto dicutibili, pagate alla fabbrica circa 20 euro, e lo stesso addetto (italiano) di Prada al controllo qualita' mi ha spiegato che per esempio in Cina fanno confezionare le borse all'80 %, lasciando solo i tocchi e rifiniture finali e li mandano in Italia come 'semilavorati', marchiandoli poi come 'made in Italy'. Non le pare una presa per i fondelli per chi paga centinaia di euro per una oggetto, in base al prestigio anche del ' made in Italy'?

Gianni Busso, selann84@yahoo.com

Sono sicuro che Prada fornirà tutte le spiegazioni del caso. Vero?

Perché la riporto sul mio “blog”? Semplicemente perché, proprio oggi, a Venezia è scattata la “caccia”, come titolato da un giornale locale, ai borsoni dei “vù cumprà”. Il fatto consiste che questi personaggi non possono viaggiare per la città con i borsoni o con i sacchi riempiti di borse e cinture; se trovati in queste condizioni viene confiscata loro la merce.

Il tutto è stato determinato dalle pressioni dei commercianti veneziani ed anche dalle cosiddette “grandi firme” e da qualche fatto increscioso (persone scaraventate in terra) determinato dalle corse dei “vù cumprà”, con tanto di borsoni, per fuggire alla polizia.

A questo punto viene da chiedersi: se la merce venduta dai “vù cumprà” è “contraffatta” (questi oggetti vengono definiti dei falsi) come si considerano gli “originali” delle “grandi firme” alla luce della lettera/testimonianza di cui sopra?

Mi viene in mente anche un’altra domanda: se queste persone non possono contare sul commercio di borse, cinture e chincaglieria varia, come guadagneranno per potersi mantenere e per aiutare le famiglie rimaste a casa? Ovviamente andranno ad ingrossare l’esercito della manodopera malavitosa! Questo sarà il risultato.

Però Prada & C. non avranno “concorrenti” ed i leghisti saranno contenti.

Sui “vù cumprà” vi segnalo il post di un altro "blogger"

domenica 15 giugno 2008

Blogger, … attenzione!!!

Leggo su “Articolo 21” e, per quanto riguarda i giornali, solo su La Stampa, di una sentenza preoccupante del Tribunale di Modica che condanna uno storico, certo Carlo Ruta, siciliano, accusandolo di aver tenuto nel web, un periodico … “non regolare” (attualmente www.accadeinsicilia.net non è raggiungibile).

Il fatto mi sembra alquanto allarmante perché tutti i “blog” -questo era, e non un periodico- pubblicano di tutto e di più, non in forma regolare.

Già qualche mese fa i “blogger” si erano allarmati per l’interpretazione di una legge per la quale, secondo alcuni, sarebbe stata obbligatoria la registrazione presso il tribunale, nonché la presenza di un direttore responsabile, per le “testate telematiche”, ovvero per i “blog”.

Mi sembra corretto citare quanto riportato sul sito dell’Università di Bologna, anche per fugare novelle “paure”: “L'obbligo di registrazione di una pubblicazione periodica presso il tribunale sussiste esclusivamente per le pubblicazioni cartacee così come previsto dalla Legge 1948 n. 47. La registrazione in tribunale delle pubblicazioni periodiche che hanno una diffusione esclusivamente on-line è obbligatoria esclusivamente per le attività per le quali i prestatori dei servizi intendano avvalersi delle provvidenze in favore dell’editoria previste dalla legge 7 marzo 2001, n. 62, ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 7 del D. L.vo n. 70/2003.”

Ma questa novità del Tribunale di Modica, che è pur sempre una sentenza che, come si dice in gergo, “fa giurisprudenza”, è cosa diversa.

Dagli articoli non si deduce se il Ruta fosse registrato ed avesse chiesto di “avvalersi delle previdenze” di cui alla legge 7 marzo 2001, n.62, e, per questo avrebbe dovuto attenersi alla periodicità.

Il mio dubbio è che con i suoi scritti, in particolare quelli sulle ricerche relative al giornalista Giovanni Spampinato, ucciso nel 1972, abbia “dato fastidio a qualcuno” e, quindi denunciato. Questo lo evinco da quanto scritto da La Stampa.

Una cosa, però, mi preoccupa: la poca pubblicità data alla notizia da parte degli altri giornali italiani.

Comunque è bene premunirsi, e già alcuni “blogger” lo fanno, inserendo il sotto notato testo/dichiarazione nel blog stesso: “Ai sensi della Legge 7 marzo 2001, n.62, il presente Blog, non rappresenta una testata giornalistica in quanto sarà aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale. Le immagini qui inserite sono tratte in massima parte da Internet; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo e saranno subito rimosse. Gli argomenti trattati dal blog sono frutto di riflessioni personali, qualora urtassero la suscettibilità di qualcuno siete pregati di segnalarlo.”

Scrive Giuseppe Giulietti, su “Articolo 21”: "Non siamo abituati a commentare le sentenze ma non vogliamo che questa resti avvolta nell'ombra perché riguarda l'articolo21 della Costituzione e la libertà della rete, in un momento tra l'altro particolarmente delicato per l'informazione, in cui si decreta il carcere per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni che non rientrano in quelle consentite"...

Mi raccomando: sempre vigili!

sabato 14 giugno 2008

Gli atomi al posto dei “bit”.

Cosa ci prospetta il futuro nel campo dei calcolatori?

Da anni si parla, sarebbe meglio dire si studia, per far sì che gli atomi prendano il posto dei “bit” accelerando, così, di molto, la potenza elaborativa. Ero a conoscenza di studi nei centri di ricerca della I.B.M., e questo già circa sette/otto anni fa, e, invece, proprio dall’Italia, da Firenze, ci giungono notizie che fanno ben sperare.

Si tratta ancora di esperimenti, ma sembra che al LENS (Laboratorio europeo di spettroscopie non lineari) abbiano compiuto un passo importante verso la realizzazione di un computer quantistico.

Si dice che possa calcolare i fattori primi di un numero di cinquanta cifre in 40 minuti (con la tecnologia attuale, servirebbero 10 miliardi di anni!) ed ancora si potrebbe inviare, via web, un libro di 200 pagine, con immagini, in un millesimo di secondo.

Questi esempi, che si potrebbero definire banali, servono, più che altro, ad esemplificare ai “non scienziati” la portata della scoperta.

Chissà, invece, quali e quante cose utili, in tutti i campi, potranno derivare da una simile scoperta.

Stranamente, vado col pensiero agli studi sulla fusione nucleare, quando Fermi ed i suoi collaboratori, in America, usavano calcolatori a valvole lunghi decine e decine di metri e, per avere i risultati “in tempo quasi reale”, usavano, per trasferirsi dal punto di input a quello di output, … i pattini a rotelle.

Ora non ci resta che attendere fiduciosi e, forse, ci vorranno ancora anni.

Per approfondire

La notizia da Corriere.it

Link ad altri siti:

http://www.webmasterpoint.org/news/computer-del-futuro-fatti-di-atomi-prospettive-e-ricerche_p32112.html

http://www.scienze.tv/node/4071

venerdì 13 giugno 2008

INTERCETTAZIONI: approfondiamo l’argomento

Sul DdL (prima, però, era stato impostato come un DL) ho già trattato su un post di alcuni giorni fa, soprattutto per evidenziare come “voci false e tendenziose”, ma autorevoli, avevano cercato di portare l’opinione pubblica in una direzione (favorevole) piuttosto che in un’altra. Era stato divulgata una percentuale di spesa per le intercettazioni del 33% che, fatti i debiti calcoli, risulta essere, invece, del 2,91%.

Io ha trattato in particolare sull’argomento suddetto, ma il “fatto” ha interessato parecchi “blogger” che, in un modo o in un altro, si sono dichiarati contrari alle nuove prese di posizione del governo.

Poiché trovo riduttivo riassumere quanto gli stessi hanno scritto vi rimando ai relativi “link” dei due che fanno parte dell’elenco qui a fianco; naturalmente, non sono gli unici, ma, per non disperdervi in mille rivoli, vi indico solo questi:

Giovanni Greco, che trovate al “link” http://www.giovannigreco.eu/dblog/articolo.asp?articolo=209

Romina, ha, invece, dedicato due post all’argomento: il primo al "link" http://intersezioni.awardspace.com/2008/06/12/il-ddl-sulle-intercettazioni-telefoniche/, ma anche un altro http://intersezioni.awardspace.com/2008/06/13/il-ddl-sulle-intercettazioni-le-critiche-di-di-pietro/ nel quale riprende il pensiero dell’on. Di Pietro che, come si sa, è in prima linea a combattere questa “riforma”!

Se poi volete saltare i “blog”, ma vi consiglio di non farlo, e volete accedere alle critiche del suddetto onorevole, andate a questo “link”: http://www.antoniodipietro.com/2008/06/giustizia_imbavagliata.html

A questo punto penso che sarete anche voi dell’opinione di firmare la petizione contro questa nuova norma che andrebbe ad imbavagliare la giustizia per l’interesse di pochi e conosciuti individui.

Ed allora per firmare andate a questo “link”:

http://firmiamo.it/sialleintercettazioni

Grazie!

giovedì 12 giugno 2008

Gli affreschi del Tiepolo, a Palazzo Labia, stanno andando in rovina!

Già da tempo è ormai deciso che la sede regionale della Rai si trasferirà dal centro storico di Venezia ad una nuova sede presso il polo tecnico-scientifico Vega di Porto Marghera.

Un’altra attività che lascia Venezia depauperandola e lasciandola sempre di più in mano agli sfruttatori turistici.

La sede che la Rai lascerà è a Palazzo Labia, a Cannaregio, non lontano dalla stazione ferroviaria, un palazzo barocco del XVII secolo il cui “Salone da ballo” è stato completamente affrescato da Giambattista Tiepolo.

Già da alcuni anni erano in corso restauri a questi affreschi che, come si sa, sono opere delicate. Da un po’ di tempo, però, la RAI ha deciso che, vendendo la proprietà, non “era conveniente” spendere soldi per continuare i restauri: ci dovrà pensare il futuro proprietario. E così questi affreschi, un ciclo dedicato alle “Storie di Antonio e Cleopatra”, sono, attualmente, solo in parte restaurati e sono, a detta dei tecnici, come un individuo in fase di un operazione chirurgica e lasciato “aperto”!

Ciò, ovviamente, risulta molto dannoso, soprattutto se i restauri, ora abbandonati, riprenderanno chissà fra quanto.

Il bello, o meglio il brutto, è che, mentre, per legge, il cedente deve mettere a norma, prima della vendita, tutti gli impianti idraulici ed elettrici, questa legge non vale per i restauri delle opere d’arte.

Non si conosce il nuovo proprietario, perché ancora non c’è, e non vorrei che Palazzo Labia diventasse uno dei tanti alberghi di lusso a “enne” stelle! (Ma di questo ho trattato in altri post e basta inserire la parola “turismo” nella casella di ricerca nel blog per consultare quanto ho scritto su questo argomento).

L’unica è sperare che non ci siano troppo facili cambiamenti di destinazione d’uso.

Abbiamo, a Venezia ed in Italia, la quasi totalità delle opere d’arte esistenti al mondo, però non ce ne occupiamo o ce ne occupiamo male. E con questo modo di operare rischiamo di perderle con un danno, non solo e non tanto economico, ma essenzialmente culturale, soprattutto per le generazioni future.

Ma oggi tutto viene monetizzato ed allora la Rai deve risparmiare, per propinarci solo programmi idioti!

Per approfondire:

Articolo de IL GAZZETTINO di oggi 12 giugno 2008

Articolo de LA NUOVA VENEZIA dell’11 aprile 2008-06-12

Link a Wikipedia per sapere di più su Palazzo Labia

mercoledì 11 giugno 2008

Altri sei morti sul lavoro

Altri sei morti sul lavoro quest'oggi!
Le chiamano "morti bianche", ma sono ... omicidi.
E poi la Marcegaglia, presidente di Confindustria, ha chiesto più volte di rivedere la recente legge sulla sicurezza sul lavoro, varata dal precedente governo di centro-sinistra, perché le sanzioni per i datori di lavoro sarebbero troppo pesanti!
Vedi, a questo proposito, un mio precedente post sull'argomento dal titolo: "Lavoratori risvegliatevi".

Dall'inizio dell'anno ad ora, per lavoro, ci sono:
469 morti
469228 infortuni
11730 invalidi

In media 2,88 morti al giorno


Innovazione?

Corriere.it

Brunetta: «Un progetto per ritirare le pensioni in tabaccheria»

«Ma il piano è ancora un po' caotico»

Il ministro lancia "Reti amiche": «Pagare i contributi Inps in farmacia o nelle stazioni dei carabinieri»

Questo il titolo di un articolo su Corriere.it che potete leggere completamente cliccando qui.

Se questa è l’innovazione!

Per fortuna che, alla fine dell’articolo c’è un’altra dichiarazione nella quale “il nano cattivo” dice: «Entro un anno, se il governo sarà ancora in carica, darò conto di quello che avrò fatto per migliorare e modificare la pubblica amministrazione e se non sarò riuscito a fare nulla darò le dimissioni. È la soluzione del mercato».

SPERIAMO!!!

martedì 10 giugno 2008

Intercettazioni: poniamo fine alle leggende!

Quando si è sentito che la spesa per le intercettazioni telefoniche richieste dalla magistratura ammontava al 33% (trentatre per cento) dell’intero bilancio del Ministero della Giustizia ha pensato subito ad un errore; infatti mi sembrava un esagerazione. Ma la notizia arrivava direttamente dall’attuale responsabile del ministero e, quindi, la maggioranza dei cittadini ha optato per crederci.

Detto questo dato dal ministro, tutti lo hanno riportato come corretto ed i politici dell’attuale maggioranza, che vogliono abolire questo strumento a disposizione dei giudici per moltissimi reati -come imposto dal loro capo-, ci hanno marciato sopra.

Invece salta fuori che l’errore del ministro è semplicemente … enorme!

Per il 2007 lo Stato ha messo a bilancio della giustizia 7 miliardi e 700 milioni di euro (€.7.700.000.000=); le spese per le intercettazioni telefoniche sono, sempre nel 2007, sono 224 milioni di euro (€.224.000.000=).

Per trovare la percentuale basta applicare la seguente formuletta, cosa da prima media:

7.700.000.000 : 100 = 224.000.000 : X

X = 224.000.000 * 100 / 7.700.000

X = 2,91%

2,91% e non 33%!

C’è una bella differenza!

A questo punto, o il ministro sapeva di dire il falso, o ha commesso un grosso errore, o si è fidato di qualcuno che gli ha suggerito il dato sbagliato.

In tutti tre i casi l’errore è grave e avendolo fatto un ministro non gli resta che le dimissioni!

Questo ed altro si trova in un editoriale di Luigi Ferrarelle su Corriere.it di oggi dal titolo “Leggende spacciate per verità”.

Ma c’è un altro editoriale “I tanti innocenti della rete”, di Piero Ostellino che parla soprattutto di … “violazione della privacy”.

“La classe politica –scrive Ostellino- si dovrebbe preoccupare, innanzi tutto, della salvaguardia di chi, innocente, potrebbe finire ugualmente, e del tutto fortuitamente, nella rete delle intercettazioni.”

Ed ancora. “Nello Stato di democrazia liberale prevale sempre il principio che sono preferibili dieci colpevoli in libertà a un solo innocente coinvolto nel sistema di prevenzione e repressione del crimine.”

Non sono d’accordo: la riservatezza è giusta, ma fino ad un certo punto. Cosa gliene può fregare, ad uno che non ha niente da temere, delle intercettazioni? A questo proposito vi consiglio di leggere una delle tante lettere che si trovano sui giornali ed in rete; questa è della rubrica “Italians” di Beppe Severgnini, sempre su Corriere.it.

Io condivido il contenuto di quest’ultima lettera e quello dell’editoriale di Luigi Ferrarelle.

lunedì 9 giugno 2008

Ricette “on line” ed altro

Quando ero in servizio avevo la responsabilità, dal punto di vista informatico, dell’anagrafe sanitaria dell’Azienda Sanitaria Veneziana e, proprio in quel periodo, il Ministero dell’Economia, o come diavolo si chiamava, -essendo ministro Tremonti- per “controllare la spesa farmaceutica” inventò la “tessera sanitaria europea”.

Questo doveva servire, in prima battuta, ad uniformare la documentazione dell’assistenza sanitaria nella comunità europea e, fin qua, nulla da eccepire; in questo caso poteva bastare l’emissione di un documento “ad hoc” da parte del Ministero della Salute, per mezzo delle Aziende Sanitarie, solo per coloro che si recano negli stati europei. Si sarebbe risparmiato parecchio usando invece, per il controllo della spesa farmaceutica, il tesserino del codice fiscale che tutti gli italiani possiedono. Invece hanno emesso nuovamente un doppione, un documento con il codice fiscale, con in più il codice della regione di residenza (questo per la compensazione della spesa fra regioni), e valido solo cinque anni. In questo documento mancano altri dati, quali il medico di base scelto e le eventuali esenzioni per patologia e, per servirsene, bisogna avere a portata di mano sia la tessera regionale che quella “europea”.

Negli incontri con i funzionari del ministero della salute, nel periodo antecedente l’entrata in vigore della tessera europea, feci presente quanto sopra. La risposta fu che capivano la questione, che, anzi, l’avevano già fatto presente, ma il ministero dell’economia (leggi Tremonti) voleva esclusivamente controllare la spesa farmaceutica. E non bastava il codice fiscale?

Tutto questo è già in funzione e basta andare in farmacia con la ricetta e con la TSE (Tessera Sanitaria Europea) che il tutto viene registrato in formato digitale per poi essere trasmesso alla Ulss competente, che opera tutti i controlli contabili, statistici e sanitari necessari,.

Oggi leggo, su Corriere.it, che il metodo verrà cambiato (sempre per il controllo della spesa farmaceutica) con l’immissione della ricetta in internet. Non è scritto chi farà questa immissione (medico o farmacista) ed è previsto un risparmio del 10%!

Ma allora, tutto quel “popò di marchingegno” (50 milioni di TSE, informatizzazione delle farmacie) che hanno messo su in quattro anni e solo con inizio da quest’anno, è già da cambiare? Ma chi si inventa queste cose? Non hanno altro da fare al ministero guidato da Tremonti? Che s’impegnino di più nella lotta all’evasione fiscale!

Ma c’è dell’altro su quell’articolo: “Oltre alle ricette online, il governo lavora su altre ipotesi come quella di un 'tavolo permanente' per l'armonizzazione delle politiche della sanità elettronica che avrebbe tra i suoi scopi la realizzazione del 'fascicolo sanitario elettronico del cittadino'. Il tutto con una particolare attenzione alla sicurezza e protezione dei dati personali.”

“FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO DEL CITTADINO”!!! Ma scherziamo? Qui non si tratta di riservatezza e protezione dei dati personali. Ci mancherebbe altro!

Leggendo questa notizia sono andato con i ricordi a parecchi anni fa quando, proprio all’inizio del mio lavoro “informatico” (allora non si chiamava così in quanto il termine è entrato dopo nel linguaggio comune, derivando dall’allocuzione francese “information automatique”), sempre nel settore sanitario, lessi in una rivista specializzata che in un paese europeo, all’avanguardia nella tecnologia, avevano già provveduto a qualcosa di simile creando archivi con dati anagrafici correlati a dati clinici. Tutto molto bello ed efficiente: bastava schiacciare un bottone ed il medico aveva a sua disposizione la storia del paziente che aveva di fronte. Sicurezza anche lì in quanto non tutti potevano, ovviamente, accedere a quei dati.

Ma a qualcuno dei dirigenti di quel paese, la Svezia per la precisione, è venuto in mente che se, per ipotesi, fosse andato al potere un “Hitler” qualunque, questi avrebbe potuto schiacciare il bottone, alla faccia della sicurezza, ed estrapolare tutti i cittadini con, ad esempio, la sindrome di down e … agire di conseguenza!

Messo questo sospetto, hanno subito pensato bene di distruggere gli archivi solo per evitare una possibilità remota.

E noi, visto che queste possibilità, oggi, sono meno remote, ripristiniamo questi metodi!

Pensate cosa sarebbe successo, allora, se i nazisti avessero avuto in mano strumenti simili: avrebbero perso molto meno tempo e avrebbero trucidato qualche milione di ebrei, zingari ed omosessuali in più!

A questo proposito, una notizia che non molti conoscono: durante quel triste periodo la “contabilità” dei campi di sterminio veniva gestita, con schede perforate, dalla più famosa multinazionale americana di macchine per ufficio, tramite la sua consociata svizzera! I soldi sono soldi!

Personalmente non sono contrario a intercettazioni telefoniche, a telecamere che “spiano” certi luoghi, a pubblicizzare i redditi in rete e ad altre cose che riguardano la cosiddetta “privacy”, ma qui non si tratta di questo: la questione è molto più pesante, direi grave.

Clicca qui per leggere l’articolo in questione.

domenica 8 giugno 2008

La preghiera degli zingari

La preghiera degli zingari

Noi Ti invochiamo Signor, /che dai cieli odi / dei figli il supplice pregar.
Noi Ti invochiamo Signor, Signor!
Accendi nella notte, / ai tuoi fedeli, / nei tuoi pianeti il vigile brillar.
Noi Ti invochiamo sul margin della strada, / che non ha fine in suo perenne andar!
Tu sul destriero veglia e sulla spada, / tu delle culle scendi al pio sognar.
E quando l'ora del risveglio suona / Tu dacci lena al lungo camminare.
E quando l'ora del risveglio suona / Tu dacci lena al lungo camminare.
Fino alla morte, / liberi e padroni, / dacci la gioia di un perenne errar!.

Questo è il testo di uno dei canti, diciassette in tutto, che, ieri sera, il Coro Marmolada, del quale faccio parte da molti anni, ha eseguito durante il concerto presso la Chiesa dei Tolentini in Venezia.

Si tratta di un canto d’autore (testo di G.B.Reggiori e musica di V.Aru), di inizi ‘900, che, riferendosi alla musica di queste etnie –una musica che non troviamo scritta, ma solo tramandata-, con un testo formale e retorico, vuole evidenziare una caratteristica essenziale di queste genti: il nomadismo.

La musica poi, come suggerito anche dagli stessi autori nello spartito, nell’introduzione e nel finale, vuole significare il lento avvicinarsi, e l’altrettanto lento allontanarsi, di una carovana di zingari, di quelle di una volta, formata da qualche carro (vurdon) trainato dai cavalli.

Sono già parecchi anni che abbiamo questo canto in repertorio e, trattandosi soprattutto di una bella musica che, modestamente, il coro esegue anche bene, ha sempre riscosso un buon successo nel pubblico.

Oltre a cantare nel ruolo di baritono, ho il compito di presentare i vari brani fornendo agli ascoltatori notizie sulla composizione, provenienza della stessa, la traduzione se si tratta di testo dialettale o in lingua straniera ed altro; a volte, anche in relazione all’evento del concerto od a fatti di cronaca recenti, collego il canto a tutto ciò. Il tutto deve essere conciso perché è il canto che deve essere preponderante, e non le parole. A volte prendo anche delle posizioni personali, anche se mi limito, perché in quel momento non rappresento solo me stesso. Però, certe volte, lo faccio, precisando che si tratta di una mia personale interpretazione.

Per questo motivo, ieri sera, riferendomi ai fatti di cronaca non solo locali, e non volendo fare polemica –non era né il momento, né l’ambiente-, ho presentato il canto con queste parole:

«“La preghiera degli zingari” è un canto d’autore d’inizio ‘900 che vuole riprendere e raccontare, con una musica caratteristica, l’essenzialità di questo popolo, il nomadismo.

Infatti, nel testo si sentono parole come “… il suo perenne andar” ed anche “ … sul margin della strada”.

Un canto, si potrebbe dire, … d’attualità, di forte attualità e, senza entrare in polemica con alcuno, desidero ricordare che, nella loro lingua, la parola “rom” significa … “uomo”!

Ed è con questo spirito che vi presento e che cantiamo …. “La preghiera degli zingari”.»

Nell’esporre queste mie parole ho enfatizzato e sottolineato, ovviamente, certi passaggi come, ad esempio, “la forte attualità” e la parola “uomo”.

Alla fine dell’esecuzione il pubblico ha risposto con un applauso lungo e caloroso (forse il più lungo e caloroso della serata) e questo senz’altro per l’interpretazione, ma anche, spero, per la mia presentazione con la quale ho cercato di coinvolgere i presenti.

Ascolta il canto “La preghiera degli zingari” nell’interpretazione del Coro Marmolada di Venezia

Approfondimenti su:

http://www.vurdon.it/italian.htm#titolo

Articolo 21 (1) http://www.articolo21.info/notizia.php?id=6889

Articolo 21 (2) http://www.articolo21.info/notizia.php?id=6885

Articolo 21 (3) http://www.articolo21.info/notizia.php?id=6872

mercoledì 4 giugno 2008

Ci sono!

Non sono scappato! Ci sono! Sono stato fuori Venezia per un po' di giorni.
Poi alcuni impegni che mi stancano, come quello di dipingere una stanza, mi hanno tenuto lontano dal blog; non sono portato per i lavori manuali e. per questo, mi pesano ancor di più e, quindi, ... mi stressano.
Per questo motivo non ho molta voglia di scrivere.
Nel "ponte" del 2 giugno sono stato a Raveo, in Carnia, dove ho provveduto, ovviamente non solo, alla riapertura della casa che mi, e ci, ospiterà a breve.
Ho provveduto ad approntare l'orto: questo lavoro non mi dispiace, però, mi sono stancato ugualmente. Falciare l'erba molto alta a mano , con una falce non delle migliori, non è che faccia molto bene alla schiena, anche perché non è che ogni giorno falci! Anzi, dall'ultima volta sono passati alcuni anni. Il giorno dopo ero tutto dolorante, però fra un mese circa me ne sarò scordato e potrò cogliere i primi frutti: radicchio, zucchine, cetrioli e piselli.
Vi saprò dire in autunno se erano buoni!