C'era una volta un magistrato che dopo anni d'inchiesta aveva scoperto e
fatto condannare coloro che -per i propri sporchi interessi- avevano
condannato a morte molti operai delle industrie di Marghera.
Dopo
aver scoperto questi "altarini" e giunto alla fine, ancora nel pieno
della carriera, se n'è voluto andare (o è "stato voluto" penso io con una
dose di malignità).
Da allora a Porto Marghera è ripreso un po' tutto come prima e, nonostante le denunce e le proteste di molti lavoratori, nulla è stato fatto e l'ultima dimostrazione è l'incendio di ieri alla 3VSigma.
Ora mi domando, e penso di non essere il solo, dopo le proteste degli
addetti di questa società, cosa che durava da parecchio, sono stati
fatti dei controlli????
Altra domanda: quali sono stati i risultati di
questi controlli??? Terza domanda: chi ha fatto questi controlli (enti e
persone fisiche)????
Quarta domanda: se i controlli non sono stati
effettuati chi doveva farlo e perché non l'ha fatto???.
A quando un nuovo magistrato con i contrococo' ???
Oltre alla sciagura agli operai direttamente interessati e, purtroppo,
feriti in modo grave c'è stato un grave danno ambientale su tutto il
territorio circostante non certo di pochi chilometri, danno del quale si
potrà avere maggiori riscontri nel tempo.
Quindi, non possiamo andare avanti così!
Attorno a Porto Marghera c'è un vasto territorio abitato che non vuole
più respirare prodotti nefasti di ogni genere, che non vuole più nuovi
insediamenti di industrie e di opere altamente inquinanti (ad esempio il
previsto inceneritore della Veritas), che non vuole più le grandi navi,
non solo per il moto ondoso e per altri danni alle acque lagunari, ma
anche per l'inquinamento dei fumi e di altro.
Spero, quindi, in una
veloce inchiesta su quanto accaduto ed una relativa severa condanna
(carcere) per i responsabili, ma anche un più attento e minuzioso
controllo di tutti gli impianti della zona.
Di tutto un po'. In questo "blog" troverete "sfoghi" e pensieri, lettere inviate ai giornali e, forse, non pubblicate. Parlerò di Venezia, la mia Città, di quanto c'è di buono e di meno buono in essa, ma non mancheranno neppure argomenti di politica e di quello che capita nel mondo. Insomma ... un po' di tutto!!!
sabato 16 maggio 2020
giovedì 14 maggio 2020
"El barba - Checo" - La storia si ripete!
Molti veneziani conosceranno la
canzone popolare "El barba
Checo" nella quale si racconta la morte di un certo Checo che fu
tenuta nascosta per "...darghe spassio
al tempo o carnevale", cioè per non concludere anzitempo le feste
carnascialesche.
Un canto popolare che, ovviamente,
ha preso spunto da qualche fatto realmente accaduto; infatti, nel 1570, in
pieno carnevale morì il doge Pietro Loredan e il decesso fu tenuto nascosto per
non turbare il carnevale.
Analogo fatto si ripetè nel 1762
quando morì il doge Francesco Loredan.
E, pur se non ci fu la morte di
qualcuno, anche quest'anno 2020 fu pensato di non "turbare" le feste veneziane del carnevale sottostimando volontariamente
il pericolo del Covid-19.
Come appare chiaro, la storia si
ripete!
Qui sotto il canto "El barba Checo"
dalla raccolta "Sentime bona
zente" di LuisaRomchini
(Filippi Editore - Venezia, 1990)
EL BARBA CHECO
Povaro barba[1]
Checo
che l'è casuo [2]
in canale,
sensa saver nuàre
al s'ha negao[3].
Me l'ho recuperao
me l'ho messo qua drento
par darghe spassio e tempo
o carnovale
No l'ha vulesto stare,
l'ha vuolesto 'ndar via,
e si al se perdarà
sarà so dano.
Revédarse [4]
'naltr'ano
tegnìve a mente questo
e può [5]
ve dirò resto
e resto in pase...
[1] barba
= zio
[2] casuo
= caduto
[3] al sha
negao = si è annegato
[4] Revédarse
= arrivederci (all'anno prossimo)
mercoledì 22 aprile 2020
Aprile - Anche i canti ricordano la Liberazione
Aprile
- Anche i canti ricordano la Liberazione
di
Sergio Piovesan
Quest'anno, nel mese di aprile, ricorre il 75° anniversario della
fine della seconda guerra mondiale e della Liberazione dal nazifascismo.
Andando oltre le diverse considerazioni che, per altro, possono
essere opinabili, penso che i canti che ricordano questo evento, ma non sono
molti rispetto a quelli della precedente guerra '15-'18, potrebbero far parte di un ipotetico
repertorio per ricordare questi eventi.
Senz'altro devono entrare in repertorio -e di questo trattiamo- i
canti della Resistenza fra i quali il più famoso e conosciuto è, senza ombra di
dubbio, "Bella ciao", canto del quale scrissi nel numero
di Marmoléda del Giugno 2002 in un breve articolo che riporto
in nota. ([1])
Di questo canto esiste una bella armonizzazione per coro maschile di
Gianni Malatesta.
Non possiamo dimenticarci di "Compagno fucile" del
quale si ricorda l'armonizzazione di Luigi Pigarelli.
Diffuso nell'Appenino Tosco-Emiliano tra la fine del 1943 e i primi
mesi del 1944, il canto musicalmente si ispira ad un'aria popolare russa
cantata dai partigiani sovietici che operarono nelle formazioni italiane.
L'autore delle parole è rimasto sconosciuto. ([2])
Ricordiamo anche "Pietà
l'è morta" di Nuto Revelli ([3]),
che, musicalmente, ricalca la melodia del più famoso "Sul
ponte di Perati", canto a sua volta ispirato ad un altro della Grande
Guerra e legato alla campagna bellica che il regime fascista intraprese contro
la Grecia. ([4])
Non vorrei solo fare un elenco dei canti della Resistenza e, per
questo, chi fosse interessato all'argomento potrà trovare materiale ampio ed
esauriente a questi due links:
Interessante è un canto della resistenza francese che troviamo nella
piacevole armonizzazione di Angelo Tieppo dal titolo "Le chant des
partisans - Chant de la libèration"; la musica è di Anna Marly
ed il testo ([5]) di Maurice
Druon et Joseph Kessel.
[1]
Ultimamente é tornato in auge
"O bella ciao", un canto della Resistenza italiana, anzi il canto più
famoso di questo periodo della nostra storia. Ritengo, pertanto, valido riportare
alcune notizie, storiche ed etnomusicali, che, per mia curiosità, ho attinto da
fonti bibliografiche .
Innanzi tutto é bene precisare
che, come moltissimi altri canti dei partigiani ma anche di quelli nati durante
le due guerre mondiali, trae le sue ascendenze da melodie e da testi popolari
precedenti. Sulla nascita della versione partigiana si conosce molto poco e
sembra che abbia avuto la sua divulgazione soprattutto nell’Appennino Emiliano.
Altre testimonianze indicano una sua conoscenza anche fra i reparti
dell’Esercito Italiano di Liberazione aggregato agli alleati durante l’avanzata
su Bologna.
Per un certo periodo, dopo la
fine della guerra e fino al 1960, rimase in vigore per lo più presso le
associazioni partigiane e, soltanto dopo, grazie soprattutto ad una
bell’interpretazione di Yves Montand, ebbe una gran diffusione fino ad essere
assunta come titolo di uno spettacolo presentato al Festival di Spoleto nel
1964.
Per quanto riguarda la musica,
le sue origini vanno ricercate nel ritmo di un gioco infantile che contempla il
battito delle mani e che era usato per l’educazione ed il coordinamento dei
movimenti dei bimbi. I primi versi "La me nòna l’é vecchierèlla / la me fa
ciau / la me dìs ciau / la me fa ciau ciau ciau" hanno un’evidente somiglianza
con il ritmo della versione partigiana e l’originale battito delle mani diventa
invece una scansione incitativa.
Relativamente al testo, è senza
dubbio la canzone narrativa "Fiore di tomba", che ebbe un’ampia
diffusione in Italia ed in Europa, ad essere l’ascendenza di "Bella
ciao", mentre un canto analogo a "Fiore di tomba", sia nel testo
sia nella musica, é stato ritrovato da Luisa Ronchini nel padovano con il
titolo di "Rosetina".
Per la musica é stata indicata
anche quale ascendenza, vicina e forse diretta, una canzone di risaia, con lo
stesso titolo di "Bella ciao", che, invece, da ricerche più accurate
da parte di Roberto Leydi, è risultata posteriore agli eventi bellici e se ne
conosce anche l’autore delle parole.
[2]
O fucile, vecchio mio compagno
che m'aiuti nel combattimento
e tu vali molto più d'un
regno sei la chiave della libertà.
E tu vali molto più d'un regno
sei la chiave della libertà.
Sul cammin dell'onor
combattiamo con ardor
sul cammino dell'onore
combattiam
combattiamo con onor.
O fucile, tu mi sei d'aiuto dal
fascismo l'Italia a liberar
e davvero tu ci sei d'aiuto per
ridare a noi la libertà.
E davvero tu ci sei d'aiuto per
ridare a noi la libertà.
Sul cammin dell'onor ....
O fucile, vecchio compagno della
lotta
tu continui nel combattimento
per spezzare quelle catene che
vent'anni il popolo legò.
Per spezzare quelle catene che
vent'anni il popolo legò.
Sul cammin dell'onor ....
[3]
Benvenuto "Nuto"
Revelli (Cuneo, 21 luglio 1919 – Cuneo, 5 febbraio 2004) è stato uno scrittore,
ufficiale e partigiano italiano. Ufficiale effettivo degli Alpini, durante la
seconda guerra mondiale, partecipò alla seconda battaglia difensiva del Don. A
partire dal febbraio 1944 prese parte alla Resistenza italiana, guidando le
formazioni Giustizia e Libertà nel Cuneese.
[4]
Lassù sulle montagne bandiera
nera:
è morto un partigiano nel far la
guerra.
È morto un partigiano nel far la
guerra,
un altro italiano va sotto
terra.
Laggiù sotto terra trova un
alpino,
caduto nella Russia con il
Cervino.
Ma prima di morire ha ancor
pregato:
che Dio maledica quell'alleato!
Che Dio maledica chi ci ha
tradito
lasciandoci sul Don e poi è
fuggito.
Tedeschi traditori, l'alpino è
morto
ma un altro combattente oggi è
risorto.
Combatte il partigiano la sua
battaglia:
Tedeschi e fascisti, fuori
d'Italia!
Tedeschi e fascisti, fuori
d'Italia!
Gridiamo a tutta forza: Pietà
l'è morta!
[5]
Ami,
entends-tu
Le vol
noir des corbeaux
Sur nos
plaines?
Ami,
entends-tu
Les
cris sourds du pays
Qu'on
enchaîne?
Ohé!
partisans,
Ouvriers
et paysans,
c'est
l'alarme!
Ce soir
l'ennemi
Connaîtra
le prix du sang
et des
larmes!
Montez
de la mine,
Descendez
des collines,
Camarades!
Sortez
de la paille
Les
fusils, la mitraille,
Les
grenades...
Ohé!
les tueurs,
A la
balle et au couteau,
Tuez
vite!
Ohé!
saboteur,
Attention
à ton fardeau:
Dynamite!
C'est
nous qui brisons
les
barreaux des prisons
Pour
nos frères,
La
haine à nos trousses
Et la
faim qui nous pousse,
La
misère...
Il y a
des pays
Ou les
gens au creux du lits
Font
des rêves;
Ici,
nous, vois-tu,
Nous on
marche et nous on tue,
Nous,
on crève.
Ici,
chacun sait
Ce
qu'il veut, ce qui'il fait
Quand
il passe...
Ami, si
tu tombes
Un ami
sort de l'ombre
A ta
place.
Demain
du sang noir
Séchera
au grand soleil
Sur les
routes.
Sifflez,
compagnons,
Dans la
nuit la Liberté,
Nous écoute...
Iscriviti a:
Post (Atom)