sabato 16 maggio 2020

15 maggio - Nuovo incidente e incendio a Porto Marghera

C'era una volta un magistrato che dopo anni d'inchiesta aveva scoperto e fatto condannare coloro che -per i propri sporchi interessi- avevano condannato a morte molti operai delle industrie di Marghera.
Dopo aver scoperto questi "altarini" e giunto alla fine, ancora nel pieno della carriera, se n'è voluto andare (o è "stato voluto" penso io con una dose di malignità).
Da allora a Porto Marghera è ripreso un po' tutto come prima e, nonostante le denunce e le proteste di molti lavoratori, nulla è stato fatto e l'ultima dimostrazione è l'incendio di ieri alla 3VSigma.
Ora mi domando, e penso di non essere il solo, dopo le proteste degli addetti di questa società, cosa che durava da parecchio, sono stati fatti dei controlli???? 

Altra domanda: quali sono stati i risultati di questi controlli??? Terza domanda: chi ha fatto questi controlli (enti e persone fisiche)???? 
Quarta domanda: se i controlli non sono stati effettuati chi doveva farlo e perché non l'ha fatto???.

A quando un nuovo magistrato con i contrococo' ???


Oltre alla sciagura agli operai direttamente interessati e, purtroppo, feriti in modo grave c'è stato un grave danno ambientale su tutto il territorio circostante non certo di pochi chilometri, danno del quale si potrà avere maggiori riscontri nel tempo.
Quindi, non possiamo andare avanti così!
Attorno a Porto Marghera c'è un vasto territorio abitato che non vuole più respirare prodotti nefasti di ogni genere, che non vuole più nuovi insediamenti di industrie e di opere altamente inquinanti (ad esempio il previsto inceneritore della Veritas), che non vuole più le grandi navi, non solo per il moto ondoso e per altri danni alle acque lagunari, ma anche per l'inquinamento dei fumi e di altro.
Spero, quindi, in una veloce inchiesta su quanto accaduto ed una relativa severa condanna (carcere) per i responsabili, ma anche un più attento e minuzioso controllo di tutti gli impianti della zona.

giovedì 14 maggio 2020

"El barba - Checo" - La storia si ripete!


Molti veneziani conosceranno la canzone popolare "El barba Checo" nella quale si racconta la morte di un certo Checo che fu tenuta nascosta per "...darghe spassio al tempo o carnevale", cioè per non concludere anzitempo le feste carnascialesche.
Un canto popolare che, ovviamente, ha preso spunto da qualche fatto realmente accaduto; infatti, nel 1570, in pieno carnevale morì il doge Pietro Loredan e il decesso fu tenuto nascosto per non turbare il carnevale.
Analogo fatto si ripetè nel 1762 quando morì il doge Francesco Loredan.

E, pur se non ci fu la morte di qualcuno, anche quest'anno 2020 fu pensato di non "turbare" le feste veneziane del carnevale sottostimando volontariamente il pericolo del Covid-19.

Come appare chiaro, la storia si ripete!

Qui sotto il canto "El barba Checo" dalla raccolta "Sentime bona zente"  di LuisaRomchini (Filippi Editore - Venezia, 1990) 

EL BARBA CHECO

Povaro barba[1] Checo
che l'è casuo [2] in canale,
sensa saver nuàre
al s'ha negao[3].

Me l'ho recuperao
me l'ho messo qua drento
par darghe spassio e tempo
o carnovale

No l'ha vulesto stare,
l'ha vuolesto 'ndar via,
e si al se perdarà
sarà so dano.

Revédarse [4] 'naltr'ano
tegnìve a mente questo
e può [5] ve dirò resto
e resto in pase...



[1] barba = zio
[2] casuo = caduto
[3] al sha negao = si è annegato
[4] Revédarse = arrivederci (all'anno prossimo)
[5] può = poi




mercoledì 22 aprile 2020

Aprile - Anche i canti ricordano la Liberazione


Aprile - Anche i canti ricordano la Liberazione

di Sergio Piovesan

Quest'anno, nel mese di aprile, ricorre il 75° anniversario della fine della seconda guerra mondiale e della Liberazione dal nazifascismo.
Andando oltre le diverse considerazioni che, per altro, possono essere opinabili, penso che i canti che ricordano questo evento, ma non sono molti rispetto a quelli della precedente guerra '15-'18,  potrebbero far parte di un ipotetico repertorio per ricordare questi eventi.
Senz'altro devono entrare in repertorio -e di questo trattiamo- i canti della Resistenza fra i quali il più famoso e conosciuto è, senza ombra di dubbio, "Bella ciao", canto del quale scrissi nel numero di Marmoléda del Giugno 2002 in un breve articolo che riporto in nota. ([1])
Di questo canto esiste una bella armonizzazione per coro maschile di Gianni Malatesta.
Non possiamo dimenticarci di "Compagno fucile" del quale si ricorda l'armonizzazione di Luigi Pigarelli.
Diffuso nell'Appenino Tosco-Emiliano tra la fine del 1943 e i primi mesi del 1944, il canto musicalmente si ispira ad un'aria popolare russa cantata dai partigiani sovietici che operarono nelle formazioni italiane. L'autore delle parole è rimasto sconosciuto. ([2])
 Ricordiamo anche "Pietà l'è morta" di Nuto Revelli ([3]), che, musicalmente,  ricalca la melodia del più famoso "Sul ponte di Perati", canto a sua volta ispirato ad un altro della Grande Guerra e legato alla campagna bellica che il regime fascista intraprese contro la Grecia. ([4])
Non vorrei solo fare un elenco dei canti della Resistenza e, per questo, chi fosse interessato all'argomento potrà trovare materiale ampio ed esauriente a questi due links:

Interessante è un canto della resistenza francese che troviamo nella piacevole armonizzazione di Angelo Tieppo dal titolo "Le chant des partisans - Chant de la libèration"; la musica è di Anna Marly ed il testo ([5]) di Maurice Druon et Joseph Kessel.   

 


[1] Ultimamente é tornato in auge "O bella ciao", un canto della Resistenza italiana, anzi il canto più famoso di questo periodo della nostra storia. Ritengo, pertanto, valido riportare alcune notizie, storiche ed etnomusicali, che, per mia curiosità, ho attinto da fonti bibliografiche .
Innanzi tutto é bene precisare che, come moltissimi altri canti dei partigiani ma anche di quelli nati durante le due guerre mondiali, trae le sue ascendenze da melodie e da testi popolari precedenti. Sulla nascita della versione partigiana si conosce molto poco e sembra che abbia avuto la sua divulgazione soprattutto nell’Appennino Emiliano. Altre testimonianze indicano una sua conoscenza anche fra i reparti dell’Esercito Italiano di Liberazione aggregato agli alleati durante l’avanzata su Bologna.
Per un certo periodo, dopo la fine della guerra e fino al 1960, rimase in vigore per lo più presso le associazioni partigiane e, soltanto dopo, grazie soprattutto ad una bell’interpretazione di Yves Montand, ebbe una gran diffusione fino ad essere assunta come titolo di uno spettacolo presentato al Festival di Spoleto nel 1964.
Per quanto riguarda la musica, le sue origini vanno ricercate nel ritmo di un gioco infantile che contempla il battito delle mani e che era usato per l’educazione ed il coordinamento dei movimenti dei bimbi. I primi versi "La me nòna l’é vecchierèlla / la me fa ciau / la me dìs ciau / la me fa ciau ciau ciau" hanno un’evidente somiglianza con il ritmo della versione partigiana e l’originale battito delle mani diventa invece una scansione incitativa.
Relativamente al testo, è senza dubbio la canzone narrativa "Fiore di tomba", che ebbe un’ampia diffusione in Italia ed in Europa, ad essere l’ascendenza di "Bella ciao", mentre un canto analogo a "Fiore di tomba", sia nel testo sia nella musica, é stato ritrovato da Luisa Ronchini nel padovano con il titolo di "Rosetina".
Per la musica é stata indicata anche quale ascendenza, vicina e forse diretta, una canzone di risaia, con lo stesso titolo di "Bella ciao", che, invece, da ricerche più accurate da parte di Roberto Leydi, è risultata posteriore agli eventi bellici e se ne conosce anche l’autore delle parole.

[2] O fucile, vecchio mio compagno che m'aiuti nel combattimento
 e tu vali molto più d'un regno sei la chiave della libertà.
E tu vali molto più d'un regno sei la chiave della libertà.
Sul cammin dell'onor
combattiamo con ardor
sul cammino dell'onore combattiam
combattiamo con onor.

O fucile, tu mi sei d'aiuto dal fascismo l'Italia a liberar
e davvero tu ci sei d'aiuto per ridare a noi la libertà.
E davvero tu ci sei d'aiuto per ridare a noi la libertà.
Sul cammin dell'onor ....

O fucile, vecchio compagno della lotta
tu continui nel combattimento
per spezzare quelle catene che vent'anni il popolo legò.
Per spezzare quelle catene che vent'anni il popolo legò.
Sul cammin dell'onor ....

[3] Benvenuto "Nuto" Revelli (Cuneo, 21 luglio 1919 – Cuneo, 5 febbraio 2004) è stato uno scrittore, ufficiale e partigiano italiano. Ufficiale effettivo degli Alpini, durante la seconda guerra mondiale, partecipò alla seconda battaglia difensiva del Don. A partire dal febbraio 1944 prese parte alla Resistenza italiana, guidando le formazioni Giustizia e Libertà nel Cuneese.

[4] Lassù sulle montagne bandiera nera:
è morto un partigiano nel far la guerra.
È morto un partigiano nel far la guerra,
un altro italiano va sotto terra.
Laggiù sotto terra trova un alpino,
caduto nella Russia con il Cervino.
Ma prima di morire ha ancor pregato:
che Dio maledica quell'alleato!
Che Dio maledica chi ci ha tradito
lasciandoci sul Don e poi è fuggito.
Tedeschi traditori, l'alpino è morto
ma un altro combattente oggi è risorto.
Combatte il partigiano la sua battaglia:
Tedeschi e fascisti, fuori d'Italia!
Tedeschi e fascisti, fuori d'Italia!
Gridiamo a tutta forza: Pietà l'è morta!

[5] Ami, entends-tu
Le vol noir des corbeaux
Sur nos plaines?
Ami, entends-tu
Les cris sourds du pays
Qu'on enchaîne?
Ohé! partisans,
Ouvriers et paysans,
c'est l'alarme!
Ce soir l'ennemi
Connaîtra le prix du sang
et des larmes!
Montez de la mine,
Descendez des collines,
Camarades!
Sortez de la paille
Les fusils, la mitraille,
Les grenades...
Ohé! les tueurs,
A la balle et au couteau,
Tuez vite!
Ohé! saboteur,
Attention à ton fardeau:
Dynamite!
C'est nous qui brisons
les barreaux des prisons
Pour nos frères,
La haine à nos trousses
Et la faim qui nous pousse,
La misère...
Il y a des pays
Ou les gens au creux du lits
Font des rêves;
Ici, nous, vois-tu,
Nous on marche et nous on tue,
Nous, on crève.
Ici, chacun sait
Ce qu'il veut, ce qui'il fait
Quand il passe...
Ami, si tu tombes
Un ami sort de l'ombre
A ta place.
Demain du sang noir
Séchera au grand soleil
Sur les routes.
Sifflez, compagnons,
Dans la nuit la Liberté,
Nous écoute...