mercoledì 26 novembre 2014

Un canto ... un libro "Stelutis alpinis - Storia di una leggenda musicale"



Un canto ... un libro
"Stelutis alpinis - Storia di una leggenda musicale"

di Sergio Piovesan

Non è cosa usuale che un canto, più precisamente un canto appartenente al genere "corale", ma anche "alpino", "di guerra" (ma esistono i canti di guerra?) sia occasione di scrittura di un libro. Fu quindi, con piacere, che quest'estate lessi sul "Messaggero Veneto", quotidiano di Udine e del Friuli, dell'uscita di un libro intitolato "Stelutis alpinis - Storia di una leggenda musicale" di Rocco Tedino e Mauro Unfer di Timau, piccolo paese carnico a due passi dal confine con l'Austria.
Conoscevo già questa copia di autori che, qualche anno prima, aveva prodotto un altro volume, di storia locale "Il tempio ossario di Timau", nel quale già veniva evidenziata l'importanza di "Stelutis alpinis", il famoso canto opera di Arturo Zardini, per la sua storia legata al locale tempio nel quale trovano riposo caduti italiani e austriaci che persero la vita nelle operazioni belliche di cento anni fa sulle montagne che circondano il paese.
I due autori propongono, nella recente pubblicazione, un'analisi su come e perché è nata questa "leggenda musicale", ma anche su dove è nata e chi fu l'autore. Ma si scoprono anche le vicissitudini della poesia, il testo è una vera espressione poetica, che riscosse l'invidia di altri personaggi del mondo musicale e letterario di allora, limitatamente -per fortuna- alla zona friulana. La creazione di strofe apocrife e l'appassionata difesa dell'opera originaria da parte della moglie sono altri momenti di questa storia alla quale il volume in questione sembra abbia posto un punto fermo, una certezza sulla " ... vera verità".
Nella presentazione che si trova all'inizio si legge che la pubblicazione  "... sembra avere i requisiti di un sintetico saggio storico e di costume, ma anche l'agilità di un racconto. ".
Sottolineo la presenza di un'importante e nutrita documentazione: la riproduzione del testo originale manoscritto e della prima edizione dello spartito, le lettere delle autorità militari che desideravano arricchire il testo con strofe più "patriottiche"  ed altro; non si possono dimenticare i quadri del pittore Marino Sopracasa, una rappresentazione pittorica di "Stelutis alpinis", che si trova nel Presbiterio del Tempio Ossario di Timau,  otto dipinti "... di mirabile espressività artistica che ripercorrono con straordinaria efficacia i momenti intrisi di dolente umanità evocati nel poetico canto di Zardini.".  
È un libro, quindi, che non deve mancare nelle librerie dei diversi cori "alpini" e dei loro direttori, ma anche dei musicisti che, con le loro minime varianti, ritengono di creare armonizzazioni che portino ad un livello musicale più alto quello che è già sublime.
Il volume, edito a cura dell'Istituto di Cultura Timavese, non si trova nelle librerie e, per poterlo avere è necessario rivolgersi a Peppino Matiz a Timau, 0433 779093.

N.B. - Nel volume si trova anche la traduzione in tedesco





Tratto da "Marmoléda" il notiziario  on line del Coro Marmolada di Venezia
 

giovedì 30 ottobre 2014

Politica e politicanti

Giorni fa un ex consigliere comunale, che, evidentemente, vuole candidarsi a Sindaco di Venezia, in primis, come titola  un quotidiano locale "... rottama Cacciari" vuole prendere le distanze dai professionisti della politica. Finalmente qualcuno che denuncia a chiare lettere cosa non dobbiamo fare quando andremo a votare per rifare la nuova amministrazione comunale. Innanzitutto dobbiamo lasciar perdere i "vecchi", non tanto quelli che, anagraficamente, hanno una certa età, ma quelli che, da anni, continuano a parlare, ... a parlare, a parlare, senza concludere granché. Gente che, appunto come Cacciari, quello che considerava i suoi assessori e consiglieri solo dei "soldatini", si reputa -con supponenza e arroganza- il "super partes" e designa quelli che dovrebbero essere i candidati sindaci; però, prima ne indica uno, Pellicani,  poi, probabilmente, perché riscontra che all'interno della "sinistra" (è ancora sinistra?) non abbia grandi "chanches", si mette ad appoggiare  Casson. Ricordo solo che Cacciari, solo pochi anni fa, ha "designato" Orsoni!
Dice ancora: "Cacciari? Tutto ciò che tocca brucia: prima sostiene gente che in città vale, poi li abbandona. Basta pendere dalle labbra di questo vate, guardiamo avanti."
Le indicazioni del novello aspirante sindaco su coloro che dovranno candidarsi sono: "La politica deve essere in totale discontinuità con il passato. Chi era in giunta non deve far parte della nuova amministrazione, chi ha incarichi istituzionali e vuole vincere le primarie, si deve dimettere prima, non dopo ...."
Belle parole, che condivido; ma dov'era questo ex consigliere comunale? strano che non abbia visto niente, che non abbia percepito niente di quello che stava accadendo nell'amministrazione e nelle grosse imprese (una per tutti il MO.SE). Quindi anche se dice cose giuste ritengo che anche lui debba farsi da parte.
Tutti nuovi devono essere! Tutta gente che, per vari motivi (anche per comodità, ma questi lasciamoli pure da parte) non ha mai voluto impegnarsi nella politica. Non ha importanza che siano giovani o meno giovani (non è una questione di generazioni), ma è importante che sia gente capace e, soprattutto, che voglia  fare l'amministratore della cosa pubblica senza proprio tornaconto.
Il "nuovo" non è neppure Bettin  (io non ho nulla contro questo personaggio), ma, ormai, è troppi anni che sta sulla breccia; e come lui, tanti altri, di sinistra e di destra.  
Per il momento può bastare. No, forse è meglio che riveli il nome dell'ex consigliere: Jacopo Molina, avvocato, "renziano della prima ora" lo definisce l'articolista.
Belle parole le sue, basta che non restino solo parole!
Leggi l'articolo completo su http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2014/10/25/news/molina-parla-da-sindaco-e-rottama-cacciari-1.10182376

mercoledì 15 ottobre 2014

Riusciranno a far applicare le nuove norme ai gondolieri?



Voglio proprio vedere se riusciranno i "nostri eroi" (gli amministratori della nostra città) a far rispettare i nuovi regolamenti, fra i quali la "targa sulle gondole". La notizia si può leggere su "La Nuova Venezia" nell'articolo "A Venezia scatta l’obbligo di targa per le gondole".
Oltre alla targa, che sarà posta a prua, subito sotto il ferro, anche le tariffe (sullo specchio di prua); inoltre i gondolieri non potranno mettersi al remo dopo aver bevuto alcoolici o assunto droghe (non si tratta di pepe, cannella, zenzero "et similia") e neppure potranno usare il telefonino in navigazione.
"... Divieto del codice della strada «applicato» anche alle barche a remi. Una piccola rivoluzione che adesso dovrà essere applicata e discussa con il Comune. ..."  riferisce l'articolo! Perché discutere con il Comune? Queste sono regole che devono solo essere applicate!
Ma, si sa, quella dei gondolieri è una categoria (lobbie, mafia) speciale. Anni addietro, quando è stato legiferato che coloro che effettuano trasporto pubblico dovevano rilasciare lo scontrino o la ricevuta fiscale, i gondolieri hanno piantato una grana mettendo in terra delle gondole in Piazza San Marco e sul Ponte di Rialto e portando a loro giustificazione che in barca c'è umido e non si possono rilasciare ricevute cartacee. Morale: hanno ottenuto quello che volevano usando la forza (forza dell'immagine come tutto quello che succede a Venezia) ed anche perché sono in 430 non solo persone, ma famiglie e amici, ... cioè tanti voti!!!   
Che poi si mettano al remo senza qualche "ombra", mi sembra un po' difficile! Vedo già i vigili con i "palloncini" misurare il tasso alcoolico in Canal Grande!!!
Il telefonino non lo useranno per telefonare ma per avere notizie sul traffico oppure servirà come GPS, così in qualsiasi momento potranno dire ai turisti trasportati la localizzazione!!!

domenica 12 ottobre 2014

Venezia: ticket o no ticket



Venezia: ticket o no ticket

Già si soffoca!
Siamo ad ottobre e si soffoca non per il caldo, ma per l'orda di turisti che ancora invade Venezia. Cosa succederà il prossimo anno, anche in vista dell'Expo 2015 di Milano?
Io mi aspetto una vera e propria invasione, come al tempo degli unni, dei goti, visigoti, ostrogoti, vandali ed altri. Chi si salverà?
I veneziani, quelli non obbligati ad uscire per lavoro, e non sono pochi visto che l'età media è elevata, saranno costretti a chiudersi in casa con la speranza che qualcuno dell'orda non entri anche all'interno degli spazi privati; non dico questo per esagerare, ma perché, purtroppo, succede e lo affermo perché capita anche nel mio condominio!
C'è uno spazio, purtroppo non protetto da cancello, in quanto negato dalla Sovrintendenza, ma con tanto di cartello "Proprietà privata" e con il numero anagrafico all'esterno, che, si può dire ogni giorno (ma anche di notte), viene occupato da curiosi -e fin qui poco male- ma anche da chi vuole mangiare e bere (si siedono a terra sui gradini della riva privata), da chi vuole dormire e da chi vuole espellere quanto ha mangiato e bevuto!
Vi risparmio le descrizioni.
Tutto ciò succede negli spazi privati e, forse, un po' nascosti, ma anche nelle calli, nei campi e nei campielli:  più turisti arrivano, più sporco lasciano!
Chi paga le pulizie?
Nel privato, purtroppo, il proprietario o i proprietari devono accollarsi queste spese, mentre nel pubblico gli oneri delle pulizie straordinarie vanno a carico dei cittadini residenti che, guarda caso -per la maggior parte-  non hanno alcun guadagno dal turismo.
Ed allora, ben venga la proposta di fare pagare qualcosa al turista che arriva a Venezia, ma non un biglietto -o ticket come si usa dire- per mezzo di passaggi obbligatori; la cosa sarebbe complicata e creerebbe parecchia confusione e, forse, il costo di gestione sarebbe troppo oneroso.
Ed allora?  Ho letto, sul giornale della Diocesi diVenezia, un articolo nel quale viene esposta la proposta di far pagare il cosiddetto ticket tramite addebito sullo "smart phone" di chi entra nel territorio e che, ovviamente, non sia residente. Poi la tariffa potrebbe essere differenziata se questa apparecchiatura entra nel "raggio d'azione" per la prima volta o per le volte successive. Tutto questo è tecnicamente possibile e mi sembra una cosa fattibile anche in poco tempo, una volta che ci sia la volontà politica di fare una cosa simile; su questa, però ho i miei dubbi.
Qualcuno obietterà che non tutti hanno lo "smart phone"! A me, da quello che osservo, sembra che siano pochissimi i turisti senza: come farebbero i "selfie"!!! (vedi qui). In genere, chi non usa questo telefono, che poi è tutt'altro che un solo telefono, sono le persone di una certa età ed allora consideriamo il fatto come una "carta d'argento", un bonus per gli anziani, anche se turisti!
Ma ecco che, a poche ore di distanza, salta fuori una controproposta che non capisco su cosa sia basata se non su un atto di rivalsa verso altre categorie di "sfruttatori del turista".   
Il rappresentante dell'associazione degli albergatori (quelli che "piangono" sempre), anche se questo sistema escluderebbe chi soggiorna negli alberghi che già pagano una giustissima tassa soggiorno, propone che, invece, venga pagato un "quid"  sul caffè, sulle bevande e su altre cose che, in genere il turista "mordi e fuggi" consuma.
A parte il fatto che molti turisti si portano tutto l'occorrente da bere e da mangiare nello zainetto perché tutto il mondo sa che a Venezia il turista viene considerato, da chi ci guadagna sopra, come il classico "pollo da spennare", penso che sarebbe oltremodo difficile discriminare il turista dal residente nel fare lo scontrino; termine quest'ultimo quasi sconosciuto da chi fa il caffè!!!
Poi, se il caffè costa, ad esempio, un euro, e quindi con -sempre ad esempio- 5 centesimi di ticket, va fatto pagare €,1,05; figuriamoci se non arriva subito l'arrotondamento a €.1,10 e magari a 1,20, per il "lavoro maggiore" dovuto al distinguere se uno è turista o residente. E volete che non ci sia qualcuno che richiede il ticket sul caffè battendo lo scontrino solo ad €.1,00???
E chissà quanti altri sotterfugi escogiterebbero i cosiddetti operatori turistici.
Stranamente il rappresentante degli albergatori non parla di gondolieri e motoscafisti, due mafie intoccabili!!!

sabato 27 settembre 2014

Venezia: il Commissario di Governo taglia a destra e a manca, ma le Municipalità si oppongono



Venezia, come si sa, in questo momento ha l'amministrazione comunale retta da un commissarionominato dal governo a seguito delle dimissioni del sindaco per le conosciutevicende giudiziarie dello stesso.
Il commissario si chiama Zappalorto e, come dice anche il suo cognome, ha iniziato a "scavare"  nel bilancio del Comune tagliando a destra e a manca e mettendo in vendita patrimonio immobiliare, a volte senza tener conto della particolarità di certi beni. Tutto ciò ha procurato parecchi mugugni e successive proteste soprattutto da parte dei dipendenti comunali, non solo per la riduzione degli stipendi, ma anche per i tagli ai servizi, soprattutto di quelli a beneficio delle persone più deboli.
Ora è arrivato il momento di deliberare il bilancio preventivo 2014-2016 e, per questo ha chiesto il parere delle Municipalità che sono strutture amministrative governate da eletti dal popolo nello stesso momento delle elezioni per gli amministratori comunali. Le Municipalità del Comune di Venezia sono  sei e cioè: "Venezia Murano Burano", "Mestre Carpenedo", "Marghera", "Lido Pellestrina", "Favaro Veneto" e "Chirignago Zelarino". Si tratta di istituzioni più vicine ai cittadini anche per il fatto che la configurazione di Venezia è particolare, parte città d'acqua e parte di terra, con problemi ed esigenze diverse.
Chiesto il parere, sono arrivati i primi risultati: due Municipalità, quella del centro storico e quella di Mestre, hanno dato, quasi all'unanimità dei consiglieri, parere negativo.
In pratica i Consigli di queste due Municipalità bocciano l'operato del Commissario, anche se credo non siano pareri vincolanti, soprattutto perché questa sua delibera andrebbe contro la parte più debole della cittadinanza, preservando, invece, gli interessi delle "lobbies". Infatti ad integrazione dei pareri suddetti vi sono anche due O.d.G. della Municipalità di Venezia Murano Burano (ODG 1  - ODG 2).
C'è un suggerimento che particolarmente gradisco e che riporto : "Né pare più ammissibile si possa continuare a programmare “eventi” che non appartengono alla tradizione della città, come il Capodanno in Piazza San Marco, con costi elevati per l’amministrazione, che andrebbero sacrificati in un periodo di austerità."
Cosa comporta questo evento che non interessa ai veneziani? Oltre alle spese di programmazione, ci ritroviamo Piazza San Marco ed anche altri luoghi della città sporchi, con bottiglie rotte ed escrementi di varia natura (vomiti, defecate e pisciate). Anche sulla porta di casa mia ho trovato, nelle passate edizioni, cose di questo genere e se Piazza San Marco viene pulita subito, con costi elevati a spese della cittadinanza (non di coloro che ci guadagnano), questo non avviene per le altre zone. Questi risultati li abbiamo anche durante il carnevale e, quindi, penso sia il caso di rivedere anche questa manifestazione che, oltretutto, in certe sue esternazioni è divenuta orripilante!  
Ma tutto ciò si scontra con gli interessi di certe categorie che guadagnano molto su questi eventi, ma non tirano fuori i soldi.
Condivido in pieno questo passaggio di un O.d.G dove si chiede " ... che riduca drasticamente (euro 50.000,00) il contributo all’Ente Conservazione Gondola, date le possibilità economiche della categoria in grado di sostenere eventuali progetti e attività relative alla tutela del simbolo di Venezia, ... "   
Finalmente qualcuno che trova da ridire su una categoria che sui turisti guadagna molto ma che trova modo di non pagare neppure quanto sarebbe giusto; si tratta di veri e propri evasori fiscali. Certi, oltre ad evadere, riescono ad ottenere case pubbliche ad affitti ridicoli ed ottengono altri benefici che dovrebbero essere dati a persone veramente bisognose. Si spera che la G.d.F. cominci a guardare su questi introiti!
E poi, perché sostenere ed incrementare il turismo? Dobbiamo, invece, difendersi dal turismo e dai turisti che, un po' alla volta, giorno per giorno, anno per anno, "consumano", deturpano e svalutano, rendendola invivibile ai residenti, la nostra città.