sabato 31 gennaio 2009

domenica 25 gennaio 2009

ATTENZIONE!!! ATTENZIONE!!! ATTENZIONE!!!

ATTENZIONE!!! ATTENZIONE!!! ATTENZIONE!!!

Se ricevete una mail come quella sottostante, NON date seguito alle istruzioni!

E' una ... "BIDONATA" pericolosa. Basta leggerla per capire!

Divulgate questa notizia

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Cari Microsoft Clienti ,

Si prega di notare che Microsoft ha recentemente rilasciato un aggiornamento della protezione per Microsoft Windows OS. L'aggiornamento si applica alle seguenti versioni di sistema operativo: Microsoft Windows 98, Microsoft Windows 2000, Microsoft Windows Millennium, Microsoft Windows XP, Microsoft Windows Vista.

Si prega di notare, che la presente aggiornamento si applica al aggiornamenti con prioritа alta categoria. Al fine di proteggere il computer dalle minacce alla sicurezza e problemi di prestazioni, si consiglia di installare questo aggiornamento.

Poiche la distribuzione pubblica di questo aggiornamento tramite il sito ufficiale http://www.microsoft.com sarebbe risultato efficace nella creazione di un software "maligni", abbiamo preso una decisione di emettere una versione sperimentale privato di un aggiornamento per tutti gli utenti di Microsoft Windows OS.

Come il computer e impostato per ricevere le notifiche quando sono disponibili nuovi aggiornamenti, che avete ricevuto questo avviso.

Al fine di avviare l'aggiornamento, si prega di seguire passo-passo le istruzioni:
1. Esegui il file, che avete ricevuto insieme a questo messaggio.
2. Seguire attentamente tutte le istruzioni che appaiono sullo schermo.

Se non cambia nulla dopo aver eseguito il file, probabilmente nelle impostazioni del vostro sistema operativo si dispone di una indicazione di eseguire tutti gli aggiornamenti in un contesto di routine. In tal caso, a questo punto, l'aggiornamento del vostro sistema operativo sarа finito.

Ci scusiamo per gli eventuali disagi che questo ritorno potrebbe essere la causa per voi.


Grazie,

Steve Lipner
Direttore della Sicurezza affidabilitа
Microsoft Corp.


sabato 24 gennaio 2009

Intercettazioni ed altre birbonate

Proprio oggi ho concluso la lettura de il “Bavaglio” di Peter Gomez – Marco Lillo e Marco Travaglio.

Non è un libro di facile lettura perché farcito di racconti molto dettagliati (stralci di interrogatori, proposte di legge, testi di intercettazioni e quant’altro di simile) circa l’attività di Berlusconi al fine di arrivare al blocco dei suoi processi ed al condizionamento dell’informazione.

Non mancano le critiche a quella che dovrebbe essere l’opposizione.

È un libro che, ovviamente, fa riflettere e che apre la conoscenza.

Pubblicato a giugno del 2008 non mi sembra abbia ricevuto querele e denunce e, quindi, si deduce che quanto riportato nelle 238 pagine sia tutto vero. Ma anche se lo fosse solo il 10% sarebbe già tanto, anzi troppo, per farci vergognare dei nostri governanti e di gran parte della classe politica e dirigenziale.

C’è anche una parte riservata alle intercettazioni ed ai testi delle stesse, soprattutto quelle fra Berlusconi e Saccà, nelle quali si parla di attricette e di come far passare senatori dalla propria parte per fare cadere il governo Prodi.

E proprio oggi il nostro “Tessera P2 n.1816” torna su questo argomento delle intercettazioni dicendo di tutto e di più.

C’è, secondo lui, un archivio tenuto da un certo Genchi nel quale ci sarebbero le intercettazioni di trecentocinquantamila cittadini.

Ma si sa, lui, come sempre, esagera. Allora sono andato a cercare in rete qualcosa su questo Genchi, un tecnico che ha lavorato per gran parte delle procure, e che, almeno per altri, non è in possesso di granché.

Dire quale sia l’interpretazione giusta non è cosa facile da appurare, almeno per la gente comune e, allora, è bene avere informazioni le più diverse.

Io ho trovato questa http://www.antoninomonteleone.it/2009/01/23/larchivio-genchi-non-esiste/

E questo è il sito di Genchi: http://www.gioacchinogenchi.it/

Intercettazioni su politici e governanti dovrebbero essere continue: essi devono rispondere al popolo di tutte le parole che dicono, di tutte le azioni che fanno; devono essere trasparenti e per loro non deve esistere la riservatezza. Se non hanno nulla da nascondere non devono avere alcun timore.

giovedì 22 gennaio 2009

A sinistra Barack Obama, a destra Silvio Berlusconi ed al centro ... Renato Brunetta

domenica 18 gennaio 2009

APPELLO PER LA MUSICA E LE ARTI PERFORMATIVE NEI LICEI

Scuola: emergenza «rifiuti» artistico-culturali

Il Forum per l’educazione musicale promuove un:

APPELLO

di ferma condanna della censura della musica

e dei linguaggi artistici nella formazione liceale.

Il Consiglio d’Europa ha individuato tra le competenze chiave per l’apprendimento permanente la «consapevolezza dell’importanza dell’espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni in un’ampia varietà di mezzi di comunicazione, compresi la musica, le arti dello spettacolo, la letteratura e le arti visive» [18.12.2006 - 2006/962/CE punto 8°].

Recenti indagini dimostrano che la coltivazione della musica e delle arti performative, in Italia, è un’esigenza avvertita dalla maggior parte di studenti e famiglie delle scuole di ogni ordine e grado. All’enorme domanda di cultura ed espressione musicale e artistica, le scuole offrono risposte ricche e variegate, nonostante i vincoli normativi e le misere risorse a loro disposizione.

Da alcune bozze dei futuri quadri orari dei licei, si evince la scandalosa assenza della musica nella quasi totalità degli indirizzi di studio.

Si tratta di una censura contraria alla costruzione della società della conoscenza cui mira l’Europa e che lede uno dei principali diritti umani: la piena libertà di espressione, della quale le arti costituiscono indispensabile e insostituibile strumento.

Una scuola che pone tra i suoi «rifiuti» lo sviluppo delle arti, negando ai suoi cittadini uno dei requisiti strategici per la costruzione dell’Europa, è indegna di un paese quale l’Italia.

Chiediamo quindi a tutte le persone di cultura, ai musicisti, ai docenti tutti, alle forze sociali e politiche, alle formazioni musicali, corali, orchestrali di ogni tipo, alle fondazioni lirico-teatrali, a decisori politici, a tutti i cittadini di

SOTTOSCRIVERE

questo appello a favore di una diffusa, stabile ed organica presenza della musica e di tutte le arti performative nella scuola e, in particolare e nell’immediato, nei futuri licei. Il recente appello a favore della "Musica nei licei si trova su

http://www.musicadomani.it/home/index.php?option=com_performs&formid=1

mercoledì 14 gennaio 2009

Richiesta di collaborazione

Questo post è una richiesta di collaborazione. Mi spiego.
Nel post precedente trattavo degli errori, a volte anche "orrori", che appaiono sui giornali, sia che si tratti di pubblicazioni su carta stampata che di edizioni "on line".
Ho intenzione di raccogliere, per un certo periodo di tempo, i dati relativi a questi errori per "studiare", un po' più rigorosamente, il fenomeno.
Per questo motivo sarò grato ai miei lettori se mi segnaleranno gli errori che riscontreranno leggendo i quotidiani.


Le notizie che m'interessano sono:

- nome del quotidiano;
- edizione (nazionale o cittadina, indicando la città);
- data;
- testo incriminato (la frase);
- il link dell'articolo;
- carta stampata o "on line";
- brevissima descrizione dell'errore.

Questi dati verranno inseriti in un foglio di calcolo e ... pubblicati sui vostri e sul mio blog.
Per fornirmi i dati usate questa e-mail: ser.pio.ve@gmail.com

Grazie per la collaborazione!

sabato 10 gennaio 2009

I correttori di bozze: una specie scomparsa.

Anni fa –diciamo una trentina- c’era una categoria di lavoratori che oggi possiamo considerare scomparsa: i correttori di bozze.

E della loro scomparsa ce ne accorgiamo giornalmente nella lettura dei quotidiani; si può dire che ogni articolo, di qualsiasi giornale, nazionale e locale, famoso e no, sia infarcito di errori di ortografia ed anche di grammatica. Tutto ciò, fino appunto ad una trentina di anni fa, non succedeva: era veramente difficile trovare qualche errore che, allora, prendeva il nome di refuso tipografico. Si dirà che oggi andiamo tutti di fretta e che, proprio per questo, gli errori si accumulano. Anzi, al giorno d’oggi il lavoro del giornalista è facilitato da tutta una serie di strumenti, che dovrebbero impedire l’errore senza ricorrere all’intervento di terzi, come capitava in passato, quando l’articolo veniva redatto con la macchina da scrivere e poi trasferito al linotipista che lo trasformava, digitandolo su una macchina speciale, la linotype, in caratteri di piombo. A questo punto veniva stampata una bozza, che passava al controllo dei correttori di bozze; in caso di errori interveniva il tipografo aggiungendo e togliendo caratteri. Poi i singoli pezzi venivano impaginati, intitolati e le pagine venivano passate ancora alla revisione; anche il direttore controllava e dava il benestare finale. Allora, normalmente, non era necessario provvedere a correzioni grammaticali perché chi scriveva, dalla firma famosa al cronista di paese, conosceva … l’uso del congiuntivo ed altre “regolette”, che oggi sembrano scomparse.

Il risultato l’abbiamo ogni giorno sotto gli occhi e, purtroppo, nessuno si scandalizza.

lunedì 5 gennaio 2009

Se fosse vera, vorrebbe dire che abbiamo proprio raggiunto il fondo.

Sul sito IL GAZZETTINO.it, con la data di oggi, appare una corrispondenza, ripresa dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, nella quale si afferma che un documento segreto, dimenticato in un ristorante romano, porta le idee di “Tessera P2 – N.1816”, relativamente agli intrattenimenti per gli ospiti del prossimo G8 che si terrà all’isola della Maddalena.

Questa la notizia:

BERLINO (5 gennaio) - Un retroscena su un piano "segreto" messo a punto da Silvio Berlusocni per intrattenere gli ospiti al prossimo G8 della Maddalena sotto la presidenza italiana è stato pubblicato oggi dal quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung.
Il giornale teesco ha riferito i contenuti di un documento, definito "segreto", trovato in un ristorante romano da un giovane giornalista, che conterrebbe alcune idee del presidente del Consiglio sull'organizzazione del prossimo vertice del G8 che si svolgerà a luglio in Sardegna, alla Maddalena.
Nel documento che è intitolato "Amore mio G8-Forza Europa" e che secondo il giornale è stato probabilmente dimenticato da alcuni rappresentanti del Pdl in un locale di Trastevere, lo stesso Berlusconi osserverebbe tra l'altro che "l'umorismo è la migliore medicina" e che è "importante" in occasioni del genere creare una giusta "atmosfera".
Proprio per questo Berlusconi, sempre secondo l'apocrifo documento citato dalla Sueddeutsche Zeitung, ipotizzerebbe l'uso di danzatrici per intrattenere i suoi ospiti alla Maddalena, preannunciando inoltre una sua performance al canto, oltre alla realizzazione di un nuovo cd.

Il mio primo pensiero è stato: “Sarà proprio vero?”; infatti, inizialmente, non potevo crederci, ma, poi, mi è venuto qualche dubbio. Da quel personaggio possiamo aspettarci di tutto!

Vedremo se, nei prossimi giorni, ci saranno “precisazioni”, contrordini e tutte quelle “cose” alle quale siamo, purtroppo, abituati.

E voi che ne pensate?

venerdì 2 gennaio 2009

La Storia, questa sconosciuta

[Historia] Magistra vitae tradotta letteralmente, significa [la storia è] maestra di vita

e la troviamo in Cicerone (De Oratore), secondo il quale la Storia, con gli ammaestramenti del passato, insegna come regolarci per l’avvenire.

E poi vero? Se lo fosse, l’umanità avrebbe progredito in maniera ben diversa e non si sarebbero ripetuti molti errori.


Ma si sa, con i “se” non si fa la storia.


“La storia viene scritta dai vincitori” e questa è una verità. Prendiamo solo l’esempio dei romani e dei galli; Cesare con il suo “De bello gallico”, pieno di “magnis itineribus” ed addirittura di “magnis nocturnis diurnisque itineribus”, fa la cronaca delle sue vittorie e, quindi, scrive la storia delle legioni romane vincitrici. Cosa ci rimane dalla parte dei galli? I fumetti di Obelix?


Ed in America, chi ha scritto la storia? I siuox, gli apaches, i cheeroke e quant’altro delle nazioni indiane? No, la storia è stata scritta dai bianchi che hanno costretto i nativi nelle riserve indiane, lasciandoli alcolizzati e privi di dignità. Quanti sono i film che trattano di indiani buoni e coraggiosi? No, erano sempre cattivi, assetati di sangue e vigliacchi. Sappiamo che non fu così , ma vallo a raccontare agli americani ed a tutti coloro ai quali, con il cinema, è stato fatto il lavaggio del cervello.


Un altro esempio: andiamo nell’America del Sud, negli stati meridionali del Brasile. Qui, nell’ultimo quarto di secolo dell’800, arrivarono dei disperati, in gran parte veneti, letteralmente “morti di fame”, che emigravano dalle loro terre, o meglio dalle terre dei latifondisti, per poter avere una vita dignitosa. Ma dove venivano inviati (a loro i funzionari governativi brasiliani mostravano solo sulla carta il terreno affidato) trovavano foresta (“la mata” viene chiamata in “talian”) e gli abitanti originari di questa terra: gli indios. Questi, da sempre, avevano vissuto di caccia e dei prodotti che forniva la foresta. Quando arrivarono i coloni e iniziarono a deforestare ed a coltivare, gli indios videro sparire il loro ambiente e cercarono di nutrirsi con i prodotti che venivano coltivati; ma i coloni avevano le armi da fuoco, e non le cerbottane, e, trovando chi “rubava” nella “loro” proprietà, sparavano. Come se non bastasse, l’alcool e le nuove malattie importate dall’Europa fecero il resto.

Sono stato in quei posti e di persone con le caratteristiche somatiche degli abitanti originari se ne vedono pochissime.

Ma la storia , quella raccontata dai bianchi (veneti e bavaresi), dice solo che lì il paese prosperò per merito del loro lavoro, del loro duro lavoro. Questa, a dirla brevemente, mi pare proprio una “guerra fra poveri”!

Inoltre, al giorno d’oggi, qui da noi, troviamo chi esalta questa “epopea” paragonando i nostri migranti con quelli che, invece, arrivano e “sono solo capaci di delinquere”. I veneti, invece, solo lavoro e lavoro!


Tutto questo “sproloquio” sulla storia per arrivare ad un’altra affermazione: “Non si torna indietro nella storia”. Come si può proporre modelli antichi di governo con i tempi, specialmente quelli nostri, che cambiano velocemente e quello che andava bene ieri, o l’altro ieri, non può andare bene adesso. E qui mi riferisco a quattro fanatici che pretendono di restaurare la “Serenissima”; hanno formato un ”veneto serenissimo governo” e considerano eroi quelli che nel 1997 “occuparono”, usando un trattore travestito da “tank”, il campanile di San Marco.

Non si tratta neppure di veneziani e neppure di nobili patrizi nostalgici, ma di uomini della terraferma, di quei territori che la Serenissima, per secoli, ha sfruttato a solo beneficio della città di Venezia, chiamata pomposamente la “Dominante”.

Il governo era in mano a poche persone, circa un migliaio –sulla carta- ma, praticamente, a comandare erano in pochi, i più ricchi, che usavano comprare i voti dei nobili decaduti (barnabotti), cosa permessa, per avere la maggioranza. Era un’oligarchia: il popolo e la borghesia non avevano alcun potere effettivo. È pur vero che questo Stato promulgò leggi uguali per tutti e così non ci potevano essere soprusi da parte dei potenti verso i più deboli, usava dei magistrati che venivano votati, anche con sistemi farraginosi che non permettevano imbrogli, e che non restavano per molto in quell’incarico (gratuito), c’erano gli avvocati difensori d’ufficio, ed erano attuate forme di previdenza e di mutualità, non pubbliche, ma incoraggiate e regolamentate dallo Stato. Insomma, era uno Stato che, per allora, era all’avanguardia e che, in giro per il mondo, non ce n’erano di uguali.

Ma fu uno Stato che non seppe leggere i nuovi eventi, che non seppe modernizzarsi e, fatalmente, dopo mille anni, concluse la sua storia.

Riprendere oggi quella storia è assurdo!


giovedì 1 gennaio 2009

Un monumento sul ponte ferroviario translagunare veneziano

Una richiesta di un lettore del blog e anche del mio sito, cioè quella di conoscere il perché di una specie di monumento sul ponte ferroviario che collega Venezia alla terraferma, mi induce ad aprire il 2009 con questo post, dopo un’assenza di venti giorni.

In effetti, più che di un monumento, si tratta di una colonna, di alcuni alberi e di due cannoni puntati, per la precisione, verso una piazzaforte chiamata Forte Marghera, costruita durante l’occupazione francese (1805-1814).

Il tutto vuole ricordare un particolare momento della storia di Venezia che iniziò quando, nel 1848 (17 marzo) la popolazione si ribellò agli austriaci, liberò Daniele Manin e Niccolò Tommaseo e nacque così la Repubblica di San Marco (22 marzo 1848).

Dopo un iniziale aiuto dal Piemonte, concluso dopo la sconfitta di Custoza (27 luglio 1848), i veneziani si trovarono soli a fronteggiare il ritorno degli austriaci che, alla fine dell’anno, si ripresero quasi tutta la terraferma veneta.

In aiuto di Venezia accorsero altri patrioti italiani fra i quali i napoletani Guglielmo Pepe e Giacomo Ulloa; doveva arrivare anche Giuseppe Garibaldi che, in fuga da Roma dopo la caduta della Repubblica Romana, fu fermato dagli austriaci nelle paludi di Comacchio, proprio pochi giorni prima della caduta anche di Venezia.

I volontari comandati da Pepe e Ulloa ed anche una compagnia di volontari friulani difesero il forte fino a quando fu deciso di abbandonarlo e di difendere solo la città insulare.

Gli austriaci si attestarono nel forte e da lì iniziarono a bombardare Venezia tentando di prenderla usando anche il ponte ferroviario che era stato inaugurato nel 1847.

I veneziani allora decisero di far saltare alcune arcate impedendo, così, l’avvicinarsi del nemico che, per la prima volta, usò un nuovo strumento, i palloni aerostatici, con i quali sganciò circa ventimila proiettili, portando morte e distruzione a Venezia che, prima di allora, non aveva conosciuto nulla di simile.

Furono colpiti case e monumenti, come la Chiesa di san Salvador, nei pressi di Rialto, dove, sul lato sinistro della facciata, alla base della prima colonna, si può notare incastrata nel muro una palla di cannone. La chiesa infatti fu colpita nell'assedio del 1849.

Dal punto di rottura del ponte ferroviario e dalla zona attualmente chiamata Piazzale Roma, i veneziani cercarono l’estrema difesa bombardando, con cannoni simili ai due che si trovano lì tuttora, le postazioni austriache sui bordi della laguna.

Vennero a mancare gli alimenti e, inoltre, in una città agli stremi scoppiò anche un’epidemia di colera. Una delle cause dell’infuriare del morbo fu anche la poca salubrità dell’acqua dei pozzi veneziani che non era acqua di falda, ma di cisterna di acqua piovana (vedi http://www.piovesan.net/Vere%20da%20pozzo/Vere%20da%20pozzo1.htm ).

Il 24 agosto 1849, nonostante tutti gli sforzi, i veneziani dovettero soccombere e gli austriaci rientrarono in città dove restarono fino al 1866.

A raccontare, poeticamente, il dramma di allora ci resta “Ode a Venezia” di Arnaldo Fusinatodella quale i versi più celebri e conosciuti sono:

Passa una gondola della città.
"Ehi, dalla gondola, qual novità ?"
"Il morbo infuria, il pan ci manca,
sul ponte sventola bandiera bianca!"