mercoledì 25 settembre 2013

A Venezia serve un M.O.S.E per il turismo



Nel Comune di Venezia uno degli assessorati porta  questa dicitura: "Assessorato alle attività culturali e per lo sviluppo del turismo". Ed allora io, ma anche tanti altri veneziani  ci chiediamo: "Ma è proprio necessario sviluppare il turismo?". Non è che non vogliamo che altri vengano a visitare la nostra città, ma desideriamo solamente che il numero di visitatori rimanga entro un certo limite. Qualcuno, senz'altro, obietterà che il turismo porta soldi ai veneziani. Niente di più falso.   Il turismo fa arricchire solo certe categorie mentre il disagio è soprattutto dei cittadini che non sono legati ad attività turistiche, e non sono pochi.
Un editoriale di Antonio Alberto Semi su il Corriere del Veneto porta il titolo "Veneziaaffonda, ma nei soldi. Serve un Mose per il turismo - Pensiamo più ai cittadinie meno alle categorie"  (clicca sul titolo per leggere l'articolo).
Il titolo, molto forte, è oltremodo veritiero; stime di Confindustria affermano che già oggi siamo invasi da venticinque milioni di visitatori che, fra dieci anni, saranno quarantamila! Dove li mettiamo? Quali saranno le conseguenze fisiche di una città delicata come Venezia, una città che, già ora,  perde pezzi  a causa del moto ondoso e dei componenti chimici prodotti dai moderni mezzi di navigazione, dalle piccole barche a motore, ai motoscafi, alle grosse barche da trasporto per finire con le "grandi navi"?
Scrive Semi : " ... Beh parliamo chiaro, una volta tante: io personalmente sono contro il turismo in quanto distrugge senza dare, se non alle categorie interessate. Non è solo un problema che appartiene a Venezia: l'Unesco oggi constata che, quando attribuisce ad un luogo la prestigiosa etichetta di «Patrimonio dell'umanità», provoca un effetto di richiamo massiccio di esseri umani, i quali degradano il luogo. ... ".
Non si può che concordare con queste affermazioni.
I turisti che riempiono (è il verbo esatto e che rende bene l'idea) la città di Venezia porteranno anche soldi (a pochi),  ma consumano fisicamente le pietre che calpestano e che tormentano con i loro "valigioni" rotolanti giù per i ponti.  Non si può più camminare; le comitive bloccano le calli incuranti di chi viene loro incontro (restano compatte come le legioni romane) ma anche di chi vorrebbe superarli ed andare oltre. E non parliamo dei vaporetti sempre pieni in ogni stagione; valigie e zaini enormi ti bloccano e loro, incuranti, continuano a fotografare; sembra che vengano a Venezia solo per fotografare.
"Penso" -scrive ancora Semi- " che l'attenzione degli amministratori andrebbe concentrata, più che sul turismo, sul come ridurlo". Parole sacrosante!!! Ed allora perché esiste un assessorato per "lo sviluppo del turismo"? Dovrebbe, invece, essercene uno per " la riduzione del turismo"!
Perché il Comune deve spendere (sono soldi anche miei) per incentivare il turismo; perché deve sovvenzionare eventi che poi portano guadagni ad altri? Che se li paghino costoro gli eventi!  Ed il degrado della città, a cominciare dalle immondizie che producono queste masse di turisti, chi lo paga? I veneziani naturalmente!
Basta! Non ne possiamo più!