Martedì, 28 Febbraio 2006 il Gazzettino di Venezia pubblicava, con il titolo “Contributi casa, falsa una dichiarazione su tre” (I primi risultati di un’indagine Comune-Agenzia delle entrate confermano: troppi furbi per gli aiuti all’affitto), il seguente articolo del giornalista Silvio Testa:
Hanno creduto di fare i furbi, dovranno restituire i soldi e verranno denunciati dalla Guardia di Finanza per falsa autodichiarazione. Si tratta di 28 cittadini (in maggioranza residenti a Favaro) che l'anno scorso hanno pensato bene di dichiarare reddito zero al Comune per ottenere il contributo all'affitto, e che invece sono stati colti in fallo dai primi controlli incrociati avviati dopo l'accordo raggiunto poco più di un mese fa tra lo stesso Comune, l'Agenzia delle Entrate, la Guardia di Finanza. Un accordo teso a verificare la reale condizione economica degli inquilini della case comunali o comunque delle persone assistite dall'ente pubblico sul fronte della casa.
Quelli beccati in castagna, dunque, sono 28 su soli 94 casi controllati finora, i primi su una graduatoria di 2.246 aventi diritto, quelli risultati i più poveri. All'apparenza poveri in canna. Davvero tanti. «Non credevo di trovare sorprese, mentre si tratta di un dato particolarmente significativo, che ha stupito anche me», ha commentato l'assessore alle Politiche della residenza, Mara Rumiz, sottolineando che il dato è davvero preoccupante soprattutto guardando alla ristrettezza del campione analizzato e alla banalità del controllo, che altro non è, al momento, che l'incrocio tra i contenuti delle autocertificazioni e quelli delle denunce dei redditi.
Evidentemente si riteneva che nessuno avrebbe controllato nulla. «E invece vogliamo lanciare un messaggio chiaro: guardate che facciamo sul serio», ha sottolineato l'assessore, annunciando che i controlli proseguiranno a tappeto. «Li estenderemo a tutti coloro che hanno presentato domanda - ha annunciato il direttore del Patrimonio del Comune, Luigi Bassetto - e li faremo anche sulle situazioni degli anni precedenti». L'assessore ha sottolineato che in una situzione di risorse limitate - restano pur sempre oltre 600 domande insoddisfatte, benché il Comune aggiunga di suo ai fondi di Stato e Regione - certe furbizie sono particolarmente odiose, perché danneggiano i soggetti più bisognosi. «Ora procederemo a degli approfondimenti», ha avvertito il tenente colonnello Alessandro Mazziotti, comandante del nucleo tributario della Guardia di Finanza.
Per ora i controlli riguarderanno coloro che hanno richiesto i contributi all'affitto, ma le indagini già ora cominciano a venire estese anche ai 4.552 residenti in un alloggio comunale. La prima verifica verrà fatta direttamente dal Comune, incrociando tutte le domande con le banche dati di Guardia di Finanza e Agenzia delle entrate, poi, sui soggetti a rischio - il popolo delle partite Iva - le verifiche verranno approfondite. «I controlli riguarderanno anche se il reddito dichiarato corrisponde a quello reale, o se in parte è occultato», ha aggiunto il coordinatore del Settore accertamenti dell'Agenzia delle entrate, Giuseppe Greggio, spiegando che verranno utilizzati sia gli accertamenti sintetici (capacità di spesa rispetto al reddito dichiarato) sia gli studi di settore. «E non guarderemo solo il reddito personale, ma i controlli verranno estesi dal soggetto intestatario di un alloggio ai componenti del nucleo familiare», ha concluso Gianna Peris, coordinatrice regionale del Gruppo analisi e ricerca dell'Agenzia delle entrate.
Se per l'affitto di una casa comunale la legge chiede di valutare solo i redditi, nel caso dei contributi all'affitto i redditi presi in considerazione sono invece quelli cosiddetti Iseef (dovrebbero fotografare redditi, patrimonio, tenore di vita), che valgono anche per altri servizi offerti dal Comune, come graduatorie per i nidi, ticket alle mense, etc. «Le verifiche - ha dunque concluso l'assessore Rumiz - verranno estese anche a questi settori».
COMMENTO alla notizia
“Privacy” o non “privacy”, una volta chi si comportava in questo modo veniva messo alla gogna; oggi non possiamo conoscere neppure le iniziali dei loro nomi. Però se un extracomunitario compie un furtarello al supermercato allora si che i giornali pubblicano nome e cognome!!! Sarei curioso di conoscere gli effettivi redditi (quelli Iseef) di questi “onesti” cittadini (ma possiamo ancora chiamarli cittadini?). Che lavoro o professione svolgono? Ed i loro famigliari?
E come mai così tanti nella zona di Favaro? Si sono passati la voce? C’è qualche “suggeritore”? Sarebbe opportuno che la Guardia di Finanza approfondisse anche questo aspetto.
Non c’è ombra di dubbio che l’esempio che arriva dall’alto, dai più ricchi, da chi ci governa, sia stato uno stimolo a compiere questo atto disonesto! Chi non paga le tasse (ed i più ricchi sono quelli che evadono maggiormente), ma anche i continui condoni su tutto, hanno fatto sì che questa piaga si allargasse anche ad altri strati di popolazione che, così, diventa partecipe del più praticato sport nazionale: alta acrobazia per non pagare le tasse!!!
Penso, e spero, che i così tanti imbroglioni non appartengano alla bistrattata categoria di coloro che sono a stipendio fisso; in caso contrario, oltre ad essere imbroglioni, sono anche stupidi. Penso, invece, che si tratti di persone dedite ad attività commerciali o alla libera professione, persone che già di loro sono evasori e che, fregando veramente chi ha bisogno, cercano di lucrare su tutto.
Mi auguro solo che, come anche asserito da assessore e dirigenti vari, le indagini continuino e che vengano controllati fino all’ultimo centesimo tutti coloro che hanno presentato la domanda di contributo.
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