mercoledì 22 dicembre 2010

Una notizia preoccupante è apparsa oggi sulla stampa.

Una notizia preoccupante è apparsa oggi sulla stampa.
Su Corriere.it questo è il titolo: "Ungheria: libertà di stampa a rischio. Media sotto controllo del governo" e, cliccando sopra il titolo stesso, potete leggere l'articolo.
In Ungheria c'è un governo di destra ed ha votato una legge che, nell'Europa, non si era mai vista: un'unica redazione di notizie in tutto il paese; multe pesanti agli organi d'informazione nel caso di violazione di un non ben precisato "interesse pubblico"; i Tg dovranno pubblicare al massimo un 20% di notizie di cronaca nera; i giornalisti dovranno rivelare le loro fonti d'informazione.
L'Ungheria è in Europa e, proprio in questo periodo ne ha la presidenza; il che è molto male se non si provvede a sanzioni.
Chissà come, invece, questa norma ungherese sarà apprezzata da personaggi nostrani che auspicano certe regole restrittive della nostra libertà come, ad esempio, gli "arresti precauzionali".
Stiamo vivendo brutte sensazioni che ci fanno pensare il peggio!  

Aggiornamento del 23.12

mercoledì 8 dicembre 2010

Preghierina!


Lunedì 13 dicembre,  Santa Lucia
proteggi anche il giorno dopo
l'Italia mia.
Tu che proteggi
la vista e gli occhi,
ti prego ... "togliemelo dai balocchi".

venerdì 3 dicembre 2010

3 dicembre 2010 : 140 cm/sm

Oggi, alle 8,45, l'acqua alta a Venezia ha raggiunto i 140 cm/sm; la previsione era di 135 cm/sm.
Le foto che seguono raccontano la mia uscita proprio nel momento di massima marea.

Il cortile interno allagato completamente
 

Ll'ingresso verso la calle

La calle che va verso il ponte degli Scalzi

In Fondamenta San Simeone

In zona Tolentini non bastano le passerelle

Anche Socrate va in acqua

Se non ci sono gli stivali un turista orientale si arrangia con i sacchetti delle immondizie 

Anche "Mephisto" ... si bagna (non di acqua santa)

Socrate osserva la situazione ...

... e resta incerto!
  

Per altra documentazione fotografica sul sito de "Il Gazzettino" cliccare su    
http://www.ilgazzettino.it/fotogallery.php?id_fg=5272&id_news=129173&nf=1 

martedì 30 novembre 2010

La ciarastela: un canto popolare natalizio

Si avvicina il Natale e tutti i cori si stanno preparando per i concerti di questo periodo. Anche il Coro Marmolada di Venezia non sarà da meno e si presenterà al suo pubblico, sia di Venezia che di Mestre, in tre date:

- 12 dicembre, alle ore 16,30, nella Chiesa di San Simeone Profeta (San Simeon                 Grando)   a Venezia;
- 19 dicembre, alle ore 20,45, nella Chiesa dei Ss. Gervasio e Protasio a Carpenedo;
6 gennaio, alle ore 20,45, nella Chiesa di San Carlo, in Via Cappuccina a Mestre. (rassegna con il Coro "Amici in coro" di Campalto)

Ci sarà un nuovo canto nel repertorio del Coro Marmolada e precisamente un canto popolare del padovano, armonizzato da G. Malatesta, canto che vi presento raccontandovi tutto quello che conosco, assieme alle testimonianze di un amico, Giovanni Lucio, che da giovane ha vissuto, contrariamente a me, l'esperienza di cantare "la ciarastela".
Cliccate qui per leggere quanto io e Giovanni vi raccontiamo.

domenica 28 novembre 2010

Volete seguire il... "complotto"?

Aggiornamento del 3.12: il sito web di Wikileaks è stato oscurato.
Si può raggiungere ugualmente attraverso un altro sito svizzero.
Clicca qui 


Per chi volesse seguire il ... "compl ... otto" (ma anche "compl ... nove", "compl ... dieci", ecc. ecc.), ecco il link: 




Perché il colore del carattere è rosso? 
Perché senz'altro si tratta di un ... complotto comunista!!!

Ne vedremo delle belle!!!  ah!  ah!  ah!

sabato 27 novembre 2010

Acqua alta a Venezia - 26 novembre 2010

Sembra, guardando le previsioni, che l'acqua alta di questi giorni lasci il posto a maree più normali che comporteranno, senz'altro, l'assenza di quei piccoli disagi che, invece, si hanno con le maree che superano i cm.100/105 sm..
A questa misura il cortile interno del Palazzo Gradenigo va già sotto (vedi foto sopra), e già un'uscita di casa -quella verso Rio Marin- è obbligatoria con gli stivali; se poi si arriva a 115 cm./sm , allora anche per l'altra uscita, quella verso la calle, sono necessari gli stivali.
L'acqua sta crescendo e -come una sorgente- sgorga dai tombini.


E questo è l'androne allagato di Palazzo Gradenigo. L'acqua ha il suo ingresso naturale dalla "porta d'acqua"   che si vede sullo sfondo.

Le foto si riferiscono all'acqua alta di ieri (115 cm./sm.) alle ore ore12,30 circa.

(La sigla /sm, dopo le misure significa "sul medio mare".)


 

mercoledì 3 novembre 2010

San Martin xe 'nda in sofitta


San Martin xe 'nda in sofitta
a trovar la so novissa.
La novissa no ghe gera
San Martin xe 'nda par tera.
 
E col nostro sachetin,
cari signori xé San Martin!     (mi ve canto el San Martin)
E col nostro sachetin,
viva viva San Martin!

Questa è la filastrocca che, molti anni fa, da bambino, cantavo assieme ai coetanei la vigilia di San Martino. Ma non si trattava di solo canto, Infatti il coro dei bambini era completato da un accompagnamento di percussioni formato da pentole, coperchi ed altri attrezzi rumorosi. In genere ci si piazzava davanti ad un negozio e finché il negoziante non ci dava qualcosa, soldi o dolci, non ci si muoveva. Ovviamente gli esercizi che più ci attiravano erano quelli i cui proprietari si arrabbiavano e che uscivano dal negozio minacciandoci; ma erano pochi di questo genere.
La filastrocca, come tutti i canti di questo genere,  è composta da versi che non hanno alcun senso e annovera anche delle variazioni.
Ai giorni nostri questa filastrocca si sente poco e, per lo più, viene eseguita da gruppi di bambini organizzati da adulti (oratori, asili, scout, ecc.) e questo per far sì che la tradizione non scompaia come in effetti sta  accadendo con la sostituzione del "bater San Martin" con il "dolcetto o scherzetto" di importazione dal mondo anglosassone che, però, genera un indotto di parecchi euro!

martedì 2 novembre 2010

L'attualità del pensiero "politico" di Ippolito Nievo

Nel luglio scorso, quando sui giornali imperava il "Marchionne-pensiero" stavo leggendo "Novelle campagnuole" di Ippolito Nievo e, proprio nella prima novella "La famiglia di campagna", una pagina, che, ricordo,  fu scritta nel 1855 quando l'autore aveva ventiquattro anni, mi ha impressionato per l'attualità del pensiero che definirei  non solo "politico", ma anche morale.
Mentre l'AD della FIAT continua a proporre i suoi "pensieri", la sinistra blatera.
Perché questa sinistra non medita su testi come quello riportato?

"... Questo ragionamento sono sett'anni che lo ripeti prima di coricarti, o povero lettore, come una massima d'Epitteto o una giaculatoria favorita. In questi sette anni sei ingrassato come  un tordo, e ti si sono rincolorite le guancie; in questi sette anni la tua casetta si è tutta ringiovanita all'aspetto, e i rabeschi dell'umile imbianchino furono coperti da carte tutto oro e velluto, le seggiole d'abete impagliato si ritrassero modeste alla cucina cacciate da una irruzione di poltroncine  elastiche, o almeno di scranne di noce; i candelieri d'ottone si fecero di bronzo o d'argento ; all'inverno le finestre si vestono  di doppie invetriate e le stufe ti sgelano le dita, all'estate il tuo giardinetto vede le camelie e i rododentri (sic) sostituirsi ai gerani e al rosmarino soli adornamenti d'una volta: t'è cresciuto un bel cavallo alla stalla e l'avito sediolo giace polveroso in fondo alla rimessa  colle stanghe pietosamente al cielo, mentre tu batti il paese in un elegante calessino a doppie suste.
E dimmi un po'in coscienza, di quanti giorni allungasti la tua quaresima per ottenere simili prodigi? In verità se comparvero mai grassi capponi, e agnelli arrostiti e superbe spalle di majale sulla tua tavola, ciò avvenne per fermo in questi anni malaugurati. Né la tua campagna si smagrì di nulla per tenerti in carne: ché i rivali sono folti di pioppi, d'olmi e di gelsi, i solchi negri di concime, le carreggiate fondate di fresco, arieggiate e popolose stalle, copiose le vaccherie, morbidi d'erba i prati, ricise ornatamente le siepi, vagamente disposte le viti. Ora dove hai tu messo ad opera quel tuo consiglio di stringere, di stringere per difendere gli agi  tuoi dallo spendio delle annate? Tu lo sai in fondo in fondo, o accorto lettore; e lo sanno tutti, e io pure lo so, se mi propongo dirtelo in quattro parole. Vendendo caramente le tue derrate, diminuendo il numero dei tuoi spesati e raddoppiando sovr'essi di stimolo, nutrendoli con grano semiguasto, né avvantaggiandoli in nulla, impedendoli anzi in quelle abitudini che in anni d'abbondanza senza tuo danno recavano loro assai frutto, angariandoli, spiluccandoli fino all'ultimo soldo di debito, con tali pratiche tu giungesti a buon porto; né secondo le leggi è delitto questa tua regola di condotta, sibbene prudenza e avvedutezza; anzi oltreché guadagno, ne hai lode. Ma Iddio, la tua coscienza, se è viva, ed io per quanto posso ci leveremo in coro contro di te, imprecando a una tal massima di risparmiare sul necessario degli altri per accrescere i comodi proprii. Codesta tua pratica abbominevole (sic), nata dal calcolo che il centesimo di tutti i giorni fa le lire a fine anno, è veramente una guerra sorda e inesorabile fatta a coloro de' quali per obbligo di giustizia, di morale, di religione devi educare l'anima e conservare il corpo; io soglio chiamarla, la guerra del quattrino, né stimo che quella di Crimea vada superba d'un maggior numero di vittime.

Vedi essere per me gran fortuna, o stizzito lettore, che il nostro colloquio succeda solo nell'immaginativa, giacché altrimenti nel capitolo passato m'avresti tempestato le spalle di pugni sonori. Ma non già perché tu creda d'aver ragione, sibbene anzi perché hai torto e ti dà noia questo spiattellarlo al pubblico.  ....".
(da "Novelle campagnuole" - La famiglia di campagna - di Ippolito Nievo)