domenica 31 dicembre 2006

"Post" di fine anno

È la fine dell’anno e, quindi, è anche tempo di bilanci. Ovviamente, non parlo di bilanci societari (non faccio parte d’alcun CdA), ma di quelli personali e non economici.

Considerato che sono nel “blog”, mi appresto a fare un bilancio su quanto scritto in quest’anno.

Inizio con il numero dei post, 94 con questo. Ma non è importante il numero, che si può trovare anche nella colonna a fianco, suddiviso per mese.

Credo, come prima osservazione, di aver rispettato il titolo del mio “blog”: “Di tutto”; infatti, ho scritto un po’ di tutto, dalla politica ai pensieri personali, da Venezia al paesino di Raveo, dall’esperienze con il Coro Marmolada ad “attacchi” contro l’attuale informazione, da Montalto Marche al Brasile ed ho anche scritto su qualche libro.

A proposito di libri, visto che registro in un “database” autori, titoli e commenti, dovrò fare un bilancio anche sui libri letti nel 2006, ma non lo pubblicherò sul “blog”.

Tornando all’argomento, per quanto riguarda i “miei” lettori, sono a conoscenza che non tutti immettono commenti e, quindi, non so quanti siano stati effettivamente; lo so che potrei mettere un contatore, ma, sinceramente, non m’interessa. I commentatori sono, di solito, gli stessi: qualche mio amico, ma anche persone che conosco solo per mezzo della rete e dei quali visito i rispettivi “blog”, lasciando, a mia volta, qualche commento. Ogni tanto entra qualche “anonimo" che contesta, anche in maniera plateale, quanto da me esposto: il più delle volte si tratta di un "leghista”, che, ingenuamente, si meraviglia della mia feroce contestazione a questo movimento, ai suoi capi, che ritengo estremamente rozzi, alla “padania” (rigorosamente in minuscolo) ed ai padani.

Venezia, come sapete, è la mia città, luogo dove sono nato, cresciuto e, soprattutto, dove mi sono “infarcito” della sua cultura, della sua arte e del suo modo di vivere.

Come avrete capito, amo la mia città; ed è per questo che spesso mi “incavolo” nel vederla bistrattata dai suoi amministratori, ma anche dai suoi abitanti e dai turisti e, soprattutto da certe categorie economiche, o “lobbies”!

Uno degli argomenti che, soprattutto in quest’ultimo periodo, m’interessa è il mondo dell’informazione sia si tratti di carta stampata che di televisione. Non appartengo a questo mondo, ma, fin da ragazzo, sono stato e lo sono tuttora, un “consumatore” di notizie. Leggo e m’interesso di tutto, proprio come il titolo del mio “blog”, ma, spesso, non trovo “adeguato” quanto leggo. Trovo molta faciloneria, molta partigianeria ed anche molto pressappochismo! Colpa dei giornalisti, degli editori o di chi altro? Colpa dei politici o dei poteri economici?

Non lo so. Forse un po’ tutti fanno la loro parte. Sarà questo, senz’altro, un argomento sul quale mi propongo di tornare e che ho già trattato (vedi i quattro post: 1234) e che cercherò di approfondire.

Ho già scritto troppo, ed allora … BUON 2007 a tutti i miei lettori ed a tutti i “bloggisti”.

sabato 30 dicembre 2006

“Cina, arrestati nove sacerdoti cattolici”

“Cina, arrestati nove sacerdoti cattolici”

Questo il titolo di un articolo su “Corriere.it” che commenta un ulteriore arresto di preti cattolici, fedeli al Papa. In Cina i cattolici sono circa lo 0,1% della popolazione, pochi, rispetto al resto dei cinesi. Mi viene spontaneo chiedere: "Perché il nostro Governo non si esprime in favore della libertà di religione in quel paese?" Forse, fa più notizia protestare –giustamente- contro la pena di morte a Saddam Hussein, che non protestare per pochi cinesi, con l'aggravante di essere anche preti cattolici.

Ma oltre al Governo, cosa ne pensano i famosi liberali, libertari e liberisti? Tacciono! Cosa gliene frega loro di nove preti cinesi!

Neppure i giornali si sprecano! Ma sì, fanno molto più “notizia” le proteste di Luxuria e Grillini per il poliziotto di Mestre, licenziato perché nel tempo libero si metteva in minigonna, e non solo!

E poi, mettersi contro la Cina con quel potenziale di turisti, ne vale la pena? E' molto meglio non perdere l'opportunità dei "schei" che arriveranno dalla Cina!

Qualcuno accenna ai diritti umani? Lasciamo perdere!

P.S. - Ultimo “post” dell’anno? Non lo so.

giovedì 28 dicembre 2006

Una bella notizia!

Complimenti alla Corte Costituzionale!

La Corte Costituzionale ha annullato una delibera del Parlamento del 2000 che rendeva Bossi non giudicabile dal Tribunale di Venezia per offese al Tricolore.
Oggi il supremo organo della magistratura ha corretto quanto politicamente affermato dalla Camera.
«La Camera non poteva decidere se la frase del leader leghistain un comizio fosse espressione della sua funzione di deputato».
Questa era la frase incriminata detta in pubblico a Venezia: «Il Tricolore lo metta nel cesso. Personalmente ho già ordinato un camion di carta igienica tricolore».
Ora verrà giudicato da un tribunale! Era ora!!!
Leggi l'articolo sul Corriere

Si torna a parlare di sanità e di liste d’attesa

Su IL GAZZETTINO di oggi si torna a parlare di sanità, dell’aumento della spesa sanitaria e delle liste d’attesa, che, nonostante tutti i “trucchi” di questi ultimi mesi, continua ad essere sempre più lunga.

Veneto e Friuli, che sembrano essere all’avanguardia, denunciano, tramite i loro dirigenti politici,di essere sempre al punto di partenza: la spesa aumenta e le prestazioni sono sempre più difficili da ottenere in tempi adeguati.

Si arriva perfino a scoprire l’acqua calda, come dimostrano le dichiarazioni del Presidente Illy (vedi articolo), che giustifica l’aumento con il prolungarsi della vita media! Bisogna proprio essere presidenti di regione per fare queste scoperte, come se non fosse stato prevedibile, come se non fosse nell’ordine naturale delle cose.

Per quanto riguarda il Veneto, dopo aver allargato geograficamente la possibilità di ottenere una prestazione in un tempo più breve, senza ottenere alcun risultato, (ad esempio: se io, che abito a Venezia, non riesco ad ottenere una prestazione specialistica presso la mia Ulss, entro un termine “ragionevole”, posso rivolgermi ad altre strutture poste a Portogruaro come a Legnago o Montebelluna), i suoi dirigenti scoprono che bisogna creare diverse categorie di urgenze, a discrezione del medico di base. Facile da dire, ma i politici hanno sentito gli interessati?

Altre amenità si trovano nell’articolo (clicca qui per leggerlo), che riporta le dichiarazioni dell’Assessore Regionale alla Sanità del Veneto, il leghista Tosi; tutti palliativi e tutte solo belle parole! L’unica cosa concreta e parzialmente giusta si trova sull’ultimo paragrafo: controllare la “libera professione intra moenia”, cioè quella all’interno delle strutture pubbliche, cosa che doveva essere la panacea di tutte le storture della sanità, a detta del governo Berlusconi (spazio al privato) che ha annullato quanto di buono aveva fatto la Bindi, uno dei pochi ministri con gli “attributi” giusti, nel governo precedente, abolendo detta libera professione. Però, il leghista Tosi vuole solo “controllarla”!

A proposito del leghista Tosi, è sempre quello che ha appoggiato la cardiochirurgia di Treviso –roccaforte del suo movimento- contro quella di Mestre, nonostante quest’ultima fosse, per numero e qualità delle prestazioni, all’avanguardia; era solo, però, un’avanguardia professionale e non politica.

Buona salute a tutti! Incrociate le dita e toccate … “ferro”!

mercoledì 27 dicembre 2006

La "finanziaria" entra in vigore senza il cosiddetto "comma Fuda"!

E' stato abrogato, poche ore fa, con decreto legge, il cosiddetto "comma Fuda", quello che voleva dare un colpo di spugna ai reati contabili.
Bene, così la "finanziaria" entra in vigore senza quel comma.
Ma chi è questo Fuda? Chi fosse interessato alle vicende di questo transfuga parlamentare può cliccare su http://intersezioni.mioblog.net/index.php/2006/12/18/truffa-onorevole/

Non potevamo farne a meno!

Il 26.12.2006, alle ore 11,43, l’ANSA lanciava la seguente notizia:

TV: TORNA IL MAURIZIO COSTANZO SHOW

ROMA - "E per me un autentico piacere annunciare il ritorno su Canale 5 di un grande classico della tv italiana: il Maurizio Costanzo Show. Dall'11 gennaio e fino a maggio, ogni giovedì in seconda serata, Maurizio Costanzo si presenterà all'appuntamento con il suo pubblico a grande richiesta". Lo annuncia il direttore di Canale5, Massimo Donelli, spiegando che "sia lui personalmente che noi come rete siamo stati sommersi di e-mail e lettere da parte di telespettatori desiderosi di rivedere il capostipite dei talk-show italiani.
A questo proposito, Maurizio sta lavorando con grande cura sui dettagli più piccoli per ricreare esattamente lo stile e il sapore che hanno fatto del Teatro Parioli un luogo mitico della tv nazionale. E sta lavorando -conclude Donelli- con l'entusiasmo di un ragazzino, come sempre gli accade quando apre una nuova pagina del suo personalissimo romanzo televisivo".

Veramente una notizia che ci sconvolge!

Ci mancava molto questa trasmissione “nazional-popolare”, indirizzata, sempre di più, verso una “corte dei miracoli” di ospiti presenti!

E poi, diciamocelo pure, ci mancava lo “scagolamento” del presentatore appollaiato sul trespolo fra ospiti ai quali vuole sempre fare dire quello che vuole lui.

Chi siano, e quanti siano, i telespettatori che hanno inviato lettere ed e-mail, rimane un mistero. Ma davvero c’è gente che non può fare a meno delle scemenze che vengono sputate da quella trasmissione?

Veramente è il caso di dire: “Come siamo scesi in basso!”

L’unica fortuna è che riprende per una sola sera la settimana!

lunedì 18 dicembre 2006

I giornali locali snobbano i comunicati stampa

Già avevo trattato questo argomento un anno fa e, visto che ne riparlo, evidentemente nulla è cambiato, o se lo è, è senz’altro in peggio.

La recente tournée brasiliana del Coro Marmolada, nonostante gli invii di “corrispondenze” (chiamiamole pure così) a mezzo posta elettronica ad alcuni giornalisti referenti, così come ci avevano indicato i redattori, non hanno avuto alcun riscontro, soprattutto sul principale quotidiano locale, Il Gazzettino.

Evidentemente, come insinua Vittorio Messori, famoso giornalista e scrittore, per aver accesso alle colonne della stampa, è necessario intrattenere rapporti amichevoli con qualche giornalista, cosa che, in termini “terra-terra”, si traduce in … “bisogna ruffianarsi”.

Anche questi piccoli fatti denotano il decadimento dei giornali e dei giornalisti, cosa che, ormai, nel nostro paese, è largamente riconosciuta e, purtroppo, il decadimento dell’informazione può portare ad altri e più spiacevoli inconvenienti!

sabato 16 dicembre 2006

Riflessioni sul Brasile (3): San Paolo

(Vedi i precedenti tre “posts”)


N’avevo sentito parlare, avevo visto anche qualche documentario, ma trovarsi dentro è tutta un’altra cosa; l’immaginazione non raggiunge mai la realtà! Perciò, anche queste mie riflessioni, senz’altro, non riusciranno a darvi l’immagine vera di quello che è quest’enorme agglomerato urbano.
Centosessanta chilometri di diametro, trenta milioni d’abitanti: questa è la San Paolo attuale, la grande San Paolo che, crescendo, ha inglobato le città che l’attorniavano.

Si trova a circa 900/1000 metri d’altezza ed è una collina attaccata all’altra con continui saliscendi; immaginatevi un po’ la quantità e la qualità del traffico.
Normalmente le “code” quotidiane si sommano in cento chilometri e, quando piove, arrivano anche a duecentocinquanta!
Figuratevi i tempi di percorrenza per andare a lavorare: le ore non si contano. Ma questo capita a chi non è un manager, a chi fa un lavoro “normale”; i ricchi, ed a San Paolo non sono così pochi, si muovono, invece, in elicottero. Dalle nove del mattino, sul cielo della città, gli elicotteri la fanno da padroni e così anche nel pomeriggio; quasi tutti i grattacieli hanno l’eliporto e, quindi, nonostante il traffico automobilistico, i ricchi si spostano con estrema facilità. A questo proposito, il parco d’elicotteri della città di San Paolo, è il più numeroso al mondo.
Ma sui grattacieli non ci sono soltanto eliporti, ma anche piscine! E tutto lo smog cittadino finisce nelle piscine.

Torniamo sulla strada. Come dicevo sopra, il traffico è caotico: avete presente quello di Napoli? Scordatevelo, quello di San Paolo è molto, molto di più! Nel traffico caotico s’inseriscono a zig-zag, e molto velocemente, i motorini dei “ponny express”; si tratta di un genere di lavoro a cottimo e, quindi, più consegne sono uguale ad un maggior guadagno e, per questo motivo, la guida è molto spericolata. Tutto ciò comporta una media, superiore a tre, d’incidenti mortali giornalieri. Anche questo è San Paolo.
Per le strade, anche quelle del centro, si trovano molti pedoni ed anche animali, asini e cavalli, che tirano carretti dai modelli più disparati, anche esseri umani girano per il centro tirando carretti carichi d’ogni cosa; non vi potete immaginare il genere di cose che si trovano sopra: dalla carta e cartone, alle lattine (recuperate dalle immondizie), a frutta e ad ogni altra cosa.
Ho visto anche carretti trasformarsi in letti e sostare, i più fortunati, sotto qualche cavalcavia o strada sopraelevata. Ma c’era anche chi li fermava ai bordi delle strade, sempre intasate dal traffico. E di notte ancora peggio: vi sono strade centrali che, a tarda ora, mostrano sfavillanti, ed allo stesso tempo malinconiche, luci di locali, uno contiguo all’altro, che offrono di tutto e di più, sessualmente parlando, con i procacciatori che si azzuffano per accaparrarsi i clienti.
Non esistono zone completamente moderne ed altre, invece datate; gli edifici più moderni sono attigui a casupole cadenti o restaurate alla meglio e risalenti ad oltre cinquant’anni. Grattacieli, che non è detto siano di lusso, e costruzioni “liberty” –definiamole pure così- che possono essere abitazioni, ma anche uffici, negozi, officine e quant’altro, sorgono gli a ridosso delle altre. Una caratteristica di un buon numero di grattacieli è di avere un lato molto stretto, alcuni di una sola finestra, perché gli appartamenti, in genere si tratta d’edilizia popolare, sono molto piccoli, di circa trenta/quaranta metri quadri; qualcuno li definisce “favelas verticali”.


Gli ingressi dei grattacieli, ovviamente quelli un po’ più ricchi, sono sempre controllati da guardie armate. Nessuno può entrare se non è controllato. Tutto ciò, però, non riesce a fermare i “writers” che scalano esternamente le costruzioni per imprimere sulle pareti i loro graffiti. E non è che arrivino solo ai piani bassi; ne ho visti alcuni anche al 10° piano! Affermano che siano un gruppo, una banda, nella quale i singoli si sfidano a chi riesce a salire più in alto per apporvi le loro “opere d’arte” e, naturalmente, ogni tanto, qualcuno cade. Non importa, la vita continua, tanto che il giorno dopo riprendono.
È certo che agli occhi di un europeo, a maggior ragione di un veneziano, l’architettura, il genere di vita ed il traffico di San Paolo suscita soprattutto un enorme “shock” e tutto è incomprensibile!

venerdì 15 dicembre 2006

Riflessioni sul Brasile (2): i meniños

La tournée brasiliana con il Coro Marmolada mi ha portato a conoscere, fra l'altro, due organizzazioni missionarie che si occupano di bambini e ragazzi in disagio, quelli che vengono chiamati “meniños de rua”.
È questo uno dei problemi maggiori del Brasile dove le differenze sociali sono marcatissime e dove vi sono pochi ricchi, estremamente ricchi, e tantissimi poveri.
Questo paese ha una popolazione molto giovane: il 70% è compreso fra gli zero ed i quarant’anni. Ma sono soprattutto i più giovani, i bambini, che fin dalla nascita rischiano grosso: vivono in ambienti malsani, le “favelas”, se non, addirittura, vivono per la strada; molto spesso la famiglia è composta solo dalla madre che, giovanissima, è rimasta incinta e che, per sopravvivere, si prostituisce.
Gli ambienti dei poveri confinano, anche se ben differenziati, da quelli dei ricchi ed allora le intrusioni dei primi nel mondo dei secondi sono frequenti.
I ricchi si difendono riducendo a fortini le loro dimore, con recinti murari ed elettrici e con guardie armate agli ingressi. Tutti raccomandano al turista di non girare da solo per le città perché basta poco per essere rapinati.
È una situazione davvero difficile, non per i ricchi, ma per i poveri che, fin da bambini, vivono alla giornata, non prospettando, cioè, alcun futuro. Ed è proprio questa “filosofia” che abbruttisce sempre di più, queste classi, che possiamo definire misere; non hanno nulla da perdere a compiere qualsiasi azione, tanto potrebbero finire anche ammazzati!
E non è questione d’età perché anche i bambini possono fare questa fine.
Ed allora sono benemerite queste organizzazioni, per lo più di religiosi, che cercano di cambiare la vita dei giovani, non tanto fornendo loro un pasto che senz’altro è la cosa che costa di meno in Brasile, quanto indirizzarli ad una professione, istruendoli.
È proprio l’istruzione che riuscirà ad affrancare questa parte di popolazione.
Per decenni i governi precedenti, soprattutto quelli retti dalla dittatura, hanno cercato di opporsi a questo modo di agire delle organizzazioni religiose con sistemi che, con un eufemismo, si possono definire “poco ortodossi”; ovviamente si trattava di persecuzioni, arresti e molto spesso anche tortura.
Il fondatore della Colonia Venezia di Peruibe, vicino a San Paolo, il frate domenicano veneziano padre Giorgio Callegari, deceduto nel 2003 dopo aver soggiornato quarant’anni in quelle terre, è un esempio di come furono trattate queste persone, religiosi e civili, solo per voler istruire i poveri.
Ho avuto modo di conoscere due persone che subirono la prigione e la tortura da parte degli aguzzini del governo dittatoriale ed una di queste porta le conseguenze ben visibili nel fisico ancora oggi.
Oggi c’è un governo “di sinistra” che, però, non ha la maggioranza negli stati più ricchi, quelli del sud, ma la mentalità del distacco, anche fisico, fra classi sociali è difficile da scardinare.
Vi sono numerose organizzazioni che aiutano i più deboli in tutto il Brasile; alcune funzionano molto bene, altre meno, per i motivi più disparati.
Ho visitato due di queste organizzazioni: la prima nella città di Criciuma, nello stato di Santa Catarina, dove una gran parte della popolazione è di origine italiana, soprattutto veneta. Sono i discendenti di coloro che, a fine ‘800, lasciarono le nostre contrade per cercare lavoro e fortuna in “Merica”, come cita un noto canto di emigrazione (ma questa è un’altra storia).
Criciuma ha 180.000 abitanti, dei quali ben 40.000 vivono nelle “favelas”.
Fra i bambini/ragazzi ospiti del “Bairro da Juventude”, questo il nome della struttura, ho notato che i tratti fisionomici di alcuni non sono quelli “classici brasiliani”, cioè di derivazione negroide, ma europei, direi “nordici”; il sacerdote che guida il “bairro”, padre Vincenzo Lunetta, rogazionista, mi ha confermato che non sono pochi i casi di bambini discendenti da veneti che, per situazioni familiari particolari e per lutti, fanno parte della massa diseredata.
Il “Bairro da Juventude” assiste circa 1200 bambini/ragazzi dai zero ai diciotto anni, dalla mattina alla sera; dopo tutti devono rientrare nelle famiglie, anche i più piccoli, perché la struttura, soprattutto l’asilo, non deve diventare un “deposito” di bambini.
Per i primi tre mesi di vita dei neonati vengono ospitate anche le madri perché provvedano all’allattamento al seno.
L’istruzione che viene data all’interno è quella professionale; ho visto un’attrezzatissima officina meccanica dove i più grandi imparano il mestiere di meccanico, che potrà garantire un lavoro dignitoso. Vi sono anche laboratori di musica, e qui non ci sono grossi problemi perché la musica l’hanno nel DNA, d’informatica e d’altro.
Uno “scuolabus” gira fra le scuole pubbliche e preleva i bambini, al termine dell’orario, o li porta, se il turno è pomeridiano, in quanto al “bairro” l’attività è soprattutto ludica. Non manca l’assistenza medica.
Lo scopo principale, oltre all’istruzione professionale, è quello di togliere i bambini dalla strada dove finirebbero nel degrado della droga, della prostituzione e della malavita.
Analoga situazione, anche se in forma più ridotta, l’ho riscontrata a Peruibe, a circa 100 km. da San Paolo, una città di 100.000 abitanti, sul mare, che è diventata la spiaggia dei cittadini agiati di San Paolo. Ovviamente, anche qui c’è una netta distinzione, basta una strada a dividere, fra quartieri degradati e quartieri “di lusso”, tutti con le caratteristiche descritte sopra.
Qui i bambini gestiti hanno un’età che va dai sei ai diciott’anni, età scolare, quindi.
Anche a Peruibe le scuole pubbliche operano su due turni e, quindi, anche la “Colonia” gestisce due turni.
L’istruzione professionale data è ad indirizzo agrario-forestale e ciò per la configurazione del territorio. Ma non mancano corsi di altro genere: musica, come ovvio, ma anche cucito e ricamo, pasticceria, artistica e scuola di mosaico.

I bambini incontrati in entrambe le strutture, pur nella loro vivacità naturale giovanile, e nell’allegria scatenata dai giochi e dalla musica, mi sono sembrati bisognosi, soprattutto, di affetto e negli occhi di tutti traspariva un velo di malinconia.
Molti sembravano alla ricerca di un’adozione a distanza in quanto sanno che, con questo sistema, è più facile proseguire negli studi.

Durante questi incontri ho vissuto delle esperienze, che definirei emozionanti, e che, comunque, desidero tenere solo per me e, spero, mi capirete.

giovedì 7 dicembre 2006

Conclusa con successo la tournée in Brasile del Coro Marmolada di Venezia

Un sunto di quindici giorni di tournée

Il Coro Marmolada di Venezia ha concluso la tournée in Brasile dove ha attraversato, in quindici giorni, gli stati del Rio Grande do Sul, di Santa Catarina e di San Paolo.
Il complesso veneziano, diretto da Lucio Finco, ha conseguito ovunque un grande successo sia da parte del pubblico adulto, d’origine italiana e non, sia da parte dei bambini, ospiti in strutture missionarie, che hanno innati nel sangue la musica ed il ritmo. I piccoli brasiliani hanno accolto, con particolare gioia ed entusiasmo, il canto appositamente messo a punto per questa tournée “Vamos Construir”, quasi un inno dei bambini che si rivolgono ai grandi invitandoli a costruire assieme un mondo migliore. Spesso i piccoli si sono immessi fra le voci del “Marmolada”, ma anche i coristi non sono stati da meno, inserendosi nei ritmi di samba che, con continuazione, scandivano la vita giornaliera degli ospiti dei centri d’accoglienza.
Il loro desiderio era, ed è, soprattutto l’affetto, sensazione che traspariva dagli occhi di tutti che, seppur allegri come vuole l’età, mantengono sempre un velo di malinconia.
L’incontro con i bambini, prima del “Bairro da Juventute” di Criciuma e poi della “Colonia Venezia di Peruibe” della quale il Coro Marmolada è “testimonial”, è stato, senz’altro, l’esperienza più bella ed emozionante che i coristi abbiano vissuto.
Non ci sono applausi, o pubblico che si alzi in piedi al termine di “Merica, Merica”, che valgano quanto i sorrisi dei bambini che abbiamo incontrato.
La missione del “Marmolada” in Brasile era anche quella di sensibilizzare, con la sua presenza e con il canto, pure i brasiliani a quello che, senz’altro, è uno dei problemi più angoscianti della loro nazione: l’estrema povertà ed il degrado in cui vive buona parte della popolazione, soprattutto più giovane, che può essere salvata solo togliendola dalla strada e con l’istruzione. Importante è anche far capire loro che non si può “vivere alla giornata”, una “filosofia” molto in voga fra chi non ha nulla, ma che, invece, è necessario costruire un futuro.
Noi speriamo di esserci riusciti, almeno verso coloro che abbiamo incontrato.
Il Brasile è il paese dei contrasti, il paese in cui si vede il lusso, l’estremo ed ostentato lusso, e, a pochi metri di distanza, il degrado! Favelas accanto a grattacieli e grattacieli ridotti a favelas perché formati da appartamenti di trenta/quaranta metri quadri. Macchine potenti e blindate che sfrecciano vicino a carretti carichi di stracci e che, molto spesso, si trasformano in letti che stazionano sotto i cavalcavia. Situazioni, almeno agli occhi di noi italiani, talmente “shockanti”, da non permetterci di poter definire quanto visto; non è possibile descrivere l’impressione ricevuta nel vedere le case di chi è appena un po’ ricco circondate da alte inferriate, filo spinato e fili elettrici nei quali non corre certamente una “bassa tensione”!
Siamo passati anche da Nuova Veneza dove, da pochi giorni si trova pure una gondola; ovviamente la chiesa principale è dedicata a San Marco e gli abitanti, italiani provenienti per la maggior parte dal bergamasco (la Serenissima aveva l’Adda come confine), parlano in veneto, uno strano veneto con alcuni termini ormai non più in uso da noi.
Abbiamo incontrato altri cori al XIV Festival di Criciuma, tutti cori dell’America Latina con musicalità e ritmi completamente diversi dai nostri che, comunque, hanno riscosso un ottimo successo, soprattutto per la raffinatezza e la delicatezza delle esecuzioni.
Ricordiamo anche un’altra operazione culturale svolta dal “Marmolada”: i libri d’autori italiani che i coristi si sono caricati nei bagagli per consegnargli all’Associazione “Bella Italia” di Santa Cruz do Sul (RS), associazione che organizza corsi d’italiano. Certamente non sono molti questi libri, ma ci sarà una continuazione in quanto prevediamo di raccoglierne altri, che poi saranno spediti.
In una piccola cittadina, ad economia essenzialmente agricola, Sobradinho, nel Rio Grande do Sul, abbiamo eseguito il concerto al lume di candela a seguito di un guasto alla linea elettrica che alimenta la città: è stato suggestivo, molto suggestivo, ma anche pericoloso, soprattutto per il presentatore, il sottoscritto, che, per portarsi al centro della chiesa, in quanto il microfono, ovviamente, non funzionava, doveva scendere ogni volta tre gradini di marmo nero (allo scuro)!
A Santa Maria (RS) il coro si è esibito nell’auditorium della Base Aerea, che ricordava i 35 anni di fondazione, ed è stata simpatica, nonché gradita, la consegna da parte di un corista, militare della Aeronautica Italiana, del CREST del 51° Stormo Bombardieri d’Istrana al colonnello Guasti, comandante della Base Aerea di Santa Maria.
Abbiamo cantato anche nella Chiesa di San Domenico, a San Paolo, luogo che vide la presenza del nostro concittadino Padre Giorgio Callegari, frei Giorgio, del quale, assieme all’Associazione “Amici della Colonia Venezia di Peruibe” cercheremo di continuare la sua opera, anche in memoria del nostro amico e corista Stefano Malgarotto, che fu colui che ci fece conoscere questa realtà.
Ma la tournée è stata anche molto altro e ne riparleremo ancora in occasione di una serata speciale che organizzeremo più avanti, nella nuova sede del “Marmolada”, dove, oltre ai racconti, ci saranno anche le immagini.
Anche la cascate d’Iguazù hanno visto la presenza del coro, però lì non si poteva cantare: l’acqua faceva troppa confusione! Bellissime! Impossibile descriverle: andate di persona!

mercoledì 6 dicembre 2006

Riflessioni sul Brasile (1): Iguazù


Cataratas do Iguaçu o Cascate di Iguazù … bellissime! Difficili da descrivere, però. Qualunque cosa si dica o si scriva non riesce ad esprimere la bellezza, la grandezza e la maestosità del luogo! Neppure le fotografie rendono bene l'idea.
È inutile, per goderle appieno bisogna andare sul posto, ed anche presto, prima che vengano rovinate dal “business” turistico, prima che diventino “Iguaçuland”.
Credetemi, non ci manca molto. Già ora ci sono chilometri di passerelle in cemento e ferro che ti portano fin sul limite dei salti; ai lati dei sentieri, quasi sempre di cemento, cartelli che indicano la presenza di serpenti, ma io non ne ho visti: solo un’iguana spaventata ed un caimano che prendeva il sole su un sasso in mezzo al fiume.
Elicotteri, che non fanno parte del paesaggio naturale, ti girano in continuazione sopra la testa per soddisfare le manie fotografiche di chi può spendere 70 dollari per dieci minuto di volo. Non basta: anche i gommoni che ti portano dentro le cascate, dove non puoi fotografare alcunché, dove, ovviamente, t’inzuppi d’acqua, però puoi dire agli amici, sempre invidiosi, :”Io sono stato dentro le cascate di Iguazù!” Ovviamente altri 40 dollari.
Per non parlare del video operatore che ti segue da quando scendi dal pullman (riprende uno per uno), sul trenino (anche questo da Iguazùland), soprattutto quando fa la curva, e sulle passerelle. Alla fine, quando stai pranzando, ti vedi in TV e poi se vuoi acquistare il DVD, almeno 5 per una comitiva, altri 25 euro l’uno (si euro questa volta).
Mi sa tanto che gli organizzatori turistici di questa località abbiano inviato qualcuno a Venezia per apprendere come si fa a fregare il turista!
Albergo di lusso, tutto nuovo e recintato con filo spinato e corrente elettrica per non fare entrare estranei. Si sa, in Brasile chi ha un po’ di soldi, bastano pochi, ha paura, tanta paura, di chi ne ha di meno! Ma questo è un altro argomento del quale tratterò nei miei prossimi “posts”.
Comunque vale la pena andarci: sono veramente belle!

Aggiornamento del 7.12 - Clicca qui per vedere un po' di foto