sabato 18 febbraio 2006

Il “mona" si è dimesso da ministro

Leggo dalle agenzie di stampa che, finalmente, Calderoli è un ex ministro.
Dopo quasi 24 ore di bagarre ha emesso un farneticante comunicato: "Non intendo consentire ulteriormente la vergognosa strumentalizzazione che in queste ore viene fatta contro di me e contro la Lega Nord anche (purtroppo) da esponenti della maggioranza: per questi motivi ho rimesso il mio mandato di ministro delle Riforme Istituzionali nelle mani del presidente Berlusconi, per senso di responsabilità e non certo perché sollecitato da maggioranza e opposizione".
Ma di quale strumentalizzazione parla “il mona”, come merita di essere appellato a Venezia e nel Veneto. Altroché “maiale” come viene definito in un sito arabo. Qui da noi resta, e sarà sempre, un “mona” come tanti suoi compagni di partito.
Ma anche il governo, con in testa il suo Presidente, ha sbagliato: doveva sin da subito, cioè da quando “il mona” si è esibito alla TV, prendere dei provvedimenti e chiedere le sue dimissione. Ha aspettato sperando chissà cosa. Ha atteso ed ha sbagliato!
Ora i mussulmani, fomentati senz’altro da qualcuno che ha interesse a tenere alta la ribellione verso tutti gli occidentali, si lasciano andare alle violenze verso il nostro consolato. Questo, naturalmente, non va bene!!!
E poi cosa c’entrano gli italiani con i “padani”? Non dimentichiamo che “il mona” fa parte di un movimento che ha fra i suoi scopi quello della secessione, quello di diventare indipendenti. Ma la “padania” non esiste! Non è neppure un’espressione geografica! Infatti fin dalle scuole elementari tutti abbiamo appreso che la valle del Po si chiama Valpadana. Il termine “padania” se lo sono inventato. Non ha alcuna discendenza né geografica né storica. E’ una buffonata come sono buffoni i suoi rappresentanti che trovano terreno fertile soprattutto fra coloro che, dal boom economico degli anni ’60 in poi, hanno fatto “i schei”, passando da contadini a imprenditori e pensando solo ad accumulare, ed ora, nell’incapacità di vedere un futuro, perché non se lo sono costruito (non bastano solo “i schei”), hanno la paura di veder crollare tutto solo perché arriva qualche immigrato.
La base ideale della Lega è il “razzismo”, la paura del diverso. Ed i suoi esponenti lo esprimono benissimo, ad iniziare naturalmente da Calderoli non trascurando Gentilini e Borghezio, solo per ricordare i più famosi.
Naturalmente, come si evince dal comunicato stampa, “il mona” non è pentito e tenta anche di alzare il tiro.
Ed allora concludo con il mio motto: “Dime mona, dime can, ma no stame dir … padan”