mercoledì 28 maggio 2008

VENEZIA NON È UN ALBERGO DIFFUSO

La Giunta della Regione del Veneto ho predisposto e consegnato al Consiglio un disegno di legge sul turismo che, soprattutto a Venezia, ha messo in allarme gli amministratori pubblici cittadini ed i veneziani non legati alla “lobbie” degli albergatori.

Infatti uno degli articoli prevede che un albergo possa avere le dipendenze anche oltre i cento metri di distanza (norma attuale), purché all’interno del sestiere. Per i non veneziani, il sestiere è una delle sei parti nelle quali la città insulare è suddivisa e, quindi, la distanza può essere notevole.

Il che porterà la nostra città ad essere un unico albergo!

Già adesso la maggior parte dei palazzi è stata ridotta a strutture alberghiere ed anche parecchi palazzetti o singole case, anche di non particolare pregio artistico/storico, hanno fatto la stessa fine. Tutto ciò porta ad un impoverimento demografico della città. Attualmente i residenti in centro storico sono circa sessantamila, in maggioranza anziani, e giornalmente diminuiscono.

Siamo circondati da strutture alberghiere, da B&B, da negozi che vendono vetri e maschere “made in China”, pizzerie e ristoranti, tutti esercizi commerciali che subentrano alle attività utili e necessarie ai residenti: fruttivendoli, macellai, panettieri, droghieri ecc. ecc.

Purtroppo a Venezia sono le “lobbies” a comandare: albergatori, gondolieri, ristoratori, tassisti e commercianti vari legati al turismo. Mi dimenticavo di quelli che commerciano con le bancarelle o, addirittura, con piccoli banchetti quali coloro che vendono, o meglio vendevano, il grano per i piccioni in Piazza San Marco; hanno piantato delle grane che meriterebbero un altro post.

Il disegno di legge in questione, licenziato dalla giunta e in particolare dall’ex assessore al turismo Zaia, leghista, oggi ministro dell’agricoltura, penalizza Venezia, ma tanto a loro, che non sono veneziani, non gliene frega niente, anche perché in città non contano!

Ma oltre agli amministratori comunali ci sono state anche alcune associazioni di cittadini che si sono ribellate; fra queste “40xvenezia”, un gruppo di quarantenni, o giù di lì, che ha lanciato una petizione che tutti possono firmare.

Chi avesse intenzione può collegarsi al link http://40xvenezia.ning.com/ e firmare la petizione.

Per maggiori delucidazioni sul disegno di legge di cui sopra, clicca qui per leggere l’articolo de Il Gazzettino di oggi; la parte in grassetto è quella che interessa in particolare Venezia.

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