mercoledì 28 marzo 2007

Continuano i tentativi di fregarvi con falsi accessi a Poste.it

Si fanno sempre più “credibili” i tentativi di truffa da parte di “false Poste Italiane”. Dopo quello che ho evidenziato nel mio post precedente del 24 marzo, i falsari si sono presentati con un’altra mail, costruita un po’ meglio, con una forma lessicale più corretta, ma sempre non veritiera ed ancora con errori nelle parole accentate.
Comunque, bisogna partire sempre dal principio che Poste Italiane non si servono di una mail per invitare i propri clienti a fruire di nuovi servizi.
Detto questo controllate la copia di questa nuova famigerata comunicazione (è un PDF).
Come potete notare, oltre alle parole senza accento, c’è ancora il carattere dell’alfabeto cirillico “И” che prende il posto della nostra “è”.
Poi, se è arrivata anche a voi questa mail ed usate Mozilla, cliccate su “Visualizza” e quindi su “Sorgente del messaggio”; qui potete constatare che non è stato spedito dall’Italia, ma da un paese che si trova nel fuso precedente. Infatti, l’orario relativo all’ora di Greenwich viene indicato con +0300, mentre il nostro orario italiano è segnato come +0200 (per questo controllo con Outlook da “File” cliccate su “Proprietà” e quindi su “Dettagli”).
Quindi, non accedete ad alcun “link” indicato su detta e-mail, altrimenti … cavoli vostri.
Uomo avvisato …..

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Aggiornamento delle ore 23,00:
C'è in giro anche una mail proveniente (si fa per dire) dal gruppo Intesa-San Paolo.
Stesso tenore, ma proveniente dalla Svizzera (sempre con il controllo di "Sorgente messaggio").


Farmaci in internet: un pericolo!

Penso che tutti abbiamo, o abbiamo avuto, qualcuno, nel giro delle proprie conoscenze (parenti, amici o altro) che si cura, o si curava, “da solo”.
Sono queste delle persone che, non andando dai medici, seguono dei loro percorsi farmacologici o, molto spesso, si lasciano influenzare dalle mode o dai consigli di qualcun altro (compresi maghi e fattucchiere).
Prendono medicine anche se non ne hanno bisogno, credono che le “medicine naturali” (quelle derivate dalle piante) non facciano male, leggono giornali che trattano argomenti di “salute”, ascoltano tutte le trasmissioni televisive su questo argomento e credono di saperne di più dei medici.
I “media sanitari” che trattano, ovviamente, non il singolo caso, pur invitando, di norma, il lettore a rivolgersi al proprio medico, non vengono seguiti in quest’importante consiglio.
Personaggi di questo tipo sono molto influenzabili e, soprattutto per questo, corrono parecchi rischi.
Ora sono arrivati, molto invadenti, i farmaci in internet.
Provate a controllare le “mail” spazzatura, le “spam”, che vi arrivano: cosa vi propongono? In primo luogo “viagra”, “cialis”, ma anche “valium” e farmaci di ogni tipo. Siamo sicuri che siano veramente farmaci?
È, come molte cose su internet, una truffa, con l’aggiunta di essere anche molto pericolosa.
È senz’altro il caso che, soprattutto queste persone, non caschino nel tranello che potrebbe avere conseguenze nefaste.

Per maggiori informazioni cliccate qui (“Medicinali in internet: connubio mortale”) e … attenzione!

sabato 24 marzo 2007

Solo gli ingenui ci cascano!

Ciò che leggete nell’immagine (cliccate sopra per ingrandirla) è la scansione di una e-mail ricevuta e che, evidentemente, si tratta dell'ennesima truffa ai danni di ingenui navigatori.
Esaminiamo il testo dove troveremo errori ortografici, simboli di altri alfabeti, e modi di dire che non appartengono all'italiano.
Innanzitutto la frase iniziale: "Gentile Banco Poste Italiane Utente." Il vero gestore avrebbe scritto solo "Gentile Utente" in quanto la mail è già intestata con il logo.
Controllate tutte le parole accentate: non ne appare alcuna.
Per indirizzare ad un link non si scrive "scatto qui" senza articolo indeterminato; tutt'al più si scriverà "clicca qui".
E poi non vi sembra strano il carattere che assomiglia ad una "N rovesciata" o ad una "H con un trattino diagonale" posto sempre dove logicamente andrebbe il verbo "è"? Andate a controllare l'alfabeto cirillico!
Ed ancora notate la pessima traduzione della frase "Se facciamo no riceve la verifica di conto appropriata ....".
Non vado oltre. Scoprite voi le altre magagne
Solo un ingenuo "clicca" su "scatto qui".






mercoledì 21 marzo 2007

L'80% dei veneziani non vuole un carnevale sovvenzionato dal Comune

Il problema del carnevale a Venezia, o meglio, “la questione morale”, come la chiama il nostro Sindaco Massimo Cacciari, ha occupato, anche oggi, una considerevole parte del principale quotidiano locale.
Come accennavo sul mio post precedente del 25 febbraio u.s., il Sindaco aveva proposto un “sondaggio/referendum” per sentire l’opinione dei cittadini, soprattutto sull’opportunità che le spese di questa manifestazione debbano essere sostenute in gran parte dall’Amministrazione Comunale.
Infatti il primo quesito, senz’altro quello più importante, era così articolato: “Considerato il rilevante indotto sull’economia della Città, ritieni opportuno che l’Amministrazione Comunale continui ad organizzare il Carnevale anche con le sole sue risorse?”
Oggi il Gazzettino ha pubblicato i risultati di questo sondaggio, organizzato tramite lo stesso giornale e tramite alcuni punti di raccolta allestiti dall’Associazione “Venezia & Venice” in diverse parti della città, anche nella terraferma mestrina.
Il quesito citato sopra ha evidenziato una risposta negativa per circa l’80%.
Ora la palla passa agli Amministratori che, ovviamente, inviteranno le categorie economiche, che dal carnevale ricevono pingui guadagni, a collaborare in maniera sostanziosa all’avvenimento; nel caso in cui venisse a mancare, o fosse insufficiente, questa collaborazione, sarebbe cosa buona e giusta che il Comune evitasse, in futuro, qualsiasi coinvolgimento nell’organizzazione e quindi nelle relative spese.
Ma, sono sicuro, già da domani si sentiranno i cosiddetti “pianti greci” dei “poveri albergatori, commercianti, artigiani et similia”, le cui lacrime faranno correre un serio pericolo di “acqua alta” per la città!


Vedi altri miei post sull’argomento:

http://sp1938.blogspot.com/2007/02/carnevale-grazie-no.html
http://sp1938.blogspot.com/2007/02/carnevale-venezia-e-questione-morale.html

venerdì 16 marzo 2007

Poveri o ladri?

Corriere.it riporta un articolo nel quale si riscontra che 80 contribuenti italiani su 100 denunciano un reddito al di sotto dei 35.000 euro.
Se poi vengono prese in considerazione le dieci città italiane più grandi, dove cioè risiede la maggior parte dei contribuenti, questa percentuale sale all’82%
Quello che poi fa meraviglia –a me non tanto- come ci siano tanti poveri in località frequentate dall’èlite del turismo e dove, quindi, i guadagni sono notevoli; l’articolo cita Cortina, Capri e Portofino.
Potete trovare le tabelle relative a tutti i comuni d’Italia a questo link: http://www.finanze.gov.it/dipartimentopolitichefiscali/fiscalitalocale/distribuz_addirpef/sceltaregione.htm

Io ho controllato, naturalmente, il comune di Venezia dove la percentuale sale all’87,85%.
Ma allora, mi domando io, e penso anche voi, da dove saltano fuori tutti quei soldi per comprare automobili, per tanti lussi di vario tipo, per cene nei migliori ristoranti (sempre pieni), per ferie in giro per il mondo, per mantenere uno o più figli all’università fuori casa, ecc., ecc., ecc.?

Ovviamente mi collego al post precedente e mi chiedo: “Quanti poveri ci sono in Italia?”.

Poveri o ladri?

lunedì 5 marzo 2007

Per anni in banca ho visto troppi "finti poveri"

Il titolo di questo post è lo stesso della lettera di un certo “Roberto” di Venezia, già direttore di una grossa banca in centro storico, pubblicata su IL GAZZETTINO di ieri 4 marzo.
È una lettera molto lunga rispetto ad altre che vengono pubblicate sul quotidiano veneziano e che, spesso, vengono tagliate per questioni di spazio. Evidentemente l’argomento, trattato con molta professionalità, è stato ritenuto degno, da parte dei redattori, di una pubblicazione integrale.
Anch’io ho trattato più volte su questo blog analoghe questioni e, qualche volta ho anche inviato lettere allo stesso quotidiano. Le mie erano, molto spesso, sensazioni ed altre volte commenti a determinati fatti; questa lettera, invece, documenta quella che è la realtà, non solo veneziana, dell’esistenza di furbetti, furboni, imbroglioni e disonesti e, guarda caso, tutti fra le categorie dei liberi professionisti, dei commercianti, degli artigiani e, non ultimi, dei gondolieri.
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Per chi volesse rivedere i miei post sull’argomento ….
http://sp1938.blogspot.com/2007/01/povera-venezia-o-venezia-povera.html
http://sp1938.blogspot.com/2006/02/venezia-contributi-casa-falsa-una.html
http://sp1938.blogspot.com/2007/01/fondo-sostegno-affitto-anche-questanno.html
http://sp1938.blogspot.com/2006/09/venezia-i-prezzi-sono-maggiorati-anche.html
http://sp1938.blogspot.com/2006/07/protestano-sempre-le-categorie-pi.html
http://sp1938.blogspot.com/2006/03/imposte-tasse-e-servizi-erogati-cosa.html
http://sp1938.blogspot.com/2006/03/proposito-delle-false.html
http://sp1938.blogspot.com/2006/03/furbetti-e-furboni-veneziani.html
http://sp1938.blogspot.com/2006/02/venezia-contributi-casa-falsa-una.html

sabato 3 marzo 2007

"La grande bugia": revisionismo o no?

"Le sinistre italiane e il sangue dei vinti", questo è il sottotitolo del corposo libro di Giampaolo Pansa "La grande bugia”. Pansa è un giornalista che, negli ultimi anni, si è dedicato alla storia recente della "resistenza", chiamata anche "guerra civile". La prima parte del ponderoso libro (469 pagine) racconta diversi episodi relativi a fatti avvenuti dopo la liberazione, che vedono "partigiani", o meglio “sedicenti partigiani”, accanirsi contro i vinti.
I crimini avvenuti, prima e dopo il 25 aprile, soprattutto in certe zone, furono numerosi ed efferati; ci andarono di mezzo persone che potevano essere fascisti, magari senza aver fatto nulla di male, ma anche antifascisti che, quindi, non erano comunisti, compresi giovanissimi e donne.
È una storia che si conosceva, almeno quelli della mia generazione, che, però, il PCI, ma anche parte degli attuali DS tentarono sempre di minimizzare.
Com’esempio porto la strage di Porzus, nei colli orientali del Friuli, dove furono trucidati venti partigiani della “Osoppo”, quindi non comunisti, da parte di una formazione dei GAP “garibaldini”, comunisti. Ero ragazzo, e mi trovavo a Udine proprio poco dopo la conclusione del processo (1954) che condannò gli esecutori della strage. Ovviamente tutta la città ne parlava anche perché alcuni personaggi, ancora in vista, erano stati importanti esponenti politici del PCI di allora. Inoltre altre storie della “guerra partigiana” avevo sentito raccontare dagli adulti, storie che parlavano di massacri da una parte e dall’altra. C’era, già allora, chi propendeva ad assolvere tutto l’operato dei partigiani e chi, invece, prendeva le distanze da certe azioni che, più che lotta partigiana, erano soverchierie, ladrocini, vendette ed omicidi. Il tutto era più sentito nella zona montana del Friuli, tanto che a Udine, alla fine degli anni ’50, quando iniziò la costruzione del Monumento alla Resistenza in Piazzale XXVI luglio (progetto di Gino Valle e Federico Marconi tra il 1959 e il 1969 con scultura di Dino Basaldella), correva la voce che la costruzione era stata decisa in quel luogo, e non in “Chiavris” (zona a nord) perché il piazzale si trovava a sud della città; se l’avessero costruito a nord forse qualcuno l’avrebbe fatto saltare in aria.
In ogni caso erano storie che si conoscevano, come anche quelle d’altre stragi compiute nel “triangolo rosso” emiliano.
Nel nordest si conosceva anche la vicenda delle foibe e questo forse perché più vicini, ma anche perché molti profughi dell’Istria e della Dalmazia si fermarono in questa regione.
Tutte storie che il PCI, prima quello di Togliatti e di Longo, ma anche successivamente, non volle mai “scoprire” e, ogni volta che qualcuno si azzardava a parlarne, era bollato come revisionista. Negli ultimi anni ci sono state le aperture di Violante ed altri e, non ultimo, il Presidente Napolitano.
Ma ancora c’è chi si ostina a non voler leggere quelle pagine di storia: sono, in particolare, storici, giornalisti ed intellettuali dell’ortodossia comunista che, nonostante tutto, esistono ancora.
Arrivarono negli ultimi anni, e suscitarono scalpore, presso certi ambienti, i libri di Pansa, che si dichiara di sinistra.
Sono convinto che non possono esistere una “storia di sinistra” ed una “storia di destra”, ma esiste solo la Storia.
La verità, scomoda per certa sinistra, non deve in ogni caso far dimenticare quanto avvenuto prima, per anni, dall'altra parte. Non dobbiamo dimenticare che ci furono oltre vent’anni di dittatura, una guerra voluta dal regime ed infine la Repubblica di Salò (RSI) con i suoi crudeli misfatti che, anche numericamente, superarono quelli perpetrati dopo, dall’altra parte.
Ed ecco che, anche a seguito dei libri di Pansa, certa destra, con in testa il leader della coalizione, iniziarono ad edulcorare il fascismo ed a presentare un Mussolini che inviava in luoghi di villeggiatura i confinati. E questo è vero e proprio revisionismo!
Concludo tornando al libro in questione che, nella seconda parte, potrebbe anche intitolarsi "Tutti contro" oppure "Tanti nemici, tanto onore", perché lì troviamo raccolte tutte le critiche avverse e che, ovviamente, l’autore contesta.
È, a mio modesto parere, un libro interessante, ma, contemporaneamente pesante e ripetitivo.