lunedì 15 aprile 2013

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giovedì 11 aprile 2013

Giulio Bedeschi: una forte delusione.

Non uno choc, ma una forte delusione mi ha preso leggendo, quest'oggi, una notizia.
Molti avranno letto "Centomila gavette di ghiaccio" il libro più famoso di Giulio Bedeschi, un diario che racconta la tragica campagna di Russia dell'esercito italiano. In particolare l'autore, che era ufficiale medico,  narra le vicende delle truppe alpine, dalla partenza alla ritirata,  dalla quale molti non tornarono.
Ultime ricerche, negli archivi della zona di Forlì, evidenziano che Bedeschi, dopo il ritorno in Italia, non solo aderì alla Repubblica Sociale Italiana, ma fu un attivista e comandante di una Brigata Nera
Subito dopo il 25 aprile riuscì a "sparire", forse usando documenti falsi, e operò come medico in provincia di Ragusa e solo più tardi in Lombardia. 
Certo che chi ha apprezzato i suoi libri ed anche i canti di Bepi De Marzi e Carlo Geminiani ispirati a queste vicende ("Joska la rossa", "L'ultima notte" e "Le voci di Nikolajewka"), proverà una forte delusione a sapere che Bedeschi, nonostante quello che ha visto in Russia in quella grande tragedia voluta da Mussolini e dal fascismo, abbia aderito a quella che fu la pagina più sporca della dittatura.   
La notizia è riportata da "Avvenire" e si può leggere cliccando qui.