giovedì 24 giugno 2010

Post d'attualità e di saluto.

Non ne facciamo una tragedia. Sarebbe meglio dire ... non ne facciano, i giornalisti ed i "media" in generale, una tragedia. 
Non sono mai stato tifoso; comunque mi dispiace che gli azzurri tornino a casa e, questa sera, dormirò ugualmente i miei sonni tranquilli.
Ricordiamoci, in fin dei conti, che si tratta pur sempre di un gioco, anche se dietro questo gioco girano cifre inimmaginabili di soldi e, forse, proprio i soldi, sono la causa principale della magra figura della nazionale di calcio. Però, nessuno di coloro che, per i prossimi giorni, ci tormenteranno con i diversi "processi" prenderà in considerazione  questa causa.
Tornando alla "tragedia", ritengo che ci siano ben altre tragedie nel mondo ed anche nella nostra "povera" (checché ne dica il solito S.B.) Italia. 

Con queste brevi considerazioni su un fatto di "importanza mondiale" chiudo per ferie estive un giorno prima (domani aderirò, con il mio blog, allo sciopero contro la manovra fiscale) e do appuntamento ai miei lettori a settembre.
Buone vacanze a tutti! 

mercoledì 23 giugno 2010

Ipse dixit!

"Ribadisco di essere contrario a qualsiasi frammentazione del Pdl, anche mascherata da fondazioni o associazioni che possono dare l'impressione di dar vita a correnti".
Queste sono parole di Berlusconi di oggi. 
Inizia con il non riconoscere la democrazia interna al suo partito (sempre che si possa chiamare partito) e poi finirà con il non volere l'opposizione alle camere.
E' la strada per il partito unico!
Ma la storia non insegna niente? 

martedì 22 giugno 2010

"La Padania è inesistente", dice Fini

G.F.Fini ha detto in questi giorni: "La Padania è inesistente"
Giustissimo, sostengo io. Anzi, parafrasando una celebre frase di Metternich, del 1847, ("L'Italia è solo un'espressione geografica"), sostengo che la Padania NON è neppure un'espressione geografica!
Infatti il territorio che comprende il bacino idrografico del Po è sempre, e solamente, stato chiamato Valle Padana.
Che si vadano a rispolverare i libri di geografia delle elementari!
E poi, la banalità del sole celtico e del rito alle sorgenti del Po: una baggianata. Ed il tifo per il Paraguay durante la recente partita ai "mondiali di calcio"? Un'altra stupidaggine! E' meglio che vadano a pescare ... trote!
E concludo con: "Dime mona, dime can, ma no stame dir padan!"

domenica 20 giugno 2010

Sfoghi del “solstizio”



N.1 - Saremo anche arrivati a quello che si chiama “solstizio d’estate”, ma l’estate proprio non si vede!
Pioggia e freddo sono le caratteristiche di questi giorni.
Ma non tutto il male viene per nuocere. Infatti, per prima cosa, non ci sono le zanzare, o meglio, ci sono, ma queste temperature non estive le hanno decimate. In secondo luogo quest’oggi, finalmente, ho camminato per Venezia senza dover chiedere permesso per passare in qualche calle e questo perché turisti e visitatori domenicali risultavano decimati, proprio come le zanzare. Questa mattina ho visto qualcuno che con valigia ed ombrello partiva e qualcuno che arrivava. Poi qualche rara compagnia, dove tutti portavano l’impermeabile dello stesso colore, evidentemente acquistato “all’ingrosso”, vagava sperando, inutilmente, nel sole. Camminare per Venezia in queste condizioni fa veramente piacere! Ovviamente non avranno piacere i gestori dei pubblici esercizi che all’umido della pioggia aggiungono quello delle loro lacrime e che, nonostante tutto, piangono sempre.

N.2 - Ieri sera ho partecipato, con il mio coro, ad una manifestazione alla quale intervenivano altri due complessi musicali di genere musicale completamente diverso. Anche il luogo di esecuzione era diverso da quelli che di solito frequentiamo: il palasport “Taliercio” di Mestre (3000 posti circa) dove il nostro coro, date le caratteristiche fisiche ed acustiche dell’edificio, deve essere amplificato. D’altra parte anche gli altri complessi sono amplificati, anche troppo! Per motivi dell’organizzazione (a me sconosciuti) non è stata fatta alcuna pubblicità e, quindi, il pubblico presente ammontava a circa 200 persone. Il coro si è esibito, come "Intermezzo", fra due complessi "pop"; xi stavamo proprio come i classici "cavoli a merenda". Anche se "fisicamente" eravamo infastiditi di quanto ascoltato prima della nostra esibizione e durante le prove, abbiamo egualmente compiuto il nostro dovere, cioè quello di cantare bene!
Per quanto riguarda gli altri due complessi, formati da professionisti e che preferisco non nominare, devo dire che non capisco perché la musica, soprattutto la base ritmica, debba essere tenuta ad un così alto livello di decibel! Il rumore era talmente forte (ed è proprio il caso di parlare di rumore e non di musica) tanto che le parole del cantato non venivano percepite bene.  Un rumore che faceva tremare la cassa toracica dei presenti!
Come avrete tutti immaginato, non sono un frequentatore di concerti “pop” e “rock” o di discoteche, ma mi sono reso conto, in questa occasione, come una persona, dopo ore di questo “rumore”, non abbia neppure bisogno di alcool o di droga, tanto esce rimbambita, per procurare un incidente automobilistico.

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A commento di questo post, per quanto riguarda il secondo "sfogo", l'amico Toni mi ha inviato questa poesia in veneziano


SCOLTA… CHE TE BATO EL TEMPO (ma pian)
                                                                                            di Toni Dittura
Ogni matina soto i me balconi
passa ‘na Panda coi veri serai.
La guida un tipo, barba e basetoni,
che se remena come i  papagai:
avanti e indrio co spae, testa e busto;
forse ghe par da esser un gran bel fusto.

Da dentro la vetura un gran rimbombo
fa rintronar i veri del palasso.
Ghe sbàja un can e scampa via un colombo
a tuto ‘sto casin  e ‘sto fracasso.
-El diga. . . galo  ‘l motor che bate in testa,
o  ‘l  porta un gran canon  che spara a festa?-

-Me scolto na canson -  el me risponde.
Ma mi no go capìo gnancora  ‘desso
cossa che serva quele baraonde,
che  i. . . timpani  ne rompe massa  spesso.
-La musica moderna, ormai ze çerto,
solo co i tamburi fa concerto.-

Ze proprio vero. Infati géri sera
me go sorbìo fin quasi mezo bòto
tremile canonàe de  ‘na tastiera
e de na batarìa. Che terremoto !
Mi me stropavo  e rece co do dei,
parché no se rompesse anca i sarvei.

I do cantanti, bravi in verità,
par tuta la serata ga cantà.
Ma la so voze mai no se  sentiva
parché i tamburi ghela coverziva.
Tuti  BATEVA EL TEMPO  co le man:
el risultato gèra un  gran bacan.

Par forsa ! Se nissun se tien in mente
che ze la melodia che va cantada,
tuti i tenori cantarà par gnente
e ‘l concerto srà na gran vacada.
Baté sì el tempo,ma  batelo pian:
cussì ve scoltaremo anca doman.

domenica 6 giugno 2010

Cosa NON devono fare i veneziani

La "blogger" Emilia sta ponendo una serie di "post" su quello che possono, o non possono, fare i turisti a Venezia.
Io, con alcune foto -scattate questa mattina- vorrei indicare alcune cose che NON devono fare i veneziani.

Proprio fuori dal mio portone, già ieri mattina, ho trovato queste assi di legno che sono resti edilizi (in veneziano "rovinassi"), che qualche maleducato, incivile e "tanto altro" veneziano ha pensato bene di abbandonare in questo pezzo di fondamenta, ovviamente lontano da casa sua.
Ora resteranno ben posizionati per parecchi giorni in quanto i netturbini -che pure attraccano la barca proprio lì vicino- non li porteranno via perché non sono immondizie e neppure materiale (carta, vetro e plastica) interessato alla raccolta differenziata. 
Tuttalpiù può considerarsi materiale ingombrante e quindi basta prendere appuntamento con gli operatori del servizio che, gratuitamente, provvederanno all'asporto dal piano terra del domicilio del richiedente; però, ... troppa fatica per una telefonata; e poi, tenerselo in casa propria o nell'entrata. E' molto meglio abbandonarlo vicino alla porta di qualcun altro! Chi se ne frega del prossimo! 
Avrei altri epiteti per questi individui, ma non vado oltre per non scendere nel turpiloquio!

Altre due foto!

Sempre questa mattina, poco più in là del luogo in cui ho scattato la prima foto, i sacchetti della spazzatura abbandonati il sabato sera (la domenica non c'è la raccolta), sempre da qualche veneziano al quale vanno tutti gli epiteti di cui sopra;  ovviamente chi ha depositato in questo luogo lo ha fatto di proposito perché lontano dalla porta di casa sua!
In più ci si mettono anche i gabbiani che rompono i sacchetti per cercare da mangiare, riducendo il suolo nello stato che vedete.

Sono due cose che NON devono fare i veneziani che, però, almeno certi veneziani (che fanno rima con " ... morti cani") le fanno quotidianamente.