mercoledì 30 gennaio 2019

Tassa di sbarco a Venezia - Esenzione prevista per i veneti

Tassa di sbarco a Venezia - Esenzione prevista per i veneti

A proposito della tassa di sbarco a Venezia,  soluzione che non condivido, e della richiesta di esenzione per i veneti, desidero raccontare un episodio di alcuni mesi fa del quale sono stato protagonista.

La porta d'ingresso al mio condominio (una delle due), quella con il numero anagrafico  e con una visibile e grande pulsantiera di campanelli con videocitofono, chiude la calle ed è un portoncino in vetro. Da fuori si può scorgere una vera da pozzo al centro di un piccolo cortile ed un loggiato. Molti turisti si avvicinano per guardare e per scattare immagini e vi sono anche quelli che tentano di aprire. Questa porta ovviamente viene aperta a chi suona   ed è riconosciuto.

A volte, però,  vuoi per distrazione di qualcuno, vuoi per altri motivi, lo scrocco della serratura non chiude ed è sufficiente spingere per poter entrare ed allora ci troviamo turisti smarriti nell'androne e anche su per le scale.

Ed ecco cosa mi capitò tempo fa!

Dopo essere sceso dal mio appartamento, nell'androne trovai un gruppo di persone che cercavano  di uscire da qualche parte. Alla mia domanda dove volessero andare non seppero rispondere e, quindi, li accompagnai, evidentemente risentito, all'ingresso informandoli che si trovavano in una proprietà   privata, cosa che, comunque,  avrebbero potuto desumere dal numero anagrafico e dalla pulsantiera. Uno per tutti mi rispose: "A no semo miga inteligenti nuantri".

Erano turisti veneti!!!   
E questi, secondo Zaia e Brugnaro, dovrebbero  essere esentati.     

lunedì 14 gennaio 2019

ROSSO TIZIANO


ROSSO TIZIANO
 
Il tutto è iniziato con le camicie rosse di Garibaldi, ma fu un caso. Infatti, le prime camicie rosse furono per la Legione Italiana che combatte nel 1843 a Montevideo, tuniche più che camicie, che Garibaldi acquistò a prezzo scontato perché rimaste invendute.
Le usò poi anche nelle altre sue battaglie dell'epopea del Risorgimento Italiano.
Forse perché segno di ribellione ai poteri dispotici, il colore rosso fu preso come colore distintivo dei comunisti, che, da sempre, furono soprannominati i "rossi" (i "garibaldini" partigiani facenti capo al PCI avevano il fazzoletto rosso).
Poi, sempre ricordando capi d'abbigliamento, ecco i fascisti che adottarono il nero, il colore della morte, che faceva risaltare le ossa e i teschi, ovviamente bianchi.
All'estero, in Germania, i nazisti optarono per il colore bruno.
Ricordiamo anche i fazzoletti verdi dei partigiani della "Osoppo" e quelli azzurri di quelli delle Langhe che s'identificavano con i movimenti di Giustizia e Libertà.
Dopo la guerra gli indumenti furono abbandonati, ma rimasero, per alcuni, i colori: rossi i comunisti, neri i fascisti e bianchi i democristiani (ricordiamo la "balena bianca").
Passano gli anni e i colori restano per molto tempo questi.
Nasce la Lega (inizialmente Łiga Veneta, con la barretta sulla "elle") che prende come colore il verde.
Arriva Berlusconi che si appropria dell'azzurro (a fine gennaio 2019 farà scendere in piazza i "gilet azzurri") e, ultimamente i 5S, ai quali viene attribuito il giallo, tanto che l'attuale governo viene indicato come "giallo-verde".
Localmente, a Venezia, l'attuale Sindaco -tre anni e mezzo fa- si appropria di un colore non proprio comune, il "fucsia" e le sue giunta e maggioranza (ossequenti al capo) sono ormai definiti con il termine di "giunta e maggioranza fucsia".   
Cose di questi giorni, invece, e vediamo saltar fuori nuovamente dei capi d'abbigliamento, i "gilet gialli" francesi, movimento di protesta che sta mettendo sottosopra la Francia.

Ora, ditemi voi, se oggi uno vuol creare un partito o un movimento d'idee quale colore gli resta fra quelli cosiddetti primari (rosso, verde e blu)? Bisogna ricorrere ai colori cosiddetti secondari che nascono dalla mescolanza dei primari, ma anche qui c'è poca scelta: quello più espressivo è il marrone, ma è il colore della merda!!! (N.d.R. andrebbe bene a molti!).
E allora si potrebbe ricorrere al "celestino rosa pallido", un colore indefinito che si può adattare a qualsiasi tendenza, soprattutto a chi è una cosa e poi un'altra.
Oppure "verde pisello", ma il pisello potrebbe essere un diminutivo del "verde leghista" ed anche un'offesa.
E perché no un "rosso Tiziano" ??? Un colore derivato da un impasto cromatico ricco e sfumato, un colore classico veneziano!!!  Allora, se dovessi scegliere un colore per un mio "movimento politico", che resta solo un movimento ideale, opterei proprio per il ROSSO TIZIANO!