lunedì 26 novembre 2007

Discussioni sulla “sanità veneziana”

L’ennesimo incontro sul tema “sanità”, svoltosi a Venezia la scorsa settimana, ha rispolverato le critiche che, da ogni parte, piovono sul riconfermato direttore generale della Ulss 12 Veneziana, dott. Antonio Padoan.
Detto incontro era organizzato dalla Confartigianato veneziana, anche in vista dei prossimi cambiamenti che dovrebbero avvenire a breve e che, comunque, pongono diversi interrogativi.
Da questo incontro, come da altri precedenti, il direttore dell’Ulss si dimostra più come “manager” di un’impresa con scopo di lucro invece di amministratore di un’azienda pubblica il cui scopo è fornire servizi sanitari adeguati a tutti i cittadini e, soprattutto, a quelli più deboli. O no?
Clicca qui per leggere quanto riportato dalla stampa locale (Il Gazzettino) in questi giorni.
Il fatto di essere riuscito a costruire il nuovo ospedale di Mestre (clicca qui per vedere il progetto) con il sistema del “project financing”, dopo che la terraferma veneziana lo aspettava da circa cinquant’anni, lo rende all’occhio dei privati e della giunta regionale di destra, quasi un “salvatore della patria”.
Non dimenticherei, però, che questa nuova costruzione (forse un po’ faraonica), che inizierà ad essere operativa nei primi mesi del 2008, porterà il privato dentro la sanità pubblica; questo, almeno a quanto dichiarato, solo per i servizi non sanitari. Non si sa, però, se qualche servizio diagnostico, tipo radiologia, risonanza magnetica e PET, verranno o meno gestiti dall’ospedale stesso o da privati.
Si sa già che, fra l’altro, il parcheggio sarà in mano ai privati, che hanno già stabilito che anche i dipendenti dovranno pagarlo, 35 euro al mese (cioè un incasso di circa 35.000,00 euro al mese, 420.000,00 all’anno)! Ovviamente sono già iniziate le proteste. Forse i dipendenti della più grande industria italiana, la Fiat, pagano il posteggio per andare a lavorare?
Tornando alle dichiarazioni di quest’ultimo incontro, il direttore generale, che non è mai stato tenero con i medici di base, non si sa perché, se li è inimicati ulteriormente. «É irritante e sconfortante - dice il presidente dell’Ordine dei Medici - che un direttore generale screditi così la categoria medica. Non vogliamo più essere trattati come un problema, ma come una risorsa. É arrivato il momento che questa azienda ci dica, una volta per tutti, se considera i medici, tutti i medici, come dei professionisti competenti con cui collaborare, o solo come dei dipendenti a cui imporre delle scelte anche discutibili».
Poi c’è il problema delle “Utap” le unità territoriali di assistenza primarie che dovrebbero riunire medici di base e guardia medica in strutture più grandi. Anche qui i medici di base, soprattutto della realtà di Venezia-Centro storico, sono dubbiosi sulla loro necessità e “pensano male”, andreottianamente parlando! «Il mio timore – sostiene un medico - è che il direttore generale Antonio Padoan abbia obiettivi diversi dalla salute della popolazione. Il suo problema è soltanto il bilancio. Nella vicenda delle Utap, in particolare, la Regione ha vincolato il premio di produzione dei direttori generali all'attivazioni di due di queste strutture. Insomma tutto questo interesse è perché ne va dello stipendio di Padoan. Ma un'Utap, in una città come Venezia, non è così importante. Molto meglio sarebbe investire sulla medicina di gruppo o sul personale che è drammaticamente poco».
Qualche dubbio, effettivamente, c’è!

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