sabato 22 settembre 2007

L’italiano – Biografia di una lingua

Le “sparate” di Grillo, per non parlare di quelle di Bossi e Berlusconi, ma anche di Prodi & C., lo “scandalo” di Mastella, che si fa dare un passaggio in aereo per il G.P. di Monza, le lite, per così dire, in diretta, ed alla quale non ho assistito (per fortuna mia) fra Mike B. e Loretta Goggi, e tante altre amenità di questi giorni, veramente NON m’interessano.
Ed allora, visto che di quanto sopra trovate scritto di tutto e di più in giro fra i blog e su tutti i giornali, io, questa volta, tratterò d’altro.


Voglio scrivere di un libro del quale ho terminato la lettura proprio oggi.
Non è un romanzo e neppure un saggio.
Non è una raccolta di poesie.
Non è un libro dal tratto giornalistico.
Non è un libro di storia, nel senso più stretto del termine, ma è, pur sempre una storia,
“La storia” – si trova scritto nella quarta di copertina – “ricca e sorprendente del nostro bene culturale più prezioso: la lingua italiana”.
Gli autori sono due professori: Valeria Della Valle, professoressa di lessicografia e lessicologia italiana e Giuseppe Patota, professore di storia della lingua italiana. Si tratta quindi di due specialisti che, pur nella complessità del loro lavoro, hanno saputo esprimersi in un linguaggio accattivante e facile.
Il titolo del libro è: “L’italiano – Biografia di una lingua” (Sperling & Kupfer Editori) - Anno 2006 – Prezzo €.16,00.

Scoprirete, se non lo sapete già, (ma è sempre bene rinfrescare il proprio sapere) le origini della nostra lingua, o meglio, delle nostre lingue cosiddette volgari, la loro continuazione dal latino, più esatto è dire “dai latini”, proprio perché anche la lingua “madre” aveva diverse sfumature, diversi “dialetti”.
Troverete i primi passi del “volgare” e la preminenza del toscano, meglio dire del fiorentino, anche e soprattutto per merito di Dante che scrisse il “De vulgari eloquentia”, un trattato interamente dedicato al volgare italiano, scritto, però, in latino in quanto è un trattato di filosofia del linguaggio, e al tempo di Dante per scrivere di filosofia si adoperava il latino.
Troverete anche qualche curiosità sul perché certe parole ora si scrivono in un determinato modo, mentre nel latino “classico” si scrivevano diversamente: infatti esisteva anche un latino “non classico”, un latino che, nelle diverse parti dell’impero veniva parlato quotidianamente.
Una storia affascinante che giunge fino ai giorni nostri.
Nel dare spazio, qui sotto, a quanto scritto nella seconda di copertina, ve ne consiglio la lettura.



“La lingua italiana ha una grande storia: seguire il lungo e variegato percorso attraverso il quale si è formata e trasformata è come leggere un romanzo di avventure. Il primo capitolo di questo racconto affascinante si apre con le più antiche testimonianze del cosiddetto latino volgare, una lingua che per lungo tempo, dalla nascita di Roma al tardo impero, fu solo parlata ma finì per prevalere sul latino classico. Come lo sappiamo? Un curioso documento del terzo secolo d.C. mostra un insegnante alle prese con gli «errori» più comuni dei suoi allievi: si dice calumna, calida, auris; non calomna, calda, aricla, raccomanda il maestro, confermandoci così la derivazione dell'italiano dal latino parlato. Intrecciando la storia e l'analisi dei testi con curiosità e aneddoti, il libro si sofferma poi sulle tappe più significative del processo di innovazione del linguaggio: le prime poesie in lingua italiana; l'impegno di Dante per la diffusione del volgare; il modello di prosa fornito da Boccaccio; i dibattiti sulla presunta superiorità del fiorentino sugli altri volgari; la pubblicazione del primo vocabolario, dovuta all'impegno degli Accademici della Crusca; la scelta moderna di Galilei, che adoperò l'italiano per scrivere le sue opere scientifiche; il nuovo modello di lingua letteraria creato da Manzoni e così di seguito fino alle discutibili battaglie linguistiche intraprese dal regime fascista e all'affermazione dell'idioma nazionale attraverso la radio e la televisione. Un excursus di facile e piacevole lettura, che contiene tutto ciò che ogrti italiano dovrebbe sapere sulla propria bella e gloriosa lingua materna”.

1 commento:

Toni ha detto...

Caro Segio, seguirò msicuramente il tuo consiglio. . . tu sai che questi argomenti mi piacciono! Non rinuncio però a fare un'affermazione sulla conclusione del tuo post; la mia lingua madre é il dialetto veneziano, derivi esso dal latino, dal volgare illustre , da deformazioni non dotte della lingua o da influssi delle lingue di tutti i popoli che hanno avuto contatto,non solo con Venezia, ma anche con i Paleoveneti.