lunedì 3 settembre 2007

Assurdo morire a 33 anni per andare a funghi

Di solito, nella stagione estiva, fra le varie notizie, si legge di qualche anziano che, dopo essere uscito da casa per andare a cercare funghi, non ha fatto ritorno. Il più delle volte trovano il corpo in qualche dirupo, privo di vita.
Ma, avere 33 anni, essere uno sportivo, praticare l’alpinismo ed il parapendio, e morire per essere andato a raccogliere qualche fungo, è assurdo.
Eppure è successo proprio a Raveo, quest’estate, pochi giorni dopo il mio arrivo.
Era un ragazzo del paese e, quindi, conosceva molto bene i luoghi; era, come accennavo all’inizio, un ragazzo sportivo e, forse proprio perché troppo sicuro delle sue capacità e conoscenze, ha commesso un tragico errore, un’imprudenza.
Alle 16 di sabato 30 giugno sentii e vidi un elicottero che s’aggirava sui monti proprio attorno al paese, come capita quando è cercato qualcuno. Venni subito a conoscenza che un ragazzo, uscito la mattina di casa, per andare a funghi, non vi aveva ancora fatto ritorno.
Dopo qualche giro le ricerche s’indirizzarono sopra Cuel Budin e Cuel Toront, due colli che, soprattutto dalla parte del torrente Degano, sono particolarmente scoscesi. Poco dopo vi fu un atterraggio in un prato all’inizio del paese e molti abitanti si recarono presso quel prato per avere notizie più precise. Tutti qui si conoscono e, quindi, s’interessavano alla sorte del ragazzo. Io non lo conoscevo personalmente, ma conosco i suoi genitori ed altri parenti.
Negli anni precedenti lo avevo ammirato, quasi ogni domenica, durante le sue evoluzioni con il parapendio sui cieli di Raveo.
Mentre anch’io raggiungevo il luogo nei pressi del quale era atterrato l’elicottero, questo ripartì dopo aver caricato a bordo un medico ed un infermiere. Il ragazzo era stato ritrovato da una squadra del soccorso alpino in un dirupo e, stando alle notizie che giungevano via radio, era cosciente. Quindi era ancora vivo e, almeno a quanto tutti speravano, i sanitari avrebbero dovuto metterlo in stato di sicurezza per trasportarlo poi all’ospedale. L’elicottero ritornò sul prato e l’attesa divenne un incubo. Passava il tempo, troppo tempo, e non giungevano nuove notizie. Passò quasi un’ora quando, all’improvviso, un cugino scoppio in pianto; tutti i presenti capirono subito quello che era successo e, in silenzio, tornarono alle loro case.
Il silenzio avvolse l’intero paese.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dunque bentornato ufficialmente e se non fosse stato per quei dolori alle ginocchia oserei affermare che hai trascorso la vacanza ideale, nipotina a parte che assorbe molte energie.
Si capisce che l'assurda morte di quel giovane ti ha molto colpito: per la dinamica e l'età, come se il destino si diverta a consumare la sua macabra beffa. Lo si capisce dal tono che hai adoperato, tale da rendere la mestizia di quelle giornate molto percepibile.