martedì 4 settembre 2007

La nuova strada RAVEO – MUINA

Sabato 1° settembre, in quel di Raveo, è stata inaugurata ufficialmente una nuova strada, la intercomunale Raveo – Muina (frazione del comune di Ovaro) (vedi articolo de “Il Gazzettino” del 2.9).
Ci hanno messo cinquant’anni per averla!!!
E poi si dice di Venezia, dove tutto sembra molto più lungo. In fin dei conti per l’ultima opera, il famoso quarto ponte sul Canal Grande, il ponte di “Calatrava”, dal nome dell’architetto che lo ha progettato, sono stati necessari "solamente" dieci anni.
Torniamo, però, alla strada in questione. Già prima del terremoto del 1976, dalla parte di Raveo, avevano iniziato ad aprire una strada sterrata di circa 300 metri, che aveva preso il posto di un bel sentiero in mezzo ad un bosco di faggi, in parte con un muretto a secco. Quel sentiero continuava parte nel bosco, parte su una pietraia per tornare ancora in mezzo al bosco ed anche scendendo fino al letto del torrente Degano per poi risalire, fra i prati, al paesino di Muina.
Ora, la strada che ha distrutto questo sentiero non è che sia molto larga e, soprattutto, è una curva continua. Però accorcia notevolmente (dieci minuti circa) il percorso da e per Ovaro, e, quindi, Comeglians e Sappada.
Il percorso attraversa una località chiamata Terranera, che prende questo nome dal fatto che lì affiora del carbone, poca roba, che i paesani sfruttarono con l’apertura di due piccole miniere fino all’immediato ultimo dopoguerra. Le aperture di queste opere erano visibili ambedue e, con i lavori di sbancamento e marginamento, una, ora, non si vede più.
In questa località si trova una chiesetta, chiamata appunto della Madonna di Terranera, un opera votiva, che ha visto la luce nel 1890. Prima, quando esisteva ancora il sentiero, questa appariva improvvisamente solo all’ultimo momento, all’uscita dal bosco.
Oggi la chiesetta si vede da lontano e non ha più quella suggestione che aveva in passato e, per recarvisi a piedi (10 minuti), si è costretti a camminare sul ciglio della strada ponendo sempre attenzione alle automobili, per non parlare dei motorini assordanti, che appaiono sfrecciando all’improvviso da un dosso o da una curva.
Però, come dicono le autorità locali, si sono dotate “ … le rispettive comunità di un collegamento viario diretto, in grado di rafforzare le reciproche identità, da sempre affini per storia, cultura, economia”.
Nulla da eccepire, però, e qui mi rivolgo al sindaco: non sarebbe opportuno trovare un nuovo itinerario, sopra o sotto la strada, un nuovo piccolo sentiero, fra prati e boschi, da Cjaledonne (dove esisteva una fontana nelle acque della quale le ragazze del paese usavano specchiarsi) fino alla chiesetta?

N.B. - Per la storia della Chiesetta di Terranera : http://www.piovesan.net/raveo/rip/Raveo_testo.htm#_La_Chiesetta_della

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