Il 12 settembre u.s. avevo trattato sui coccodrilli di plastica fucsia che apparivano percorrendo il Canal Grande. Ne avevo parlato anche in precedenza su un post relativo alla Biennale.
Ora ne torno a parlare perché sembra che se ne vadano via. Finalmente!
Vi riporto la notizia apparsa, proprio oggi, su “Il Gazzettino”.
Se ne vanno i coccodrilli in plastica di Cracking Art
(m.f.) Hanno fatto discutere per l'idea, il colore, le dimensioni e anche perché non avevano le autorizzazioni necessarie per essere esposti. Certo è che i nove coccodrilli in plastica della Cracking Art si sono fatti notare per tutta l'estate. Ieri, nonostante fossero stati dichiarati "clandestini" da giugno, i primi rettiloni rosa fucsia sono stati tolti dal terrazzo dell'Omnibus a due passi da Ca' Farsetti e caricati a bordo di un mototopo.
In ogni caso, chi li ha piazzati ha ottenuto ciò che voleva: esporre la propria arte su un palcoscenico invidiabile come il canal Grande utilizzando il richiamo della Biennale come catalizzatore dell'attenzione. Non è la prima volta che questo gruppo d'avanguardia milanese fa simpatiche "incursioni" in centro storico con le sue sculture ispirate al mondo animale. Due anni fa furono i pinguini rossi a far discutere, ma poi furono così apprezzati che molti chiedevano dove si potessero acquistare. Ancora prima, misero una serie di tartarughe ai giardini della Biennale e anche in quel caso piacquero al punto che qualcuno pensò di rubarne un paio. In agosto il gruppo ha organizzato una mostra in collaborazione con l'hotel Bauer, dove sono ricomparsi anche i pinguini (alti tre metri) e diversi orsi.
Installate a inizio giugno, quando venne inaugurata la Biennale d'arte, pochi giorni dopo furono notate dalla soprintendente Renata Codello, in transito per il Canal Grande, che non gradì: quei bestioni colorati lunghi qualche metro, a suo giudizio, erano incompatibili con il paesaggio di Venezia. Fu così che si scoprì che erano pure abusivi. Quelli della Cracking Art, infatti, non si erano preoccupati di chiedere l'autorizzazione.
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Aggiornamento al 3 ottobre 2007 con l'articolo de IL GAZZETTINO
Nella segnalazione dei vigili urbani sono indicati sia gli artisti, che i proprietari dei poggioli sul Canal Grande che hanno ospitato le opere
Cracking art, denuncia in Procura per i coccodrilli
(r. br.) Dopo la multa, arriva anche la denuncia in Procura. Non c'è pietà per gli otto coccodrilli fucsia della cracking art che per tutta l'estate avevano campeggiato da altrettanti poggioli sul Canal Grande. Un'iniziativa di questo gruppo d'avanguardia, organizzata in concomitanza con la Biennale d'arte, senza però chiedere il permesso a nessuno, se non ai proprietari dei poggioli. É così, su segnalazione della Soprintendenza, si era mosso il Comune. Succedeva a giugno, ma i tempi della burocrazia sono stati decisamente lunghi. Solo alla fine dell'estate i vigili urbani hanno notificato le prime multe per occupazione abusiva di suolo pubblico. I crackers hanno quindi fatto a tempo ad organizzare un'altra festa in laguna e a cominciare a sbaraccare le loro ingombranti installazioni, ed ecco arrivare la segnalazione in Procura.
Un accanimento contro i coccodrilli? «Non potevamo fare altrimenti - spiega il comandante dei vigili urbani, Marco Agostini - c'era stata una precisa segnalazione della Soprintendenza. Per questo abbiamo proceduto sia per occupazione di suolo pubblico, per cui è prevista la sanzione amministrativa, che per violazione del testo unico per i beni culturali, che è invece un reato». Alla Procura i vigili hanno segnalato tutti: sia gli artisti, che i padroni dei poggioli che hanno ospitato le opere, per lo più albergatori. «Spetterà alla magistratura decidere il da farsi. Immagino che la cosa si chiuderà con un'ammenda».
Era stata la soprintendente in persona, Renata Codello, ad "accorgersi" di quei bestioni colorati e a chiedere chiarimenti ai suoi uffici e a Ca' Farsetti. Così si era scoperto che non erano autorizzati da nessuno. I cracker, d'altra parte, avevano fatto lo stesso anche in occasione delle precedente Biennale, quando sui poggioli avevano piazzato dei pinguini colorati, con la motivazione che ognuno può sistemare il «vaso di fiori che vuole sulla sua terrazza». Gli era andata bene, anche perché i pinguini non erano formato vaso di fiori, ma nemmeno grandi come i coccodrilli.
1 commento:
Ecco una buona notizia. Erano proprio brutti e in netto contrasto con la bellezza e le caratteristiche della città.
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