Lunedì 19 u.s. si è riunito il consiglio comunale di Raveo, dopo la vicenda del “brigatista” Davanzo che si nascondeva in paese e, ora, la parola d’ordine è: “Non drammatizziamo.”
E’ necessario che il paese vada avanti senza dimenticare, ma, anche, senza creare inutili allarmismi.
Lascio alla cronaca locale un maggiore approfondimento.
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Il Gazzettino - Mercoledì, 21 febbraio 2007 – Edizione di Udine
Raveo, «non creiamo allarmismo»
Il sindaco Ariis dopo la vicenda Davanzo: «Facciamo attenzione ma senza diventare sceriffi»
(F.S.) Messaggio "da" e "a" Raveo dopo la vicenda Davanzo: una condivisione che prende il via dalle parole del sindaco Daniele Ariis.
«Non drammatizziamo - ha invitato ieri sera il primo cittadino al termine del consiglio comunale - Stiamo attenti, responsabilizziamo le persone al rispetto delle procedure fissate dalla legge (e, a questo proposito, sarà affisso un avviso riguardante l'obbligo per chiunque ospiti qualcuno per più di un mese a darne comunicazione entro 48 ore al sindaco, ndg) ma stiamo anche attenti a non passare il segno. Soprattutto considerato che siamo un paese che con l'albergo diffuso e il Parco si vuole aprire al turismo, non creiamo - invita - una mentalità distorta da sceriffo che veda in ogni "forestiero" un potenziale pericolo, un nemico da spiare e interrogare».
Insomma, quel fatidico lunedì 12 febbraio ha certamente scombussolato la vita della comunità di Raveo e della famiglia Bonanni (in sala ieri c'erano Simone, consigliere, la sorella Martina e la fidanzata Daniela). E, mentre si discute al termine del consiglio comunale, numerosi tra i cittadini intervenuti nella sala della latteria si interrogano guardando al passato con occhi ora diversi. Ma su tutto c'è la volontà di non permettere che la vicenda vada oltre.
Il tono si accende quando Valerio Puicher della minoranza afferma che «è il sindaco che, per statuto, deve garantire l'incolumità dei cittadini intensificando i controlli necessari e che, se in ottobre si fosse fatta in relazione ai contributi per il riscaldamento, come da me richiesto, un controllo effettivo dei residenti, alla fine qualcosa sarebbe stata scoperta prima». La risposta di Ariis: «In ottobre Davanzo non c'era e la verifica, comunque, è stata fatta».
Nonostante ciò, pare esserci accordo sulla necessaria ricerca di una via di mezzo, individuata nell'attenzione e nel controllo sociale con l'uso però del buon senso. Questo anche in considerazione del fatto che per tutti la vicenda recente ha rappresentato un caso eccezionale e non altrimenti controllabile.
Anche Simone Bonanni lo sottolinea dicendo «mio padre ha gito in buona fede e non sapeva di questa legge. Ora non esageriamo, tutti sapremo d'ora in poi come comportarci in casi simili».
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