venerdì 21 novembre 2008

Razza "Piave"

Razza “Piave”, tanti ne parlano, la citano, ma tutti costoro non sanno neppure cosa sia e se veramente esista ed in riferimento a cosa.

Il termine nasce, molto probabilmente, dopo la prima guerra mondiale, della quale il fiume Piave è quasi un simbolo perché sulle sue rive è nata la cosiddetta “vittoria”. E da allora il termine viene usato per indicare una popolazione forte e vigorosa.

Una persona è “razza Piave” se ha vigore, è forte, è spavaldo e sicuro di sé.

Si parla di “razza Piave” riferendosi ai cavalli; si, proprio una particolare razza equina cresciuta nella zona da incroci di cavalli di diversa provenienza con quelli nostrani (Clicca qui)

"Razza Piave? Sono – dice invece Mario Rigoni Stern in un’intervista- i siciliani, i calabresi, i piemontesi, i lombardi e i napoletani. Sono quelli che nel 1918 hanno fermato gli austriaci sul fiume. Quelli che, dopo Caporetto, hanno capito che bisognava tener duro per non subire un'invasione. Per dirla chiara: la razza Piave ha poco a che fare col Veneto.”

Se poi qualche vecchio si trova davanti ad un fiasco di vino allora fa capire, con orgoglio, che fa parte della “razza Piave” chi ne beve una certa quantità.

Insomma questa “razza”, anche se richiamata –con sentimenti molto diversi- da qualche politico veneto, non esiste.

Esiste solo la … razza umana!

Queste precisazioni per spiegare ai non veneti cosa significhi questa espressione, anche perché viene richiamata in un recente articolo apparso su GVonline, (vedi sotto) dove l’intervistato, un iraniano residente in Italia da quarant’anni, inizia così: "Mentre noi parliamo di “razza Piave”, gli Stati Uniti eleggono un presidente meticcio: chi interpreta meglio le risposte da dare ai problemi di oggi, noi o loro?".

Ed è proprio l’elezione di Obama alla presidenza degli USA che mette in evidenza situazioni anacronistiche che possono portare all’esasperazione se si continua a parlare di razza.

Clicca qui per l’articolo di Giorgio Malvasi.

9 commenti:

Aliza ha detto...

caro Sergio posso darti un grosso bacio in fronte?? domenica passeggiando a Jesolo c'erano dei signori con tavolino che' su via Bafile, raccoglievano firme perchè (spiegavano) fosse resa attuabile una legge regionale, che permetteva al Veneto di trattenersi tutte le tasse senza darle a "Roma". Quando si sono avvicinati a me io ho risposto: Sono per l'Italia. Ma dico io siamo fuori di testa?? Non sono particolarmente patriottica, nel senso che la mia terra è il mondo come per tutti gli uomini, amo il mio paese ma non disprezzo chi è nato altrove...che senso ha, ciao

Sergio ha detto...

@aliza: io sarei stato un po' ... meno educato!!!

Gianna ha detto...

Sergio sei sempre grande! E preciso!

Sergio ha detto...

@stella: GRAZIE!

Unknown ha detto...

ciao sono Michele di http://pianetatempolibero.blogspot.com ti propongo uno scambio link se per te ok lascia un commento
buona serata

Romina ha detto...

Temo che, per noi italiani, il cammino verso un modo di pensare diverso sia ancora molto lungo.

Saluti

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

L'esempio di Obama è perfetto per spiegare questi anacronismi pseudoculturali che vengono riesumati in questo Paese.

Sergio ha detto...

@romina: ... spero proprio di no!

@daniele: "pseudocultura" è veramente la giusta definizione di questi modi di agire.

Gianna ha detto...

Al tg ho visto che nevicava anche a Venezia e ti ho pensato.