Anni fa –diciamo una trentina- c’era una categoria di lavoratori che oggi possiamo considerare scomparsa: i correttori di bozze.
E della loro scomparsa ce ne accorgiamo giornalmente nella lettura dei quotidiani; si può dire che ogni articolo, di qualsiasi giornale, nazionale e locale, famoso e no, sia infarcito di errori di ortografia ed anche di grammatica. Tutto ciò, fino appunto ad una trentina di anni fa, non succedeva: era veramente difficile trovare qualche errore che, allora, prendeva il nome di refuso tipografico. Si dirà che oggi andiamo tutti di fretta e che, proprio per questo, gli errori si accumulano. Anzi, al giorno d’oggi il lavoro del giornalista è facilitato da tutta una serie di strumenti, che dovrebbero impedire l’errore senza ricorrere all’intervento di terzi, come capitava in passato, quando l’articolo veniva redatto con la macchina da scrivere e poi trasferito al linotipista che lo trasformava, digitandolo su una macchina speciale, la linotype, in caratteri di piombo. A questo punto veniva stampata una bozza, che passava al controllo dei correttori di bozze; in caso di errori interveniva il tipografo aggiungendo e togliendo caratteri. Poi i singoli pezzi venivano impaginati, intitolati e le pagine venivano passate ancora alla revisione; anche il direttore controllava e dava il benestare finale. Allora, normalmente, non era necessario provvedere a correzioni grammaticali perché chi scriveva, dalla firma famosa al cronista di paese, conosceva … l’uso del congiuntivo ed altre “regolette”, che oggi sembrano scomparse.
Il risultato l’abbiamo ogni giorno sotto gli occhi e, purtroppo, nessuno si scandalizza.
13 commenti:
E gli errori di pronuncia, lessicali, grammaticali.. . ecc. che fanno in TV? In compenso però ti propinano intere frasi in Inglese, magari senza sapere cosa significano. Ma fa molto "in", come dicono loro. La vecchia massima "Nihil melius quam perfectum" (niente è migliore di un'opera perfetta)non solo è disattesa, ma addirittura avversata, a favore del pressapochismo e della velocità di esecuzione e quindi di commercializzazione. La PROFESSIONALITA' è andata a farsi benedire.
@Toni: hai ragione, si tratta proprio di "pressapochismo".
Pensa che, proprio oggi, sull'edizione di Udine de Il Gazzettino, c'è un "erroraccio" su un titolo: "offusa" invece di "offusca".
Tutto è veloce tutto deve essere svelto e quindi non esiste il tempo per queste cose oramai.... E poi la qualità dello scritto e del parlato sta scadendo molto.
@daniele: la velocità e la mancanza di tempo non sono scusanti! Basterebbe così poco, ma, invece, oltre ad una grande dose d'ignoranza, c'è anche troppa superficialità
Sergio io mi scandalizzo...
Per un po' di tempo ho fatto la correttrice di bozze di una rivista dedicata ai poeti e so solo io quanti errori correggevo...
@stella: anche i poeti fanno errori? Pazienza per le licenze poetiche, ma gli errori sono sempre errori!
C'è anche un altro aspetto: forse ci si fida troppo dei controlli degli strumenti tecnologici, che correggono senza la capacità di astrazione.
Oggi le case editrici medie e piccole non assumono neppure più i correttori di bozze, almeno nella grande maggioranza dei casi. C'è un responsabile che si occupa di varie mansioni, fra cui anche correggere bozze, oppure le correzioni, per risparmiare, vengono fatte dalla fidanzata/amica/parente e simili, e così gli errori si sprecano.
Per i giornali, poi, vale la faciloneria più esasperata, tanto che spesso si trovano non errori di digitazione, ma autentici strafalcioni da far arrossire persino chi legge.
La fretta è scusabile su internet da parte di persone che non sono professioniste e scrivono o commentano solo per diletto (anche se a volte occorrerebbe un po' d'attenzione in più, per non esagerare coi refusi).
Ma le case editrici e le redazioni dei giornali non possono essere scusate.
D'altra parte ormai non vengono più corretti certi errori nemmeno nelle università, perché bisogna per forza promuovere il più possibile. Il discorso sarebbe lungo, ma possiamo riassumerlo dicendo che è un serpente che si morde la coda.
Saluti
@Romina: hai ragione! Tutto nasce anche dal fatto che dalle Università escono tanti che non sanno scrivere. Comunque anche in questo ramo siamo proprio ridotti male!
Sergio al di là della licenza poetica, un maschile apostrofato, fa e sa con l'accento,parole che terminano con ...zione doppia zeta e così via...
Pazzesco!!
@stella: sai cosa propongo a te e ad altri blogger? raccogliamo per un certo periodo di tempo (qualche mese) questi errori su alcuni giornali in linea. Io raccolgo le vostre segnalazioni (quotidiano, data, articolo -quindi il link- e l'errore). Poi, dopo un po' pubblichiamo i dati in rete!!!
Chi ci sta?
Sergio è una buona idea!
Già,la grammatica italiana,i verbi e la punteggiatura,dove sono andati a finire?
Una volta erano materie di studio,ora ho i miei dubbi...
Buona serata!
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