Leggevo, su “il Venezia” di ieri 1° ottobre, una notizia che può apparire strana. Vi riporto l’articolo:
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Se il fumo diventa un alibi per sporcare
La Municipalità di Mestre ha varato un provvedimento che vieta il fumo all'interno del Bosco di Mestre e lungo le rive del fiume Marzenego. Stretta proibizionista più severa della stessa legge nazionale, la "Sirchia", ha lamentato qualcuno. Atto di intollerante discriminazione nei confronti dei fumatori, ha rimarcato qualcun altro. Tutti si chiedono - lecitamente, beninteso - se non sia una limitazione troppo severa della libertà altrui (anche se in Inghilterra, per esempio, è appena entrato in vigore il divieto di fumare all'interno della propria auto, mentre si è alla guida). Chi sostiene il provvedimento mestrino spiega invece che è a beneficio della salute dei cittadini, e per la prevenzione di possibili incendi. Ma si sbaglia. Sbaglia perché proibire il fumo solo nel bosco o in riva al fiume è troppo poco. Bisognerebbe proibirlo ovunque, sul territorio comunale. E non per velleità sanitarie o di sicurezza, ma perché le sigarette sporcano, e i fumatori che le raccolgono nei loro posacenere portatili sono un'irrilevante minoranza. Chi fuma si sente autorizzato a gettare le sue cicche per terra, in acqua, dappertutto. Si tratta di un comportamento inaccettabile. La scorsa estate l'assessorato all'Ambiente della Provincia di Venezia ha fornito i visitatori delle spiagge di piccoli posacenere in cui riporre i mozziconi. Basterebbe che ogni fumatore se ne dotasse, per proprio conto, senza attendere superflui inviti alla civiltà. E poi fumasse dove meglio gli pare: nella sua auto, nel bosco, in riva al fiume. Ma portandosi a casa la roba sua.
Alberto Toso Fei
*Scrittore .
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In effetti, questa proibizione di fumare in un luogo aperto, come precisato nell’articolo, non è un allargamento della legge “Sirchia”, ma serve unicamente a preservare questi luoghi dalla sporcizia delle cicche.
Basta notare per le strade, soprattutto quando un netturbino le ramazza, per vedere quante cicche sono buttate a terra.
Ovviamente, questa disposizione mi trova consenziente a tal punto che l’allargherei alle … “gomme americane”.
Avete mai pestato una gomma americana? Come ve la siete tolta dalla scarpa? Non è una cosa fastidiosa e schifosa?
Oppure, soprattutto in qualche ufficio o luogo pubblico, avete mai messo la mano sotto il piano di un tavolo? Che cosa avete trovato? A me è capitato più volte di trovare una gomma americana appiccicata sotto! Che schifo!
Ma parliamo di quelle sputate a terra e che non si attaccano alla vostra scarpa. Un po’ alla volta, anche in seguito al calpestio, penetrano nella pietra e, col tempo diventano macchie nere che solo con un po’ d’acqua e con la scopa non si tolgono.
A Venezia, tutta lastricata da pietre di “trachite euganea”, si vede una miriade di queste macchie: veramente uno sgradevole vedere.
Ma questo succede anche in altre città dove è stata usata, soprattutto nei centri storici, la pietra, anche d’altro tipo, per lastricare il suolo.
A Mestre, la piazza principale, Piazza Ferretto, restaurata qualche anno fa, ha già dovuto “sopportare” (per via della spesa) una pulizia particolare.
Vi riporto, di seguito, la pubblicità di una ditta che provvede a queste pulizie:
“La gomma da masticare, detta anche gomma americana o cingomma (dall'inglese chewing gum) si ottiene dal caucciù mescolato a zucchero e ad aromatizzanti e lavorato al fine di ottenere un impasto gommoso. La sua composizione fa sì che si attacchi ai pavimenti, scurendosi e creando delle sgradevoli macchie.
Grazie all'utilizzo d’appositi prodotti e macchine, è possibile rimuoverli, senza danneggiare il fondo su cui si sono depositati.”
Fra gli “appositi prodotti e macchine” si trova un attrezzo che, con getti di vapore ad alte temperature e pressione, provvede alla ripulitura.
Il guaio è che il lavoro deve essere fatto una macchia per volta. Immaginatevi il costo di queste pulizie!
Facciamo un po’ di conti di quante gomme americane sono masticate a Venezia, senza contare quelle dei residenti, anche perché, essendo in gran parte anziani, queste si attaccano alle protesi dentarie sia fisse sia mobili! Si parla di venti milioni di turisti l’anno; ipotizziamo che solo il 10% usi “masticare” e che di questi solo la metà sputi a terra la gomma; risultato: 1.000.000 di gomme che penetrano nelle pietre di Venezia.
Oltre all’estetica non certo gradevole, mi chiedo quanto possa venire a costare la pulizia? Senz’altro un’enormità!
Ed allora perché non proibire l’uso di questo prodotto in città, dove vieterei anche la vendita.
Ai trasgressori una multa pari al costo della pulitura di un certo numero di macchie! Fate un po’ voi quante!
Aggiornamento al 4.10.2007
Proprio ieri sono passato per Piazza Ferretto, a Mestre: nonostante la ripulita di qualche tempo fa, le pietre sono nuovamente chiazzate di macchie nere. E non si tratta di perdite di automobili e/o motorini, perchè la piazza in questione è chiusa al traffico e lì si può solo passeggiare. Senz'altro, poi, non si può dare la causa ai turisti perché Mestre non è una città turistica.
4 commenti:
Quando insegnavo nei vari ordini di scuoila (dalle elementari alle superiori ed ai corsi per adulti)ho sempre "proibito" l'uso della gomma
americana in aula, dicendo che i ruminanti stanno nella stalla. Purtroppo ero una "rara avis" e gli stessi genitori mi davano contro (quello che succede adesso con i telefonini). Io ho sempre tenuto duro e qualcosa ho ottenuto.
Però mi dà ancora estremo fastidio
vedere uomini politici, personaggi di spettacolo, ospiti alle trasmissioni e tanti altri Volti della Televisione fare quelle sgraziate smorfie proprio davanti alla telecamera. Sono dei maleducati!!!!! Come quelli che fumano mentre parlano con i vari intervistatori. Cicche e impiastricciamenti di suolo pubblico, se non addirittura di monumenti, non sono segni di civiltà.
@Toni:
Hai ragione e, senz'altro, non hosottolineato le "sgraziate smorfie"!
E' veramente osceno veder muovere le "gramole" (mascelle) e, nel contempo, parlare e rivolgersi ad altre persone. La maleducazione è al massimo!
Hai veramente ragione, soprattutto riguardo alle gomme americano che mi fanno letteralmente schifo. Una volta ero a Verona e ho visitato il balcone di Giulietta.
Se ripenso alle migliaia di bigliettini di innamorati attaccate con altrettante chewing-gum ho una reale sensazione fisica di vomito. una cosa immonda.
Amore e gomma americana non li vedo molto bene assieme!
Tanto per continuare sui "luoghi dell'orrore", a Venezia c'è un architrave, a sostegno dell'inizio di un sottoportico, alla portata di mano di chi discende il ponte.
Cosa succedeva? Chi aveva una gomma americana in bocca, con la mano l'appiccicava al legno dell'architrave. Una visuale ... schifosa: gomme sopra gomme perché, nell'arco del tempo, il legno non bastava più. Il ponte aveva perfino cambiato nome e tutti lo conoscevano per il "ponte delle gomme". Finalmente il comune ha deciso che era un'offesa alla città ed ha provveduto ad una pulizia di fondo; è rimasto qualche segno, però, ormai da qualche anno, nessuno più attacca gomme.
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