Alcuni giorni fa, nel commentare presso un altro "blog", scrivevo, fra l’altro,:
“… Attenzione a non farsi prendere in giro da commercianti, albergatori, agricoltori e liberi professionisti in genere! Piangono sempre il morto tanto che le loro lacrime andrebbero bene per riportare i fiumi a livello normale, visto che non piove da qualche tempo.”
A questo mio commento seguiva l’intervento di un altro, che diceva così:
“ … sono intristito dai tuoi commenti. Allora tutti i commercianti sono ladri? Non fare di tutta l’erba un fascio altrimenti si potrebbe dire che tutti gli insegnanti sono degli scansafatiche. Lasciamo le generalizzazioni a quelli che ancora vivono nel secolo scorso, quello delle ideologie e della lotta di classe.”
Poiché mi sembrava di non aver dato del “ladro” ad alcuno, rispondevo in questi termini:
“ … Io non ho detto che tutti i commercianti sono ladri! Ho semplicemente alluso al fatto che “piangono sempre il morto”. Infatti, se un anno hanno un minor guadagno, non parlano mai di “minor guadagno” rispetto l’anno precedente, ma di “perdita”. Basta leggere sui giornali, ad esempio, le dichiarazioni degli albergatori di Venezia (ma penso sia così ovunque) ad inizio stagione: sono “pianti greci”! E questo magari perché c’è una lievissima flessione. Predicono catastrofi, licenziamenti di personale (saranno costretti). Poi arrivano i bilanci di fine stagione e, come prevedo sempre io, la statistica dicono tutto il contrario.”
Il problema di questa “incomprensione” è stato determinato, molto, probabilmente dal fatto che io mi riferisco di solito alla mia città, a Venezia, dove i “furbi” sono senz’altro in maggioranza! Sarà che ormai vivono quasi tutti sul turismo ed il turista, comunemente, è considerato un “pollo” da spennare. Ma il guaio è che i prezzi applicati ai turisti valgono anche per i veneziani!
Chi non conosce la nostra realtà non sa che lo stesso articolo, identico in tutti i suoi parametri, ha un prezzo a Venezia centro storico ed un altro prezzo a Mestre o a Marghera, facenti parte sempre del Comune di Venezia. E non è che le differenze siano marginali, dovute soprattutto al doppio trasporto, su gomma ed in barca, perché, invece, le differenze sono notevoli.
Per farvi un’idea, cliccate su questa pagina del sito del Comune di Venezia per costatare le differenze sui prodotti alimentari.
Confrontate le colonne “Cen.Storico” con “Terraferma”.
Un altro esempio: i costi dei restauri, ma anche della sola impalcatura, mediamente sono maggiori del 30%!
E non parliamo degli affitti immobiliari, sempre che ti affittino qualcosa. È molto meglio trasformare il tutto in residenze per turisti, in mini-alberghi ed in B&B.
Così gli abitanti lasciano il centro storico per altri lidi; i negozi sottocasa, che non vivono solo di turismo, diminuendo gli affari, sono costretti ad aumentare i prezzi ed i cittadini abbandonano il commerciante per i supermercati; è, insomma, il cane che si mangia la coda.
Ultima riflessione: gli stipendi, i salari e le pensioni di coloro che abitano in centro storico sono gli stessi dell’altra zona del comune e del resto d’Italia.
1 commento:
Non sono di Venezia e quindi mi baso soltanto su quanto ho letto in proposito, e in effetti si dice che i prezzi siano particolarmente alti. Ho sentito parlare anche del fatto che il centro della città si sta sempre più spopolando. Se così è, mi sembra una cosa assai triste.
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