Sono sempre gli appartenenti a “caste” di fortunati, nel senso che guadagnano molto rispetto a quello che fanno, a protestare.
Leggiamo in questi giorni delle proteste dei tassisti ed ognuno può giudicare.
Vorrei portare, invece, all’attenzione dei cinque lettori di questo “blog” quanto succede al Casino di Venezia (vedi articolo de Il Gazzettino del 5.7.2006).
Gli addetti alle “slot machine”, che nei giorni scorsi si erano rifiutati di frequentare dei corsi di aggiornamento teconolgico, sembra che oggi riprendano, almeno alcuni.
Quale la causa della protesta? Presuppongono, i “poveretti”, che le nuove tecnologie portino ad un minore introito di mance! Cioè trattasi di quei compensi extra che, come da prassi in tutti i Casino, i clienti lasciano ai “lavoratori”. E non è che si tratti di spiccioli, di qualche monetina! Come si evince dall’articolo, attualmente i “poveri lavoratori delle slot machine” percepiscono 3500 Euro al mese solo a questo titolo; poi c’è lo stipendio che non conosco nei dettagli ma che, da sempre, è stato più che lauto.
Si lamentano anche perché i “croupiers” anziani, quelli che seguono i giochi classici e cioè roulette, baccarat, trente-quarante, prendono di più.
È tutta gente che da sempre ha preso tanti soldi, molti di più di un qualsiasi lavoratore, non solo dipendente, ma anche di molti professionisti. E non è che abbiano titoli di studio particolari del livello di qualche laurea; anni fa non serviva neppure la licenza di scuola superiore. Anzi coloro che riuscivano ad entrare al Casino erano, in gran parte, falliti a livello scolastico. Lo stesso, fra parentesi, era per chi frequentava le scuole alberghiere che erano tutte private! Erano, quindi, dei “succoni” con i genitori con la “grana”!
Ma torniamo ai “nostri” “lavoratori” del Casinò. Quei 3500 euro di cui all’inizio, sono al netto e anche “in nero”, cioè non soggetti ad alcuna tassazione.
La scusa che qualcuno porta a questo comportamento anche da parte del datore di lavoro (Casino e quindi Comune di Venezia) è che se queste persone non avessero delle prebende così alte, le stesse potrebbero essere facilmente corrotte sia da singoli giocatori come anche da organizzazioni criminali.
Quindi si paga tanto qualcuno solo perché non sia disonesto e non in base al lavoro che fa.
Sono veramente comportamenti immorali che, però, nessuno vuole combattere. Anche questa, come quella dei gondolieri, è una lobby che può avere un peso elettorale!
Ma chi mi assicura che pur prendendo tanti soldi non ne vogliano ancora di più e sempre “in nero”?
È uno scandalo! Bisogna che scoppi, come “tangentopoli” e “calciopoli”, anche una “giocopoli”?
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