Da anni si parla, sarebbe meglio dire si studia, per far sì che gli atomi prendano il posto dei “bit” accelerando, così, di molto, la potenza elaborativa. Ero a conoscenza di studi nei centri di ricerca della I.B.M., e questo già circa sette/otto anni fa, e, invece, proprio dall’Italia, da Firenze, ci giungono notizie che fanno ben sperare.
Si tratta ancora di esperimenti, ma sembra che al LENS (Laboratorio europeo di spettroscopie non lineari) abbiano compiuto un passo importante verso la realizzazione di un computer quantistico.
Si dice che possa calcolare i fattori primi di un numero di cinquanta cifre in 40 minuti (con la tecnologia attuale, servirebbero 10 miliardi di anni!) ed ancora si potrebbe inviare, via web, un libro di 200 pagine, con immagini, in un millesimo di secondo.
Questi esempi, che si potrebbero definire banali, servono, più che altro, ad esemplificare ai “non scienziati” la portata della scoperta.
Chissà, invece, quali e quante cose utili, in tutti i campi, potranno derivare da una simile scoperta.
Stranamente, vado col pensiero agli studi sulla fusione nucleare, quando Fermi ed i suoi collaboratori, in America, usavano calcolatori a valvole lunghi decine e decine di metri e, per avere i risultati “in tempo quasi reale”, usavano, per trasferirsi dal punto di input a quello di output, … i pattini a rotelle.
Ora non ci resta che attendere fiduciosi e, forse, ci vorranno ancora anni.
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