lunedì 7 aprile 2008

Ancora su Venezia, i suoi problemi ed il "soffocamento" turistico.

Su "ilVenezia" di oggi si trovano i commenti di due scrittori, abituali opinionisti del quotidiano "di cortesia", che si collegano al mio post precedente.
Pertanto, riporto i due articoli, ribadendo il principio che la Regione farebbe meglio a non interessarsi di Venezia!

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Hotel Laguna, albergo globale

Un vigile che invece di occuparsi di ciò che di sacrosanto dovrebbe occuparsi, strappa uno striscione di mano a un gruppo di bambini. Un assessore che a due passi da lì, si occupa del vero grande problema veneziano: i panini mangiati in Piazza San Marco. Complimenti alle istituzioni veneziane, capaci - grazie a quel vigile - di dare una bella immagine di sè a chi, in età evolutiva, saprà da oggi in poi che delle istituzioni, forse, è meglio a volte diffidare. Complimenti anche - ma sul serio, stavolta - ai 40xVenezia, che con il Frozen di sabato scorso e la civilissima contestazione “Venezia non è un albergo”, hanno messo il dito in una piaga profonda.

Già, perché fra l’indifferenza solita, tipica dei veneziani, la Regione - intesa come istituzione - sta varando qualcosa che trasformerà definitivamente Venezia in una Disneyland. Venezia in un albergo globale, unico, definitivo. Ed è sconcertante in questo notare la totale assenza, l’assoluto silenzio della giunta veneziana, sindaco in testa. Ancor più sconcertante è che il più grande, immenso, inimitabile amante di questa città, il suo assessore al turismo, sabato, a due passi da lì, invece di aderire e contrastare per primo una proposta scellerata, dato appunto il suo sperticato amore per la città, fosse invece impegnato ancora una volta in inutili e demagogici interventi da paesello di provincia. Mentre su Venezia sta per scattare la ghigliottina alberghiera, lui sta ancora lì, a preoccuparsi dei panini smangiucchiati all’ombra del Campanile. Dopo l’insopportabile tiritera, inutile, irritante e sciocca che ci tocca ascoltare a ripetizione sulla Linea 1 (“È un dovere di tutti... “), ecco che si torna alle regolette da maestra d’asilo. Intanto, sotto gli occhi del mondo, Venezia sprofonda nei veri, enormi problemi dovuti a una incapacità manifesta di gestione dei flussi turistici. Ma si sa, in salotto non si deve sporcare e allora delle briciole di quei panini si occuperanno degli angioletti volontari, che invece di guardare al vero grande gioco - sporco? - in atto sulla loro città, andranno a insegnare una nuova educazione al turista sbocconcellante il sandwich. Questa è la nostra deprimente Venezia di oggi, cari veneziani, specchio, peraltro, del degrado politico-istituzionale di questo paese.

Roberto Ferrucci - Scrittore - www.robertoferrucci.com

Forma urbis

I veneziani che se ne vanno, inutili al turismo

Chissà, forse ha ragione il vicepresidente della Regione Luca Zaia, che nel suo nuovo disegno di legge sul turismo consente a qualsiasi attività ricettiva di dotarsi di dependance ovunque in città, a patto di rimanere all’interno dello stesso Sestiere. Perché proibire agli abitanti di Sant’Elena di arricchirsi vendendo o affittando i loro appartamenti agli alberghi della Bragora, mentre nella zona di San Marco ciò avviene da sempre? Anche alla Giudecca non verranno negati spazi agli affittacamere di San Barnaba, per la gioia degli ultimi anziani che andranno a godersi la meritata pensione in un condominio di Preganziol, e dei turisti che entreranno finalmente in case vere, come veri veneziani, senza tutta quella gente attorno che sa solo lamentarsi senza riuscire a godere dei tesori d’arte di cui è circondata. Ha ragione Zaia: dove ce li mettiamo più di 20 milioni di turisti l’anno, se non mandiamo via anche gli ultimi abitanti dalle loro case? Anzi, già che ci siamo, diamo loro una casa a Malcontenta, e facciamoli tornare tutti i giorni in costume storico, per la delizia del crescente turismo cinese.

Perché fare la fatica di governare un fenomeno così complesso come quello del turismo, quando si può facilmente mandare tutto in vacca, una volta per sempre? Da ultimo, menzione di disonore ai vigili che in Piazza San Marco hanno strappato uno striscione di protesta, non offensivo per alcuno, dalle mani dei bambini. Neanche nei tempi peggiori. A meno che i tempi peggiori non siano questi.

Alberto Toso Fei - Scrittore

3 commenti:

Elena ha detto...

Caro Sergio concordo con quanto scritto da Toso Fei. La vita nella nostra città è sempre più difficile... mi sembra di non riconoscere nessuno.. mi sembra di vivere in una venezialand.

ho messo il link del tuo blog sul mio.

Sergio ha detto...

@ lelena - Ricambiato link.

Romina ha detto...

E' sempre la stessa storia, nulla cambia mai. Forse trasformeranno anche le gondole in camere da letto con vista sull'acqua.