mercoledì 24 gennaio 2007

VENEZIA e provincia, immuni dalle “ronde padane”

Anche se il mio “avatar”, inserito da qualche giorno, è il Leone di San Marco, vi assicuro che non sono di quelli che, in questo periodo, stanno organizzando le famose “ronde”. Ma se dopo questa mia “dichiarazione di non appartenenza” qualcuno ancora non mi crede, vada a leggersi qualche “post” precedente (ce ne sono non pochi) per rendersi conto che non pendo assolutamente dalla parte dei “leghisti”.

Quello che vedete è il simbolo di Venezia, della mia città, che, purtroppo, appare fraudolentemente sbandierato nelle riunioni “leghiste”: lo hanno rubato, come hanno rubato anche l’inno!

In alcuni miei “post” ho ribadito il concetto che Venezia è una cosa ed il Veneto è un’altra. Secondo me la città non dovrebbe far parte della regione perché dovrebbe essere a sé stante, e questo per molti motivi; uno mi è fornito proprio oggi dalle notizie giornalistiche che si riassumono nella carta geografica che riporto e che rappresenta il Veneto ed il Friuli-Venezia Giuliaa con i luoghi nei quali sono state, o saranno, istituite le famose “ronde”.


Guardate bene: Venezia e la sua provincia sono immuni!


Ed allora, ripeto, che ci azzecca Venezia con il Veneto?






3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il Veneto non è una regione ma una città diffusa sul territorio con appena 4.800.000 abitantio e ben 6 milioani di auto private. Venezia sicuramanete deve avere il ruolo prioritario rispetto agli altri sei capoluoghi, purchè per i servizi riesca a programmare seriamente Mestre, destinando, a esempio, i due grattacieli progettati per l'area dell'Umberto I siano destinati a funzioni istituazionali. Ovvero che diventi una Ginevra a due facce. La capitale della Svizzera è Berna, ma il cuore sta appunto a Ginevra.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Sergio ha detto...

Il commento precedente è stato cancellato da questo post in quanto si riferiva ad altro argomento; è stato quindi riportato sul post intitolato "La grande bugia: revisionismo o no?"