martedì 23 gennaio 2007

Non sarebbe più "Jacopo Robusti detto il Tintoretto"

da il Gazzettino del 23.1.2007

Il vero nome del veneziano Tintoretto era Jacopo Comin Il grande artista aveva 21 fratelli e origini bresciane

Il vero nome del Tintoretto non era Robusti, ma Jacopo Comin e il grande pittore era il primogenito di 22 figli di genitori bresciani: la rivelazione è di Miguel Falomir, capo del dipartimento di pittura italiana del Prado, nella presentazione del catalogo della mostra sul Tintoretto che aprirà a fine mese e sarà inaugurata dal re Juan Carlos e dal presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. Falomir, che è anche curatore della mostra, rivela che in base alle ricerche compiute con Ronald Krischel, conservatore del museo Wallraf-Richartz di Colonia, si è potuto giungere alla conclusione che anche la moglie del Tintoretto (1518-1594) era di famiglia bresciana ma il pittore nacque probabilmente a Venezia dove visse, operò e morì. Robusti, come pure Tintoretto (dal mestiere di tintore del genitore), era un soprannome, dato alla famiglia per essersi distinti il padre di Jacopo, Giovan Battista, e il fratello Antonio nella «robusta» difesa delle porte di Padova contro le truppe imperiali nel 1509. Le ricerche sul vero nome del Tintoretto partono dalla scoperta fatta negli anni scorsi da Fernando Checa, ex direttore del Prado, di un documento relativo all'acquisto da parte del collezionista Marchese del Carpio nel 1682 di ciò che restava della Bottega del Tintoretto fra cui alcuni dipinti (incluso un autoritratto del maestro) e una "genealogia", ormai perduta, della famiglia del pittore. Secondo questa genealogia, le cui informazioni sono state ora confermate in gran parte dalle ricerche spagnole, la figlia Marieta sarebbe il frutto di una relazione prematrimoniale con una donna tedesca. Comin deriverebbe dal nome in dialetto veneziano della spezia cumino.
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Jacopo Robusti detto il Tintoretto, questo avevo appreso, fin da ragazzino, quando sfogliavo il catalogo, trovato nella biblioteca dei miei genitori, di una grande mostra, a lui dedicata, che si svolse a Venezia poco prima della seconda guerra mondiale; e fu l’ultima prima di quell’attuale, che s’inaugurerà, a fine mese, a Madrid.

Oggi mi cambiano anche questa certezza, dopo che ho avuto l’occasione di ammirare, innumerevoli volte, le opere di questo grande artista del ‘500.

Perché innumerevoli volte? Perché sono uno dei pochi “fortunati” (siamo rimasti in 60.000) che, abitando a Venezia, posso entrare in numerose chiese della città, ma, soprattutto visitare la Scuola Grande di San Rocco e la Chiesa della Madonna dell’Orto, dove ammiro, come, e quando voglio, le tele del Tintoretto.

Adesso salta fuori che non si chiamava più Robusti, ma Comin e che anche “Robusti” era un soprannome.

Senz’altro queste rivelazioni dello studioso d’arte spagnolo, Miguel Falomir, faranno discutere ed altri faranno ricerche.

Per me rimane sempre Jacopo Robusti detto il Tintoretto e sarà sempre un grande!

Profittate dell’occasione e visitate la Scuola Grande di San Rocco e la Chiesa della Madonna dell’Orto; quest’ultima era la parrocchia del pittore.

Vedi anche http://www.piovesan.net/San%20Simeone/web/Ultima%20cena.htm





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