Un sunto di quindici giorni di tournée
Il Coro Marmolada di Venezia ha concluso la tournée in Brasile dove ha attraversato, in quindici giorni, gli stati del Rio Grande do Sul, di Santa Catarina e di San Paolo.
Il complesso veneziano, diretto da Lucio Finco, ha conseguito ovunque un grande successo sia da parte del pubblico adulto, d’origine italiana e non, sia da parte dei bambini, ospiti in strutture missionarie, che hanno innati nel sangue la musica ed il ritmo. I piccoli brasiliani hanno accolto, con particolare gioia ed entusiasmo, il canto appositamente messo a punto per questa tournée “Vamos Construir”, quasi un inno dei bambini che si rivolgono ai grandi invitandoli a costruire assieme un mondo migliore. Spesso i piccoli si sono immessi fra le voci del “Marmolada”, ma anche i coristi non sono stati da meno, inserendosi nei ritmi di samba che, con continuazione, scandivano la vita giornaliera degli ospiti dei centri d’accoglienza.
Il loro desiderio era, ed è, soprattutto l’affetto, sensazione che traspariva dagli occhi di tutti che, seppur allegri come vuole l’età, mantengono sempre un velo di malinconia.
L’incontro con i bambini, prima del “Bairro da Juventute” di Criciuma e poi della “Colonia Venezia di Peruibe” della quale il Coro Marmolada è “testimonial”, è stato, senz’altro, l’esperienza più bella ed emozionante che i coristi abbiano vissuto.
Non ci sono applausi, o pubblico che si alzi in piedi al termine di “Merica, Merica”, che valgano quanto i sorrisi dei bambini che abbiamo incontrato.
La missione del “Marmolada” in Brasile era anche quella di sensibilizzare, con la sua presenza e con il canto, pure i brasiliani a quello che, senz’altro, è uno dei problemi più angoscianti della loro nazione: l’estrema povertà ed il degrado in cui vive buona parte della popolazione, soprattutto più giovane, che può essere salvata solo togliendola dalla strada e con l’istruzione. Importante è anche far capire loro che non si può “vivere alla giornata”, una “filosofia” molto in voga fra chi non ha nulla, ma che, invece, è necessario costruire un futuro.
Noi speriamo di esserci riusciti, almeno verso coloro che abbiamo incontrato.
Il Brasile è il paese dei contrasti, il paese in cui si vede il lusso, l’estremo ed ostentato lusso, e, a pochi metri di distanza, il degrado! Favelas accanto a grattacieli e grattacieli ridotti a favelas perché formati da appartamenti di trenta/quaranta metri quadri. Macchine potenti e blindate che sfrecciano vicino a carretti carichi di stracci e che, molto spesso, si trasformano in letti che stazionano sotto i cavalcavia. Situazioni, almeno agli occhi di noi italiani, talmente “shockanti”, da non permetterci di poter definire quanto visto; non è possibile descrivere l’impressione ricevuta nel vedere le case di chi è appena un po’ ricco circondate da alte inferriate, filo spinato e fili elettrici nei quali non corre certamente una “bassa tensione”!
Siamo passati anche da Nuova Veneza dove, da pochi giorni si trova pure una gondola; ovviamente la chiesa principale è dedicata a San Marco e gli abitanti, italiani provenienti per la maggior parte dal bergamasco (la Serenissima aveva l’Adda come confine), parlano in veneto, uno strano veneto con alcuni termini ormai non più in uso da noi.
Abbiamo incontrato altri cori al XIV Festival di Criciuma, tutti cori dell’America Latina con musicalità e ritmi completamente diversi dai nostri che, comunque, hanno riscosso un ottimo successo, soprattutto per la raffinatezza e la delicatezza delle esecuzioni.
Ricordiamo anche un’altra operazione culturale svolta dal “Marmolada”: i libri d’autori italiani che i coristi si sono caricati nei bagagli per consegnargli all’Associazione “Bella Italia” di Santa Cruz do Sul (RS), associazione che organizza corsi d’italiano. Certamente non sono molti questi libri, ma ci sarà una continuazione in quanto prevediamo di raccoglierne altri, che poi saranno spediti.
In una piccola cittadina, ad economia essenzialmente agricola, Sobradinho, nel Rio Grande do Sul, abbiamo eseguito il concerto al lume di candela a seguito di un guasto alla linea elettrica che alimenta la città: è stato suggestivo, molto suggestivo, ma anche pericoloso, soprattutto per il presentatore, il sottoscritto, che, per portarsi al centro della chiesa, in quanto il microfono, ovviamente, non funzionava, doveva scendere ogni volta tre gradini di marmo nero (allo scuro)!
A Santa Maria (RS) il coro si è esibito nell’auditorium della Base Aerea, che ricordava i 35 anni di fondazione, ed è stata simpatica, nonché gradita, la consegna da parte di un corista, militare della Aeronautica Italiana, del CREST del 51° Stormo Bombardieri d’Istrana al colonnello Guasti, comandante della Base Aerea di Santa Maria.
Abbiamo cantato anche nella Chiesa di San Domenico, a San Paolo, luogo che vide la presenza del nostro concittadino Padre Giorgio Callegari, frei Giorgio, del quale, assieme all’Associazione “Amici della Colonia Venezia di Peruibe” cercheremo di continuare la sua opera, anche in memoria del nostro amico e corista Stefano Malgarotto, che fu colui che ci fece conoscere questa realtà.
Ma la tournée è stata anche molto altro e ne riparleremo ancora in occasione di una serata speciale che organizzeremo più avanti, nella nuova sede del “Marmolada”, dove, oltre ai racconti, ci saranno anche le immagini.
Anche la cascate d’Iguazù hanno visto la presenza del coro, però lì non si poteva cantare: l’acqua faceva troppa confusione! Bellissime! Impossibile descriverle: andate di persona!
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