sabato 28 aprile 2007

L’ennesima conferma che esistono gli sfruttatori di Venezia a discapito dei residenti

Vorrei chiudere il mese di Aprile con il riproporre e commentare alcune notizie di cronaca, apparse ieri ed oggi nella stampa locale, che confermano quanto da me espresso più volte fin dai primi post in questo blog.
La prima, tratta da “ilVenezia” del 27 aprile, che potete leggere per intero cliccando qui, presenta la situazione di una zona di Venezia, nel sestiere di Cannaregio, nella quale ai residenti vengono posti vincoli nella libertà di circolare, sia via terra che per i canali, perché è stato approntato il set di un film in costume i cui protagonisti sono Monica Bellocci e Luca Zingaretti (ovviamente al seguito un nutrito numero di “paparazzi”). Venezia ha sempre ospitato volentieri queste lavorazioni anche perché, soprattutto in passato, erano una fonte di guadagno per parecchie persone, le comparse, ma anche per maestranze varie addette alla lavorazione vera e propria e questo perché, fino agli inizi degli anni ’50, in città era operante la Scalera Film. Però, in quegli anni e fino a qualche tempo fa, non c’era quella che possiamo definire una vera e propria limitazione della libertà individuale. Oggi i produttori si limitano a chiedere l’autorizzazione al Comune, ovviamente pagando (non molto in verità), e, una volta ottenutala, si sentono in obbligo di fare e disfare come vogliono. Se devono effettuare delle riprese in un canale, ed il periodo della vicenda non è quello attuale tolgono le barche, perché non sono quelle adatte, tagliando le catene, e le depositano in altri luoghi, senza avvertire i singoli proprietari, ma mettendo dei cartelli generici pochi giorni prima. Questo non è sufficiente perché le barche non vengono usate sempre come le automobili ed i proprietari, magari, non abitano in zona e non passano ogni giorno a vedere la propria barca. Ci sono anche le limitazioni nel passaggio di determinate calli; insomma è veramente una mancanza di libertà. Nel caso in questione vi sono poi delle riprese notturne con i conseguenti rumori prodotti dai macchinari e dalle voci: Venezia non è come le altre città tanto che basta un bisbiglio nella notte perché questo venga avvertito da chi abita nelle vicinanze che, ovviamente, non riesce a dormire.
Però c’è chi è contento: i gestori di bar e ristoranti!
Proprio coloro, non dico che siano quelli della zona interessata alla riprese cinematografiche, il giorno dopo (Il Gazzettino del 28 aprile) salgono all’”onore della cronaca” per il gran numero di contravvenzioni dovute soprattutto alla mancanza di pulizia ed igiene. Sono stati adottati ben 56 provvedimenti di chiusura (per alcuni non è la prima volta) e quasi tutti in centro storico. Si tratta di un numero elevato, checché ne dica il rappresentante della categoria.
Sono locali, quasi tutti bar, che, solo da poco tempo, hanno avuto il permesso di cucinare: si sono subito improvvisati “ristoratori” senza adeguare le strutture, senza mettere a norma gli impianti, soprattutto quelli che devono scaricare i fumi e gli odori che, invece, vengono immessi tranquillamente nell’aria, magari di fronte alle finestre di altri cittadini. Ma fare tutti gli adeguamenti costa ed allora i “nostri imprenditori” da quell’orecchio non ci sentono; loro devono soltanto incassare, incassare molto e, nel giro di pochi anni, ritirarsi a fare la bella vita con i soldi dovuti allo sfruttamento dei turisti e dei veneziani, che devono sopportare turisti e odori nauseabondi. Ogni tanto capita anche che qualche infezione intestinale colpisca gli avventori; conseguenze: pochi giorni di chiusura, la notizia sul giornale, quasi sempre senza nominativi se si tratta di italiani, mentre con tanto di dati anagrafici completi se, invece, sono cinesi!

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AGGIORNAMENTO del 29.4.2007

Ovviamente, come ci si aspettava, ecco arrivare i "distinguo" (vedi Il Gazzettino del 29.4).
Quello che non si capisce come possa chi per anni ha fatto il Segretario dell'associazione artigiani di Mestre, compito che ha svolto con assoluta competenza, assumere l'incarico di Assessore alle Attività Produttive e non avere "un occhio di riguardo" per gli "artigiani".
Mi sembra che ci siano troppe giustificazioni!
Chi sbaglia deve pagare! Altrimenti che fine fa la teoria del "libero imprenditore" che guadagna bene, però rischia tanto. In questo caso, mi sembra, si voglia eliminare i rischi per i "liberi imprenditori"!

2 commenti:

el granzio ha detto...

caro sergio, è un po difficile commentare l'argomento testè trattato, vuoi perchè i veneziani, sono assuefatti a certe situazioni,vuoi perchè non è nella natura del veneziano esporsi a polemiche su argomenti che all'apparenza sembrano di impossibile eliminazione.
Siamo un po vigliacchetti e ci auto assolviamo con la favola del quieto vivere.
Mi rendo conto che questo commento è on po deludente sia per chi lo legge , sia per chi lo scrive.
Domando scusa ai tuoi lettori

Sergio ha detto...

In effetti, mi hai deluso, anche perché, proprio da te, mi sarei aspettato qualcosa di diverso.
E poi, se non siamo noi veneziani, a denunciare ciò, cosa dobbiamo aspettarci? Che qualche intossicazione alimentare ammazzi qualcuno, magari foresto? Abbiamo già avuto l'esempio della legionella in qualche albergo! E, per aumentare la dose, anche le pulci, sempre in qualche albergo. Non si può perdere tempo in manutenzioni e disinfestazioni perché, per queste stupidaggini ("trojae" in veneziano)si guadagna di meno! Bisogna sfruttare il turista, indipendentemente dal fatto che possa ammalarsi o essere punto dagli insetti! L'importante è guadagnare, guadagnare tanto, alla faccia di tutti, anche dei veneziani che, per questa mania di riversare tutto sullo sfruttamento del turista, non trovano più case ad un prezzo ragionevole. Ormai, come sembra, Venezia spopolata dai suoi abitanti sta sempre più diventando Disneyland! E tutto ciò con il "placet" degli amministratori che sono di sinistra! Quale sinistra, non si sa!