lunedì 30 aprile 2007

1° maggio, si festeggia la strage!


Le statistiche del 2006 parlano chiaro: 1280 morti sul lavoro!
Se questa non è una strage, non saprei come definire l’evidenza del dato. Di questi, ben 280 si trovano nel solo settore edile.
Fra i 1280 morti c’è un’”escalation” di extracomunitari e di donne, quest’ultime ben 103.
Con tutte le nuove tecniche, anzi, nonostante le nuove tecniche e la possibilità di sistemi di sicurezza, i morti continuano ad aumentare.
La sicurezza costa ed allora … eliminiamola! Questo è senz’altro il “pensierino” fatto da molti dei nostri imprenditori, quelli non seri, che, purtroppo, stante l’evidenza dei numeri, non sono pochi.
Il costo del lavoro deve diminuire ed allora intervengono tutta una serie di trucchi, dai contratti atipici, agli appalti degli appalti degli appalti. Anche il fatto di una forte presenza di extracomunitari in questa statistica sta a dimostrare come ci sia un’ampia fetta di “lavoro nero”.
Ad ogni incidente si sentono ripetere sempre le stesse “manfrine” dai politici di turno, ma nulla cambia.
Insomma, la vita dell’uomo vale meno del profitto dell’imprenditore! Ed allora dobbiamo chiederci: “Cosa festeggiamo il 1° maggio? La strage?”

8 commenti:

Anonimo ha detto...

E' già qualcosa avere un giorno con la (quasi) totale garanzia di essere lontani dalla strage.

Sergio ha detto...

In effetti anche oggi ci sono stati dei morti e dei feriti a causa di un incidente nei pressi di Sorrento. Quel quasi, fra parentesi, è molto chiaro!

Anonimo ha detto...

Mi riferivo infatti proprio a quell'incidente, ma anche a tutti quei lavoratori che probabilmente hanno lavorato anche oggi rinchiusi in qualche laboratorio clandestino.

Sergio ha detto...

... quei laboratori clandestini che sembra siano esclusiva solo dei cinesi. Ma chi affitta i locali? A volte qualche cinese, ma, molto spesso, sotto sotto, ci sono italici sfruttatori!

Anonimo ha detto...

Purtroppo le cose non cambieranno. Chi ha più denaro e più potere riesce sempre a farla franca ed è protetto.
Un povero disgraziato che campa di lavoro sottopagato non interessa proprio a nessuno.

Sergio ha detto...

Invece bisogna fare in modo che le cose cambino. Non bisogna arrendersi, ma combattere contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Tutti dobbiamo impegnarci a fare qualcosa: istituzioni, partiti (tutti), sindacati e singoli individui.

Anonimo ha detto...

Capisco, almeno credo, il rammarico di Sergio sulle morti nel lavoro, ma non credo ciò vada inteso come inutilità del mantenimento di una ricorrenza importantissima per il mondo del lavoro e per tutti coloro che per tale problema si sono battuti e continuano a farlo. Festa non vuol dire solo 'fatto allegro' o giù di lì: sono convinto per personale e lunga esperienza che vanno insieme in quel giorno la riaffermazione della dignità soggettiva dei lavoratori (che sostengono in massima parte ciò che del mondaccio presente e passato tiene), anche il loro umano orgoglio culturale e professionale, ma soprattutto la segnalazione pubblica e testarda che al lavoro ed ai lavoratori va data e restituita l'attenzione che troppo spesso viene meno.
Buon primo Maggio vecchi rompipalle!
Piopa.

Sergio ha detto...

x Piopa:
Non ho assolutamente sostenuto che sia necessario abolire la festa; ovviamente, il mio "post" voleva essere una provocazione.