Sono molti, chi prima e chi dopo, coloro che, in queste ultime 24 ore, hanno voluto regalare il proprio pensiero sulle elezioni politiche del 9 e 10 aprile.
Anch’io, modestamente, desidero dare il mio “contributo”!
Inizierei dai dati degli “exit poll” che, come si è visto hanno “dato i numeri”; non sono fra coloro che condannano questo genere d’anticipazioni anche perché, come si sa, la statistica non è una scienza esatta, o meglio non è neppure una scienza ma è solo un metodo. La nuova legge elettorale ha complicato notevolmente gli studi per creare un modello che si avvicinasse alla realtà e poi, “diciamocelo pure”, è chiaro che fra coloro che erano interpellati, chi aveva votato la “Cdl”, subito si “vergognava con se stesso” e non duplicava il voto!
Seguire le varie trasmissioni in TV è stato senz’altro avvincente perché, a parte i commenti dei vari personaggi politici, ad ogni aggiornamento c’era sempre qualcosa di nuovo, c’era spesso la sorpresa di un sorpasso per terminare, poco fa, con il raggiungimento della maggioranza dei seggi, anche al Senato, da parte dell’Unione.
Non è che ora siano solo “rose e fiori”! Le rose avranno molte spine e gli altri fiori si appassiranno presto!
Lo so benissimo che i pochissimi voti di scarto in quest’assemblea non concederanno una vita tranquilla alla nuova maggioranza e, per questo, non giurerei per niente sulla durata della legislatura.
La prima cosa da fare, dopo gli adempimenti istituzionali, è cambiare radicalmente la legge elettorale assumendo i concetti di quella tedesca che prevede il sistema proporzionale con sbarramento. E se non ci pensano i “nostri dipendenti”, cioè coloro che noi abbiamo messo sugli scanni parlamentari, ci deve pensare il popolo con il referendum abrogativo.
Un dato interessante, che nessuno ha finora evidenziato, mi sembra questo: se controlliamo i voti ricevuti dai due schieramenti e presupponendo, cosa logica, che chi ha votato per un raggruppamento al Senato abbia espresso un voto analogo anche alla Camera, si scopre che il guadagno alla Camera da parte del centro-sinistra è dovuto al voto dei giovani, quelli fra i 18 e 25 anni che non hanno votato per il Senato.
Infatti, i 428.179 voti in meno al Senato per il centro-sinistra sono stati recuperati alla Camera ed a questi se n’aggiungono altri 25.224. Sommando i due dati si ottiene che 453.403 giovani hanno permesso la vittoria, anche se di stretta misura, dell’Unione sulla Cdl.
Di questi giovani, studenti e lavoratori precari, il nuovo governo deve tenere conto!
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