Oggi, 2 novembre, ad una settimana dalla pubblicazione su “ilVenezia” della mia lettera “Di sinistra … ma non compagno” (vedi sotto), mi è arrivata una telefonata di una signora che, senza presentarsi, ma informandosi se ero io che avevo pubblicato quella lettera, mi diceva che “ … Darsié non è di Venezia, ma di Gorizia”. Al che risposi che era pur sempre un esponente dei Ds veneziani. Nuovamente l’ignota signora mi ribadiva che non era di Venezia e che aveva sempre vissuto a Gorizia.
Cercando di capire il perché di questa telefonata e di queste affermazioni, azzardai l’ipotesi della poca conoscenza del Darsié per quanto riguardava la storia di Venezia (vedi ultimo paragrafo della mia lettera) e lei mi fece capire che quella era la ragione della telefonata che, dopo il saluto, terminò.
Tuttora non riesco a capire perché e da chi mi sia stata fatta questa telefonata: una parente, una segretaria, una “portaborse” del partito? Se voleva essere una giustificazione circa l’ignoranza sulla storia veneziana, mi sembra che abbia peggiorato la situazione perché un esponente politico non può dire a vanvera tutto quello che gli capita per la mente; prima di parlare è meglio che s’informi e s’istruisca. Risultato: “Peso el tacon del buso!”
Per la cronaca, Renato Darsié, se non è un suo omonimo, abita a Mirano, a pochi chilometri da Venezia.
1 commento:
Caro Sergio, con quella lettera hai turbato qualcuno, visto che hai persino ricevuto una telefonata...ben venga!
E' giusto, un politico deve istruirsi prima di parlare, esattamente come ciascuno di noi è tenuto a fare nella sua professione.
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