Premessa: non bevo Coca-Cola: in vita mia –che non è breve- avrò consumato meno di una decina di bottiglie.
A dar adito a questo argomento, o meglio, a questa bevanda, sono le voci, più o meno corrette, che in questi giorni girano per Venezia e, ovviamente, sulla stampa locale (vedi articolo su Il Gazzettino di oggi 27.2).
Il Comune di Venezia starebbe per accordarsi con la società italiana che commercializza la famosa bevanda per permettere il posizionamento, in tutta la città, di distributori automatici di bibite fredde e di “snack” caldi.
Il numero si aggirerebbe su 60 e “tutta la città” sarebbe, più che altro, l’assieme dei pontili dei vaporetti ed altri luoghi chiusi (garage comunale, stazione ferroviaria, ecc.); inoltre non apparirebbe il logo “Coca-Cola” sui distributori.
Come contropartita: circa 450.000 euro all’anno, per cinque anni.
Naturalmente c’è chi è contrario e, guarda caso, sono, oltre -ovviamente- alle parti politiche all’opposizione, i pubblici esercizi e i grossisti distributori di bevande gassate.
Ma le argomentazioni non sono quelle che uno si aspetterebbe da queste categorie come, ad esempio, “ci portano via il lavoro”. No, tirano fuori … il danno ambientale! (sempre su Il Gazzettino del 27.2) ed il deturpamento della città. Addirittura, da 60 distributori dicono che saranno 200!
Sorge spontanea una domanda: ”Perché bar, ristoranti, rivenditori vari e grossisti non tirano fuori loro l’importo di cui sopra a beneficio della città? Loro che dalla città ricevono tanto!”
Poi, che 450.000 euro all’anno siano tanti o pochi, io non sono in grado di stabilirlo.
Le associazioni dei consumatori sono favorevoli (vede sempre Il Gazzettino)
Però, c’è sempre un però, c’è qualche altra cosa che i giornali non hanno detto e che neppure gli amministratori comunali hanno valutato.
I distributori hanno un certo peso, circa 4 quintali, e dimensioni che non sono minimali e che, all’interno dei pontili dei vaporetti, possono creare qualche problema, soprattutto quando l’afflusso di persone (cittadini e turisti) è notevole.
Per quanto riguarda il peso, lo stesso viene distribuito su quattro piedini e, quindi, un quintale per piedino. Dove poggiano i piedini? Ognuno su un’asse (i pontili sono oggetti galleggianti costruiti con tavole di legno). Sono necessarie, quindi, delle basi metalliche per distribuire su tutta la superficie il peso in maniera uniforme; inoltre ogni distributore avrà bisogno di essere alimentato dall’energia elettrica: c’è bisogno di un contatore.
La domanda finale è questa: chi paga le modifiche?
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