lunedì 19 maggio 2014

"Viva il doge, viva il mar" ed altre corbellerie



Di recente ho assistito ad un concerto corale nel  quale si è esibito un complesso che cantava solo canti veneziani. Fra gli altri brani presentati c'era pure il "Viva Venezia, viva San Marco" che spesso troviamo con il titolo di "Inno a San Marco".
È questo un brano conosciutissimo a Venezia ed eseguito, una volta molto liberamente, soprattutto nelle osterie. Sottolineo "una volta" in quanto  quelle osterie, ritrovo di popolo, non esistono più perché trasformate un snack, pub, hostarie e quant'altro, ad uso turistico.
Torniamo al canto in questione: veniva bonariamente chiamato anche "Il canto dei imbriaghi" (ubriachi) e la sua esecuzione avveniva ad alta voce,  o meglio, ... gridata ("sigada" si dice dalle nostre parti); chi cantava più forte era considerato il "direttore", il "maestro"!
 Il testo conteneva  anche alcune variazioni che qualcuno considerava, forse, delle interpretazioni.
Nel brano ascoltato di recente l'incipit era "Viva il doge, viva il mar", verso che assolutamente non esiste nell'originale di A. Bembo; sì, questo inno ha un autore, lo stesso per il testo e per la musica, però, purtroppo, anche nei vari siti internet  che trattano di canzoni veneziane, il brano viene catalogato, erroneamente, come  "di anonimo" o "popolare".
Per quanto riguarda l'incipit di cui sopra, questo è apocrifo, cioè falso, non originale. Come sia nato non è cosa certa; per quanto a mia conoscenza, ma non la fornisco come verità assoluta, fu un'idea di un sindaco degli anni '70 durante una cerimonia della "Sensa", la festa che ricorda l'antica usanza dello "Sposalizio di Venezia con il mare".
Ad onor del vero, riferisco che il programma di sala riportava il corretto nome dell'autore.
A documentazione di quanto scritto informo che possiedo la copia di un opuscolo pubblicato nel 1954 (25aprile) per i tipi di "Zanetti  Editore" di Giuseppe Zanetti  e contenente testo e musica (linea melodica) di questo canto e di un altro ("San Marco" parole di D. Varagnolo e musica di B.S. Marinai).
In calce il testo originale e la linea melodica.

Un' altra corbelleria che ho sentito si riferisce ad un altro famoso canto veneziano, "La biondina in gondoleta". Nella presentazione del canto è stato indicato un imprecisato gondoliere quale amante di una nobildonna veneziana.  La storia, invece, è diversa e abbastanza conosciuta: è l'autore del testo, Anton Maria Lamberti, colui che descrisse poeticamente l'avventura amorosa con Marina Querini Benzon, nobildonna veneziana dalla vita sentimentale avventurosa e spigliata (sarà stata spregiudicata  ma non era una prostituta come, invece, viene qualificata nel "famoso" sito venessia.com).
Il testo venne musicato  Johann Simon Mayr, musicista tedesco che trascorse un periodo di studio a Venezia. La canzone divenne subito famosa ed ebbe anche un seguito scritto dalla stessa nobildonna.

Senza trarre conclusioni, anche perché sarei cattivo, lascio il giudizio ai lettori.




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