lunedì 26 giugno 2006

“Undaria pinnatifida” - La "nuova" alga veneziana

Camminando lungo le rive dei canali veneziani, quelli a più veloce scorrimento delle acque, si nota, da qualche mese, lo sviluppo molto appariscente di una “nuova” alga. Le sue caratteristiche, che appaiono evidenti anche all’occhio del profano, sono le dimensioni ed il colore; attaccate solidamente ai massi di pietra d’Istria le lunghe alghe di colore marrone scuro ondeggiano assecondando i movimenti della corrente di marea e del moto ondoso provocato dai natanti.
Già negli anni scorsi, abbiamo assistito al proliferarsi abnorme di altre specie di alghe nella laguna veneziana, fatti che hanno portato anche a spiacevoli inconvenienti. Ad esempio negli anni ’80 l’”Ulva lactuca”, volgarmente chiamata “lattuga di mare”, crescendo sui substrati sabbiosi, anche nelle zone che a seguito di bassa marea restavano all’asciutto, con le elevate temperature estive si decomponeva sviluppando un forte odore di acido solfidrico che appestava la città. Il caldo afoso e la puzza contestuale rendevano la vita dei veneziani difficile. Non si sa, ne si saprà mai, l’effetto prodotto sulla salute dei cittadini da quel fenomeno anche se, invece, si scopriva l’effetto che faceva sull’argento: non si poteva lasciare alcun oggetto esposto perché nel giro di poco diventava tutto nero. Fu effettuata una campagna di raccolta dell’alga, ovviamente con un ingente costo, e nel volgere di qualche anno l’inconveniente fu superato.
Ora questa nuova alga che si chiama “Undaria pinnatifida” è profondamente diversa però, provenendo da altri mari, è previsto che porterà dei danni al sistema ecologico lagunare.
Il 13 giugno il giornale veneziano IL GAZZETTINO ha pubblicato un servizio a cura del giornalista F.Sartori che, anche interrogando gli studiosi locali, spiega come l’”Undaria pinnatifida”, della quale non si conosce da noi il nome volgare e che chiameremo solo “Undaria”, sia giunta dai mari del Giappone e della Cina sia per mezzo delle acque di sentina ma forse, ancor più facilmente, tramite un mollusco.
Sembra che il principale inconveniente dell’Undaria sia quello di occupare lo spazio delle alghe locali provocandone la scomparsa e modificando notevolmente l’habitat con grave danno anche per le specie animali.

Descrizione ed habitat
Il tallo fogliaceo, conformato a modo di pinna lanceolata, possiede una nervatura mediana spessa, in rilievo, a sezione pressoché cilindrica.
Aderisce al substrato saldamente mediante una porzione rizoidale digitata.
Si sviluppa sino alla dimensione di circa 80 cm nella fase di massimo sviluppo che avviene nei mesi di Aprile-Maggio.
Il tallo non è mai ramificato, negli esemplari adulti è frangiato da ambo i lati, mentre in quelli giovanili è decisamente lanceolato.
Vegeta tra il piano litorale inferiore e l'infralitorale da Novembre fino ad Agosto.
Ha un ciclo tipico delle Laminariales, con una fase macroscopica sporofitica che si alterna con una fase microscopica che rappresenta il gametofito.
La lamina in superficie presenta numerosissimi ciuffi di peli trasparenti.
E' distribuita nell'area della laguna viva, soprattutto nei centri urbani ove sembra prediligere acque ricche di nutrienti.
Da consultazioni in rete ho appreso che in oriente è una prelibatezza culinaria e che viene anche raccolta anche per i suoi principi medicamentosi. Infatti quelle sotto indicate sono le sostanze contenute in base alla composizione chimica
Unità di misura della tabella sottostante: mg/100g

TOT. LIPIDI 1.100
TOT. CARBOIDRATI/FIBRE 50.000
TOT. PROTEINE 20.000
TOT. MINERALI 25.000
MINERALI
FERRO 40
CALCIO 1.200
MAGNESIO 800
ZINCO 3
IODIO 40
SODIO 4.600
FOSFORO 450
POTASSIO 4.300
MANGANESE 4
RAME 2
STRONZIO 6
NICHEL 1,45
TIANIO 0,5
CROMO 0,48
COBALTO 0,18
CLORO 6.600
SILICIO 150
VITAMINE
VITAMINA A
VITAMINA B1
VITAMINA B2
VITAMINA PP
VITAMINA B6 140 IU
VITAMINA B9 0,4
VITAMINA B12 1
VITAMINA C 7,3
VITAMINA D 0,2
VITAMINA H 0,5
VITAMINA B5 0,001
VITAMINA K 15
AMINOACIDI TRACCE
FENILALANINA 0,01
ISOLEUCINA 0,15
LEUCINA 0,8
LISINA
TREONINA 840
TRIPTOFANO 720
VALINA 1.100
METIONINA 880

Con tutta questa ricchezza di sostanze perché nessuno pensa a raccoglierla ed a sfruttarla come fanno in Cina e Giappone?
Forse perché l’acqua della laguna non è così pura come i mari orientali, causa, ovviamente, le industrie chimiche di Porto Marghera, cosa questa che, tuttavia, non scoraggia i pescatori di frodo di Chioggia e Sottomariana che raccolgono tonnellate di vongole inquinate che minacciano la nostra salute ma con favolosi guadagni esenti da ogni imposizione fiscale.



3 commenti:

maria ha detto...

Peccato davvero che questa alga non venga raccolta e consumata come si fa, ad esempio, nel nord del Giappone! Nel 1997 ho visitato quella splendida isola e ancora oggi ricordo quelle bellissime distese di alghe sulla spiaggia di Hokkaido per essiccarle e poi consumarle. Hanno un grande beneficio sui capelli e sulla pelle. oltre che per il palato!

Toni ha detto...

Giapponesi e Cinesi sono specialisti nello sfruttare ogni tipo di animale o vegetale oer trasformarlo in cibo, talvolta anche "pregiato". Basti pensare ai nidi di rondine salangane e a quei fritti misti di pezzetti di pesci non bene identificabili. Noi siamo troppo schizzinosi per fare altrettanto.Però siamo anche talmente stupidi da andare a mangiare nei ristoranti cinesi, dove ,prima o poi, troveremo l'undaria pinnatifida, raccolta al largo (si fa per dire) di porto Marhera.

cate ha detto...

ho visto pubblicizzati prodotti (capsule e creme e/o gel) a base di undaria pinnatifida che promettono dimagramenti rapidi o di sciogliere localmente cuscinetti di grasso o cellulite.
qualcuno mi dice se è vero ed eventualmente il nome commerciale del prodotto di un produttore serio?