Di tutto un po'. In questo "blog" troverete "sfoghi" e pensieri, lettere inviate ai giornali e, forse, non pubblicate. Parlerò di Venezia, la mia Città, di quanto c'è di buono e di meno buono in essa, ma non mancheranno neppure argomenti di politica e di quello che capita nel mondo. Insomma ... un po' di tutto!!!
Per un po' di tempo sarò "quasi assente" dal blog.
Da oggi sono, a pieno titolo, baby-sitter, assieme a mia moglie, del mio quinto nipotino in quanto mia figlia ha ripreso il lavoro e, quindi, ho poco tempo a mia disposizione; per fortuna ci saranno le ferie estive e, a settembre, il nido!
La prossima settimana sarò anche assente da casa e, quindi, ci risentiremo verso il 9/10 maggio.
Ami, entends-tu / Le vol noir des corbeaux / Sur nos plaines?
Ami, entends-tu / Les cris sourds du pays / Qu'on enchaîne?
Ohé! partisans, / Ouvriers et paysans,
C'est l'alarme! / Ce soir l'ennemi / Connaîtra le prix du sang
Et des larmes!
Montez de la mine, / Descendez des collines, / Camarades!
Sortez de la paille / Les fusils, la mitraille, / Les grenades...
Ohé! les tueurs, / A la balle et au couteau,
Tuez vite! / Ohé! saboteur, / Attention à ton fardeau:
Dynamite!
C'est nous qui brisons / Les barreaux des prisons / Pour nos frères,
La haine à nos trousses / Et la faim qui nous pousse, / La misère...
Il y a des pays /Ou les gens au creux de lits
Font des rêves; / Ici, nous, vois-tu, / Nous on marche et nous on tue,
Nous on crève.
Ici chacun sait / Ce qu'il veut, ce qui'il fait / Quand il passe...
Ami, si tu tombes / Un ami sort de l'ombre / A ta place.
Demain du sang noir / Séchera au grand soleil
Sur les routes.
Sifflez, compagnons, / Dans la nuit la Liberté
Nous écoute...
(Paroles de Maurice Druon et Joseph Kessel - Musique d'Anna Marly)
1943
TRADUZIONE
Amico senti il nero volo dei corvi sulle nostre pianure?
Amico senti le sorde grida del paese che viene incatenato?
Ohè Partigiani,operai e contadini alle armi.
stasera il nemico conoscerà il prezzo del sangue e delle lacrime.
Uscite dalla miniera, scendete dalle colline, compagni!
Tirate fuori dalla paglia i fucili, la mitraglia, le granate.
Ohè combattenti col fuioco e col coltello colpite!
Ohè sabotatore attenzione al tuo fardello:dinamite...
Siamo noi che spezziamo le sbarre delle prigioni per i nostri fratelli.
Incitati dall'odio, spinti dalla fame, dalla miseria.
Ci sono dei Paesi dove la gente nel suo letto s'abbandona ai sogni.
Qui, ci vedi, marciamo e uccidiamo e moriamo.
Qui ognuno sa ciò che vuole, ciò che fa quando agisce.
Amico, se cadi un amico esce dall'ombra al tuo posto.
Domani sangue nero seccherà al sole alto sulle strade.
Cantate, compagni,nella notte la Libertà ci ascolta.
Questa volta è il sindaco leghista di Mogliano Veneto che, in occasione delle celebrazioni del prossimo 25 aprile, ha ordinato alla banda comunale di non suonare "Bella ciao"; al suo posto dovranno eseguire "La canzone del Piave".
Cosa si può commentare? Solo che sono ... ignoranti!
Alcuni giorni fa, nel commentare il post nel quale presentavo il concerto del Coro Marmolada presso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista ed il relativo repertorio, pur non conoscendo alcun canto, la blogger Emilia -ragazza bulgara che conosce molto bene Venezia- espresse una sua preferenza per il canto dal titolo "Son barcarol", anche se barcaiolo non è propriamente un gondoliere.
Alcune brevi spiegazioni le ho date sui commenti di risposta e oggi ho scritto un "pezzo" proprio su questo canto, dove esamino il testo e dove racconto delle origini del canto stesso.
Il tutto si trova sul mio sito nella sezione "Vi racconto un canto" (1), ma potete collegarvi direttamente cliccando qui.
Durante la lettura avrete modo di ascoltare il canto nell'esecuzione del Coro Marmolada di Venezia.
(1) - In questa sezione troverete le "storie" di molti altri canti
Avrete letto le notizie che in due comuni del nord, Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza e Adro in provincia di Brescia, governati dai leghisti, hanno negato la mensa ai bambini i cui genitori non pagavano le rette.
Di questo, riferendomi a Montecchio, ho scritto su un post alcuni giorni fa; sul caso di Adro, invece, mi riferisco oggi segnalando che un benefattore ha rilevato il debito, ha voluto restare anonimo, ma ha voluto lasciare una lettera che potrete leggere cliccando qui.
Leggetela e mettetevi nei panni degli amministratori di questi due paesi: come vi sentireste?
"La National Geographic Society (NGS), la cui sede si trova a Washington D.C. negli Stati Uniti, è una delle più grandi istituzioni scientifiche ed educative senza profitto. I suoi interessi comprendono svariate discipline come la geografia, l’archeologia e le scienze naturali, ma anche la cura per la conservazione dell'ambiente e dei patrimoni storici, ed infine lo studio della cultura del mondo e della sua storia.”
Così è definita, su Wikipedia, questa famosa associazione culturale, nel più ampio senso del termine, che, però, nel caso che vi esporrò, ha preso una cantonata e, con essa anche il “Worcester Polytechnic Institute” del Massachusetts.
Infatti prima di iniziare delle ricerche in un determinato luogo, nel caso presente Venezia, non sarebbe male che, chi intende portarlo a compimento, conoscesse un po’ la storia. La ricerca in questione è, o era, il salvataggio della mappa cromosomica dei veneziani doc.
Già un po’ di tempo addietro ne avevo sentito parlare e, sinceramente, avevo creduto che fosse una notizia senza nessuna conseguenza, ma, invece, su “Il Gazzettino” del 6 aprile u.s. (vedi qui) arriva la conferma di questa ricerca, nonché la quasi “messa in ridicolo”, da parte di una studiosa (biologa) veneziana, del tipo di ricerca.
Ritrovare e salvare il DNA veneziano!!! Ma come può esistere un DNA del genere, quando, esaminando gli avvenimenti storici, bastano i principali, si capisce –senza essere esimi studiosi- che questo DNA, questa “mappa cromosomica”, non esistono.
Non esiste un “veneziano doc” dal punto di vista fisico: la città, come si sa, è nata su isole che erano abitate da pescatori e da produttori e commercianti di sale; a questi primi e rari abitanti, di origini senz’altro remote, ma incerte, (prima c’erano gli Euganei, poi i Veneti, quindi i Romani) si aggiunsero, intorno al 3/400 d.C., gli abitanti della terraferma (veneti e latini) che sfuggivano, in questo modo, alle invasioni barbariche.
Nel territorio veneto si installarono popoli di varia provenienza, da est e da nord, e da qui, sempre per sfuggire ad invasioni successive, alcuni si portarono nelle isole, si aggiunsero e si mescolarono alla popolazione che, intanto, andava a formare i primi nuclei di quella che dopo diventò Venezia.
E andando avanti negli anni, pur non essendoci invasioni all’interno della laguna, tuttavia furono i veneziani a spostarsi e ad avere contatti con diverse popolazioni del Mediterraneo: bizantini, greci, in un primo tempo, ma poi anche albanesi, dalmati, turchi, ebrei ed altri. Ricordo ancora le comunità straniere che, per secoli, ebbero rappresentanze numerose in città: armeni e tedeschi, ad esempio, dei quali restano ancora i palazzi che furono sedi dei loro fondaci o chiese presso le quali si trovavano ad officiare nel loro rito.
Poi, ogni tanto, arrivava qualche pestilenza che riduceva in modo drastico il numero degli abitanti ed era allora che la Repubblica, anche con incentivi economici, invitava artigiani, di diverse regioni, a trasferirsi a Venezia per rimpolpare di nuovo sangue e di nuovo lavoro la popolazione e l’economia veneziane.
Negli anni dopo l’unità d’Italia numerosi militari, soprattutto di marina, si stabilirono a Venezia.
Molti altri esempi si potrebbero fare, ma, penso, che sia sufficiente quanto esposto, anche in modo abbastanza generico, per capire l’inutilità di una mappatura genetica.
Tutti questi mescolamenti non furono solo culturali ma anche fisici; i diversi individui, anche se esistevano leggi che vietavano i matrimoni soprattutto fra cristiani ed ebrei, fecero in modo che i “geni”, le “razze” (sempre che esistano le razze) ed il Dna veneziano fossero un vero miscuglio, un “cocktail”, nel quale è impossibile, ma direi anche inutile, ritrovare un’origine comune.
E come è capitato a Venezia, la stessa cosa è successa anche nel Veneto ed in gran parte di tutta Italia e, quindi, è inutile parlare di “raixe venete”, “lumbard”,“razza Piave” e così via.
Se vogliamo concedere qualcosa, il DNA del veneziano è solo CULTURALE!
P.S. – A proposito di “razza Piave”, questa esiste, ma è una razza equina!
lunedì 5 aprile 2010
Sabato 10 aprile2010 - ore 20,30
Venezia - Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari
Seconda Rassegna Corale “In ricordo di Ugo Pomarici”
PROGRAMMA
CORO MARMOLADA di Venezia diretto da Claudio Favret
Marmoléda di Ugo Pomarici - arm. Massimo de Bernart
Alakiaz partzer sar a di Krikor Siuni - adatt. Lucio Finco
Maitinada arm. Luigi Pigarelli
Girometa arm. Achille Berruti
La straniera di Ugo Pomarici - arm. Massimo de Bernart
La laine des moutons arm. EnzoFantini
Ave Maria sarda arm. Coro La Martinella
Soprano PIERA PELANDA accompagnata all’organo da MARCELLO ROSSI
Suna l’ura (L’Angelus) di Ugo Pomarici
CORO LA MARTINELLA di Firenze diretto da Ettore Varacalli