Si sa, siamo in un periodo in cui c’è chi contesta anche l’evidenza o chi vuole fare del revisionismo storico. Ed allora portiamoci anche noi su questo binario, o meglio su un binario simile, dove la materia trattata è, senz’altro, più leggera, e più consona al nostro modo di vedere e di sentire.
Entriamo nel modo delle favole che, fin da piccoli, ci hanno affascinato. Ma visto che, volenti o nolenti, siamo passati, crescendo, anche attraverso il periodo della contestazione “sessantottesca” proviamo a riscoprire, o a rivedere, una delle più famose fiabe, non solo italiane, ma mondiale.
La revisione, se così vogliamo chiamarla, forse farà rivoltare nella tomba quel Carlo Lorenzini, il Collodi, che, nel lontano 1881, iniziò a pubblicare, sul “Giornale per bambini”, la “Storia di un burattino” che, due anni dopo, raccolto in un volume, divenne “Le avventure di Pinocchio”.
Il riferimento al ’68 di cui sopra non è fuori luogo perché l’autore del testo e della musica, Alessandro Baggiani(1) , anche se nel 1968 era nato da poco, ha girato di 180° quella che possiamo definire la “morale” del burattino che, dopo le avventure che tutti conosciamo, diventa un bravo bambino.
È nato così un canto, dal testo molto ironico e contestatore, nel quale il protagonista è un burattino che non vuole assolutamente diventare “un bambino in carne e ossa”; e per farlo, contrariamente al vero Pinocchio, dice la verità. “Non ho voglia di studiare… ” afferma all’inizio e non prova neppure ad andare a scuola perché “ … il cervello mio è di legno“. Nasce tutto dal fatto che il suo “ …. babbo, poverino, non voleva restar solo. … “ e lui, anche con un cervello di legno, comprende le esigenze paterne, ma, evidentemente, non può e non vuole assecondarlo.
Sincero al massimo questo burattino ed anche determinato tanto che ce ne ha anche per la fata alla quale dice chiaro e tondo: “Io non voglio diventare -fata la faresti grossa- un bambino in carne e ossa.”. Non è un burattino al quale crescerà il naso! Veramente un bel carattere “tosto”!
Questo canto, che noi del Coro Marmolada abbiamo sentito per la prima volta, pochi mesi fa, a Firenze, ci è piaciuto ed è stato deciso di apprenderlo; fra breve lo presenteremo al pubblico e siamo sicuri che sarà gradito, oltre che per il testo (2) anche per la musica.
NOTE
1 Alessandro Buggiani (1965) è nel Coro Monte sagro di Carrara come baritono dal 1983 e lo dirige dal 1993. Autodidatta negli studi musicali ha studiato composizione privatamente con Andrea Nicoli. Compone musiche di scena per spettacoli teatrali e lavora come attore.
2 M'hanno fatto burattino!
Non ho voglia di studiare, / ma la colpa non è mia: / io c'avrei di molto ingegno, / ma il cervello mio è di legno.
M'hanno fatto burattino, / ma non sono mai contenti: / dopo tanto gran lavoro, / ora vogliono un bambino!
Non ci sto, io me la batto. / Esco fuori, vado in giro. / Io non voglio diventare / -fata la faresti grossa - / un bambino in carne e ossa!
Io non so che c'è di male / se vi grido il mio sdegno; / ad ognuno il proprio corpo / ed il il mio resta di legno.
M'hanno fatto burattino, / li ringrazio e son contento. / Se volevan qualcos'altro, / hanno perso il loro tempo.
Il mio babbo, poverino, / non voleva restar solo. / Lo capisco, ma non posso / diventare un bel bambino: / sono nato burattino.
M'hanno fatto burattino, / me ne scappo lesto, lesto. / M'hanno fatto burattino, / ora burattino resto! / Ora burattino resto! / Ora burattino resto!
M'hanno fatto burattino? / Ora burattino resto!