Onorevole Casini,
ci dica, senza paura e/o marce indietro, chi è l'illusionista al quale Lei ha alluso qualche giorno fa?
Suvvia non mi deluda e non deluda gli italiani! Abbia un po' più di coraggio!!!
Di tutto un po'. In questo "blog" troverete "sfoghi" e pensieri, lettere inviate ai giornali e, forse, non pubblicate. Parlerò di Venezia, la mia Città, di quanto c'è di buono e di meno buono in essa, ma non mancheranno neppure argomenti di politica e di quello che capita nel mondo. Insomma ... un po' di tutto!!!
martedì 29 novembre 2005
domenica 27 novembre 2005
Pensionato di Venezia disponibile a viaggiare sui vaporetti per "parlar male del Berlusca"
Sono un pensionato che abita a Venezia e cerco qualcuno (possibilmente un sindacato rosso) disposto a pagarmi per sparlare del nostro povero e tanto vituperato, ingiustamente , primo ministro. Visto che Lui ha le prove che questo succede a Milano nei tram e nella metropolitana, facciamolo anche a Venezia dove la gente è più disposta ad ascoltare anche perchè il tragitto in vaporetto è piacevole, non c'è rumore ed i veneziani sono disposti all'ascolto e ad intervenire nella discussione. Si potrebbe fare un "salotto politico viaggiante sull'acqua".
Se qualcuno parta anche un'ombra ed un cicchetto ... ancora meglio.
Se qualcuno parta anche un'ombra ed un cicchetto ... ancora meglio.
sabato 26 novembre 2005
Il ministro della Giustizia non deve intralciare il lavoro del Pm che indaga sul rapimento operato dalla Cia
Assodato che l’incarico di un ministro è essenzialmente un incarico politico, non si capisce perché il nostro Guardasigilli debba essere un incompetente in materia. Appurato che chi commette un reato all’interno del territorio nazionale deve essere perseguito dalla giustizia italiana, non si capisce perché il ministro Castelli debba entrare nel merito delle decisioni di un magistrato che, in parole molto semplici, ha compiuto solo il suo dovere (in caso contrario avrebbe compiuto un’omissione d’atti d’ufficio). La vicenda è quella nota dell’opposizione da parte del ministro alla richiesta di estradizione, pervenuta dal PM milanese Spataro, degli agenti CIA che, nel nostro territorio nazionale, hanno rapito una persona compiendo, pertanto, un reato; che la persona rapita sia un terrorista o meno e che gli esecutori siano agenti segreti questo non ha importanza: il reato di rapimento c’è e rimane. Per quanto riguarda poi l’ “antiamericanismo”, mi sembra che questo non sia un reato contemplato dalla legislazione italiana, a meno che non lo si voglia interpretare con occhi, esclusivamente politici di destra o, ancor peggio, padani. E ora di finirla con simili sciocchezze (termine eufemistico per non dire “monae”)! Già alcuni militari americani hanno compiuto la strage del Cermis e sono rimasti impuniti e questo mi sembra veramente un atto di ingiustizia! Se il ministro Castelli taccia di “antiamericanismo” un magistrato che compie solo il suo dovere penso che il modo di agire del ministro padano debba essere definito come “leccaculismo” e sono sempre più convinto della giustezza del mio motto che da anni uso come “save screen” : “Dime mona, dime can, ma no stame dir … padan”.
lunedì 21 novembre 2005
Perchè i quotidiani di Venezia non pubblicano i comunicati stampa ???
Vittorio Messori, famoso giornalista e scrittore, in un suo recente libro (Vittorio Messori – Aldo Cazzullo “Il Mistero di Torino” Mondatori Editore spa - VI ed. Genn.2005) a pag.91, scrive:
“A me, la «Gazzetta» serviva, in mancanza di meglio, quando avevo la responsabilità dell'ufficio stampa della Sei. In effetti, se la mia Editrice organizzava qualche evento - dalla presentazione di un libro a un convegno, anche importante - era quasi sempre inutile sperare che l'annuncio fosse pubblicato dalla «Stampa».
Ho sempre trovato disdicevole che il nostro giornalismo, a differenza di quello di altri Paesi, consideri come una sorta di grazia concessa casualmente e, in ogni caso, benignamente, a discrezione della redazione, la pubblicazione di ciò che la città propone a livello culturale, religioso, sociale. Ospitare i comunicati sui piccoli e grandi eventi non è un favore da lasciare al capriccio del giornale, ai fortuiti rapporti amichevoli con questo o quel redattore, ma un dovere d'informazione nei riguardi dei lettori.”
Capita che il sottoscritto invii alla stampa locale veneziana dei comunicati inerenti l’attività del complesso corale del quale fa parte. Capita anche che, molto spesso, questi comunicati non vengano pubblicati e che in questo caso non venga neppure avvertito, magari con una scusa (“mancanza di spazio”). Preciso che i comunicati vengono inviati per e-mail e quindi basterebbe poco rispondere.
Noto invece, almeno sul quotidiano che leggo, che ogni giorno, o quasi, appare un cantante semiprofessionista, gestore di un ristorante a Castello, il quale nel suo locale presenta canzoni veneziane. O questo paga il giornale per avere il comunicato oppure “va per vie traverse” o è un raccomandato. Bisogna considerare anche che in questo caso si tratta di vera e propria pubblicità in quanto chi va nel ristorante si ritrova il sovrappiù per il canto. Poi quanti sono i veneziani che frequentano questo locale e quanti turisti leggono la pagina veneziana del giornale. Insomma mi è difficile comprendere il perché di tutto questo!!!
Per pubblicizzare i nostri concerti, l’ingresso ai quali è sempre gratuito, usiamo anche le locandine che costano, sia per la stampa sia per la tassa affissioni, e per avere un ritorno, intendendo con questo termine la presenza di pubblico, è necessario che appaia sulla stampa locale almeno un comunicato.
Siamo stufi quindi di avere giornalisti che per “… grazia concessa casualmente e, in ogni caso, benignamente, a discrezione della redazione, … ” concedono “…la pubblicazione di ciò che la città propone a livello culturale, religioso, sociale”, come appunto specifica il Messori.
Sappiamo che molti sono a contratto a tempo determinato e, forse, proprio per questo servono pedissequamente qualche padrone.
Qualche volta vengono anche pubblicizzate, con grande cassa di risonanza, iniziative a scopo benefico e se andiamo a vedere i risultati sono magri, sia come partecipazione di pubblico sia come raccolta fondi. Anche a noi capita qualcosa del genere ma, senza tanti strombazzamenti, raggiungiamo buoni risultati; se, però, ci fosse anche l’aiuto della stampa sarebbe molto meglio.
“A me, la «Gazzetta» serviva, in mancanza di meglio, quando avevo la responsabilità dell'ufficio stampa della Sei. In effetti, se la mia Editrice organizzava qualche evento - dalla presentazione di un libro a un convegno, anche importante - era quasi sempre inutile sperare che l'annuncio fosse pubblicato dalla «Stampa».
Ho sempre trovato disdicevole che il nostro giornalismo, a differenza di quello di altri Paesi, consideri come una sorta di grazia concessa casualmente e, in ogni caso, benignamente, a discrezione della redazione, la pubblicazione di ciò che la città propone a livello culturale, religioso, sociale. Ospitare i comunicati sui piccoli e grandi eventi non è un favore da lasciare al capriccio del giornale, ai fortuiti rapporti amichevoli con questo o quel redattore, ma un dovere d'informazione nei riguardi dei lettori.”
Capita che il sottoscritto invii alla stampa locale veneziana dei comunicati inerenti l’attività del complesso corale del quale fa parte. Capita anche che, molto spesso, questi comunicati non vengano pubblicati e che in questo caso non venga neppure avvertito, magari con una scusa (“mancanza di spazio”). Preciso che i comunicati vengono inviati per e-mail e quindi basterebbe poco rispondere.
Noto invece, almeno sul quotidiano che leggo, che ogni giorno, o quasi, appare un cantante semiprofessionista, gestore di un ristorante a Castello, il quale nel suo locale presenta canzoni veneziane. O questo paga il giornale per avere il comunicato oppure “va per vie traverse” o è un raccomandato. Bisogna considerare anche che in questo caso si tratta di vera e propria pubblicità in quanto chi va nel ristorante si ritrova il sovrappiù per il canto. Poi quanti sono i veneziani che frequentano questo locale e quanti turisti leggono la pagina veneziana del giornale. Insomma mi è difficile comprendere il perché di tutto questo!!!
Per pubblicizzare i nostri concerti, l’ingresso ai quali è sempre gratuito, usiamo anche le locandine che costano, sia per la stampa sia per la tassa affissioni, e per avere un ritorno, intendendo con questo termine la presenza di pubblico, è necessario che appaia sulla stampa locale almeno un comunicato.
Siamo stufi quindi di avere giornalisti che per “… grazia concessa casualmente e, in ogni caso, benignamente, a discrezione della redazione, … ” concedono “…la pubblicazione di ciò che la città propone a livello culturale, religioso, sociale”, come appunto specifica il Messori.
Sappiamo che molti sono a contratto a tempo determinato e, forse, proprio per questo servono pedissequamente qualche padrone.
Qualche volta vengono anche pubblicizzate, con grande cassa di risonanza, iniziative a scopo benefico e se andiamo a vedere i risultati sono magri, sia come partecipazione di pubblico sia come raccolta fondi. Anche a noi capita qualcosa del genere ma, senza tanti strombazzamenti, raggiungiamo buoni risultati; se, però, ci fosse anche l’aiuto della stampa sarebbe molto meglio.
domenica 20 novembre 2005
Canti popolari per coro o canti d'ispirazione popolare
All'indirizzo http://www.piovesan.net/Vi_racconto/presentazione.htm trovate qualcosa sul'argomento del titolo nonchè la presentazione di alcuni canti.
sabato 19 novembre 2005
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