Venezia
verrà uccisa dal turismo
“Il
turismo – ha affermato l'assessore del Comune di Venezia Vettese alla
conferenza stampa organizzata per presentare la terza edizione dell'Annuario del Turismo 2013 – è il maggiore dilemma della città, in termini di vivibilità: la Venezia
insulare conta troppe presenze, la Terraferma troppo poche. Il problema dei
flussi va dunque affrontato in modo strategico, partendo da dati certi e studi
di settore.”
La signora, assessore da poco
più di un anno, ha scoperto la classica "acqua
calda", ha scoperto una realtà che tutti i veneziani conoscono, anche
quelli non legati ad alcuna attività turistica, che, però, sono ossessionati,
tormentati, assillati, oppressi,
asfissiati, importunati ed esasperati dall'enorme presenza
di turisti che, nell'arco di tutto l'anno, gravitano sulla nostra città
arrivando a consumare anche le pietre.
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Non è che la situazione
odierna dipenda dall'attuale assessore, ma il tutto nasce da una politica
cittadina che, da anni, non ha fatto niente per regolare nel migliore dei modi quella
che è l'attività principale di Venezia; anzi
ha fatto qualcosa, ma l'ha fatta male, soprattutto lasciando la massima libertà agli operatori turistici, nel senso più ampio del termine, e subendo passivamente
le iniziative delle "lobbies"
del settore.
Venezia, da sempre, è stata
accogliente con gli ospiti ai quali, come del resto ai suoi cittadini, imponeva
regole ben precise. Ora non è che si debba fare un'operazione nostalgica tornando
alla Venezia di una volta, a quella che alcuni illusi nostalgici aspirano, alla "gloriosa Repubblica Veneta"!
Non si torna indietro con la storia! Necessita, quindi, una regolamentazione
precisa, non contro l'attività turistica, ma per migliorarla e, soprattutto,
per far sì che Venezia non venga uccisa dal turismo. Infatti continuando così,
anno dopo anno, la città diventerà una "non città",
diventerà un luogo senza alcuna identità, un luogo in cui la sera, dopo le
visite, chiuderanno i cancelli; diventerà una "Veniceland"! Vogliono questo i pochi veneziani rimasti che
ancora sperano in un cambiamento?
Giornalmente si vedono case
abbandonate perché i vecchi muoiono ed i giovani non rientrano essendo il costo
delle abitazioni spropositato. Se un giovane cerca casa a Venezia si sente
indicare, da chi vende, che quell'appartamento è un investimento in quanto può
benissimo essere adibito a B&B o casa da affittare a
turisti! E questo fa lievitare i costi. Ci sono unità immobiliari che noi
veneziani definiamo "carobere",
edifici
che hanno bisogno di grandi restauri che, ovviamente, hanno un costo notevole;
ma i venditori, se non hanno l'urgenza a concludere, mantengono i prezzi
elevati perché, prima o poi, qualche "investitore"
lo troveranno. Ci sarebbe un mezzo per contrastare questa pessima abitudine:
bloccare i cambi di destinazione d'uso da abitazione di residenti a luogo a
fini turistici; in questo modo verrebbero calmierati anche i prezzi e, cosa
ancora migliore, potrebbe terminare il dissanguamento della popolazione residente.
Ma i nostri amministratori
avranno il coraggio di una simile azione? Saranno così coraggiosi da compiere
un atto contro le "lobbies"
che sfruttano Venezia?
E per finire ... basta nuovi
alberghi, in centro storico e nelle isole!!!
Altro ci sarebbe da fare con
un po' di buona volontà e con coraggio! Ma, si sa, i nostri politici sono
pavidi per paura di non essere rieletti!