Già
in precedenza (vedi ([i])
) avevo trattato l'argomento nell'articolo "Date a Cesare quel che è di Cesare", ma ritorno perché,
purtroppo, nel mondo musico-corale, soprattutto in quello cosiddetto "popolare", è ormai un'usanza.
Mi riferisco alle numerose armonizzazioni di canti ritenuti di origine popolare
che, invece, non lo sono in quanto esistono gli autori di testo e musica,
magari di qualche decennio fa se non di più. Sono per lo più autori deceduti da
altre settant'anni per i quali non vi è più il cosiddetto "diritto d'autore"; tuttavia non capisco perché su queste
nuove armonizzazioni viene inserito solo il nominativo dell'armonizzatore e non
quelli degli autori del testo e/o della musica.
Penso
che quando un musicista prende in esame uno spartito, magari solo una linea
melodica, di un vecchio canto debba anche preoccuparsi di documentarsi un po'
di più sulle origini del canto stesso e non usare la dicitura "canto popolare"; questo
comportamento denota -scusatemi il giudizio- un po' di ignoranza e anche di
supponenza in quanto non tiene conto del lavoro di altri.
Tempo
fa, girando fra i vari siti che trattano l'argomento "canto popolare e di montagna" ho trovato "Stelutis alpinis" definito come "canto popolare" senza, ovviamente, indicare l'autore, e
-udite udite- il sito era di un'associazione friulana.
Perché
torno su questo argomento? Giorni fa un amico mi ha chiesto se potevo copiare,
con il programma di notazione musicale che uso e con il quale viene creata la musica digitale anche delle
singole parti, la villotta friulana "In cil 'e jè une stele", nell'edizione
di un coro famoso, armonizzata da Andrea Mascagni (1917-2004).
Sullo
spartito edito a stampa c'è solo il nome dell'armonizzatore. La cosa, anche se
viene da un'edizione del suddetto coro, capostipite di tutti i cori di questo
genere, mi ha stupito anche perché, conoscendo parecchi canti friulani, la
ricordavo come opera di due autori, un poeta e un musicista. L'unica differenza
stava nel titolo; l'edizione summenzionata riporta come titolo il primo verso
della villotta, mentre quello originale
è "La stele" ([ii])
i cui autori sono Luigi Cuoghi (1849-1921), per il testo, e Giambattista
Marzuttini (1863-1943), per la musica.
Un
brutto segnale che, purtroppo, va avanti da tempo e continua ancora: l'ego è
preponderante.
2 Vedi foto e pag 47 della pubblicazione al link https://www.coromarmolada.it/51VillFriul/VillotteAltriCanti.pdf