Da domani e fino a tutto agosto mi ritirerò in un paesino della Carnia, Raveo.
Per questo sarò lontano dalla rete, da "internet"; sarò su un'altra rete ... il CABERNET!!! Fa bene! Contiene il "resveratrolo" un toccasana per le coronarie!
Un arrivederci, o meglio "a risentirci su questa rete", ai miei cinque lettori!
Saluti e buone vacanze a tutti.
Di tutto un po'. In questo "blog" troverete "sfoghi" e pensieri, lettere inviate ai giornali e, forse, non pubblicate. Parlerò di Venezia, la mia Città, di quanto c'è di buono e di meno buono in essa, ma non mancheranno neppure argomenti di politica e di quello che capita nel mondo. Insomma ... un po' di tutto!!!
venerdì 7 luglio 2006
SISMI e qualche indagine di troppo!
Che sfortuna chiamarsi Pio Pompa! Ve lo immaginate cosa poteva fare, il personaggio sorto agli onori della cronaca per lo scandalo SISMI (vedi articolo), se non “darsi veramente da fare” quando qualcuno gli diceva: “… dai Pio, pompa!”
E lui si è dato veramente da fare e, forse, ha … “fatto il pompiere” un po’ troppo.
Ma c’è qualcuno che pensa che abbia fatto tutto da solo, senza che altri sapessero alcunché? Suvvia, non siamo poi così ingenui! Un ufficio in Via Nazionale a suo nome dove stoccava i documenti ed i “risultati” delle indagini su diversi personaggi; indagini create dal nulla, forse per compiacere qualcuno. Come quella su Prodi, risultata poi falsa! Chissà chi gliela ha commissionata. E sì, non siamo proprio tanto ingenui: qualcuno gli ha detto di … indagare!
E lui si è dato veramente da fare e, forse, ha … “fatto il pompiere” un po’ troppo.
Ma c’è qualcuno che pensa che abbia fatto tutto da solo, senza che altri sapessero alcunché? Suvvia, non siamo poi così ingenui! Un ufficio in Via Nazionale a suo nome dove stoccava i documenti ed i “risultati” delle indagini su diversi personaggi; indagini create dal nulla, forse per compiacere qualcuno. Come quella su Prodi, risultata poi falsa! Chissà chi gliela ha commissionata. E sì, non siamo proprio tanto ingenui: qualcuno gli ha detto di … indagare!
giovedì 6 luglio 2006
La "devolution" scozzese ed i suoi inghippi
Per i patiti della “devolution” (pronuncia inglese “dévolusion”, pronuncia pavana “devolusiòn”), cioè di coloro che guardano alle formule catalane e scozzesi: leggete l’articolo del Corriere per conoscere cosa sta capitando nel Regno Unito a pochi anni dalle concessioni date alla Scozia!
TASSISTI ... FASCISTI!
“…le teste spesso rasate e le gambe e le braccia tatuate con il profilo di Benito Mussolini o il fascio littorio, …”
“… Un ministro della Repubblica, Fabio Mussi, estratto dalla sua automobile blu e poi minacciato e colpito con una manata che solo il dovuto rispetto ci impedisce di chiamare ceffone. Claudio Guaitoli, un fotografo che stava lavorando per il Corriere, colpito da calci e sputi e quindi inseguito. E poi cronisti accerchiati e minacciati, e poi ancora altri tassisti che avevano deciso di non aderire allo sciopero rincorsi e insultati. …”
“… «Siamo tutti/ terroristi...». Poi mettono su un cartello: «Taxi e moschetto, tassista perfetto». …”
“… Avvistato pure un tipo piuttosto noto nella leggendaria — per caos e intimidazioni d'ogni genere — stazione taxi dell'aeroporto di Fiumicino, un tipo con il simbolo della «X Mas» sull'avambraccio e che i suoi colleghi perbene hanno sinistramente soprannominato «P38». …”
“ … Gianni Alemanno, l'esponente di An che da quel piccolo palco ha arringato il popolo dei rivoltosi …”
“… Teodoro Buontempo, l'adorato «er pecora», pronto ad adoperarsi per far avere qualche bottiglia d'acqua ai manifestanti che assediavano Palazzo Chigi. …”
“ … Loreno Bittarelli, presidente dell'Uri, l'Unione radiotaxi italiana (quello, per capirci, che ammette orgoglioso: « So' de destra e ho organizzato la seconda marcia su Roma, embè? »), …”
Questi alcuni stralci di un articolo del Corriere (clicca qui per leggerlo interamente).
Ed ecco la conferma che i fascisti esistono ancora, anche se mascherati!
Nuova “marcia su Roma” e contatti con esponenti missini!
Ecco i nuovi fascisti, … i tassisti!
Basta ai privilegi a certe categorie!
“… Un ministro della Repubblica, Fabio Mussi, estratto dalla sua automobile blu e poi minacciato e colpito con una manata che solo il dovuto rispetto ci impedisce di chiamare ceffone. Claudio Guaitoli, un fotografo che stava lavorando per il Corriere, colpito da calci e sputi e quindi inseguito. E poi cronisti accerchiati e minacciati, e poi ancora altri tassisti che avevano deciso di non aderire allo sciopero rincorsi e insultati. …”
“… «Siamo tutti/ terroristi...». Poi mettono su un cartello: «Taxi e moschetto, tassista perfetto». …”
“… Avvistato pure un tipo piuttosto noto nella leggendaria — per caos e intimidazioni d'ogni genere — stazione taxi dell'aeroporto di Fiumicino, un tipo con il simbolo della «X Mas» sull'avambraccio e che i suoi colleghi perbene hanno sinistramente soprannominato «P38». …”
“ … Gianni Alemanno, l'esponente di An che da quel piccolo palco ha arringato il popolo dei rivoltosi …”
“… Teodoro Buontempo, l'adorato «er pecora», pronto ad adoperarsi per far avere qualche bottiglia d'acqua ai manifestanti che assediavano Palazzo Chigi. …”
“ … Loreno Bittarelli, presidente dell'Uri, l'Unione radiotaxi italiana (quello, per capirci, che ammette orgoglioso: « So' de destra e ho organizzato la seconda marcia su Roma, embè? »), …”
Questi alcuni stralci di un articolo del Corriere (clicca qui per leggerlo interamente).
Ed ecco la conferma che i fascisti esistono ancora, anche se mascherati!
Nuova “marcia su Roma” e contatti con esponenti missini!
Ecco i nuovi fascisti, … i tassisti!
Basta ai privilegi a certe categorie!
mercoledì 5 luglio 2006
Protestano sempre le categorie più fortunate!
Sono sempre gli appartenenti a “caste” di fortunati, nel senso che guadagnano molto rispetto a quello che fanno, a protestare.
Leggiamo in questi giorni delle proteste dei tassisti ed ognuno può giudicare.
Vorrei portare, invece, all’attenzione dei cinque lettori di questo “blog” quanto succede al Casino di Venezia (vedi articolo de Il Gazzettino del 5.7.2006).
Gli addetti alle “slot machine”, che nei giorni scorsi si erano rifiutati di frequentare dei corsi di aggiornamento teconolgico, sembra che oggi riprendano, almeno alcuni.
Quale la causa della protesta? Presuppongono, i “poveretti”, che le nuove tecnologie portino ad un minore introito di mance! Cioè trattasi di quei compensi extra che, come da prassi in tutti i Casino, i clienti lasciano ai “lavoratori”. E non è che si tratti di spiccioli, di qualche monetina! Come si evince dall’articolo, attualmente i “poveri lavoratori delle slot machine” percepiscono 3500 Euro al mese solo a questo titolo; poi c’è lo stipendio che non conosco nei dettagli ma che, da sempre, è stato più che lauto.
Si lamentano anche perché i “croupiers” anziani, quelli che seguono i giochi classici e cioè roulette, baccarat, trente-quarante, prendono di più.
È tutta gente che da sempre ha preso tanti soldi, molti di più di un qualsiasi lavoratore, non solo dipendente, ma anche di molti professionisti. E non è che abbiano titoli di studio particolari del livello di qualche laurea; anni fa non serviva neppure la licenza di scuola superiore. Anzi coloro che riuscivano ad entrare al Casino erano, in gran parte, falliti a livello scolastico. Lo stesso, fra parentesi, era per chi frequentava le scuole alberghiere che erano tutte private! Erano, quindi, dei “succoni” con i genitori con la “grana”!
Ma torniamo ai “nostri” “lavoratori” del Casinò. Quei 3500 euro di cui all’inizio, sono al netto e anche “in nero”, cioè non soggetti ad alcuna tassazione.
La scusa che qualcuno porta a questo comportamento anche da parte del datore di lavoro (Casino e quindi Comune di Venezia) è che se queste persone non avessero delle prebende così alte, le stesse potrebbero essere facilmente corrotte sia da singoli giocatori come anche da organizzazioni criminali.
Quindi si paga tanto qualcuno solo perché non sia disonesto e non in base al lavoro che fa.
Sono veramente comportamenti immorali che, però, nessuno vuole combattere. Anche questa, come quella dei gondolieri, è una lobby che può avere un peso elettorale!
Ma chi mi assicura che pur prendendo tanti soldi non ne vogliano ancora di più e sempre “in nero”?
È uno scandalo! Bisogna che scoppi, come “tangentopoli” e “calciopoli”, anche una “giocopoli”?
Leggiamo in questi giorni delle proteste dei tassisti ed ognuno può giudicare.
Vorrei portare, invece, all’attenzione dei cinque lettori di questo “blog” quanto succede al Casino di Venezia (vedi articolo de Il Gazzettino del 5.7.2006).
Gli addetti alle “slot machine”, che nei giorni scorsi si erano rifiutati di frequentare dei corsi di aggiornamento teconolgico, sembra che oggi riprendano, almeno alcuni.
Quale la causa della protesta? Presuppongono, i “poveretti”, che le nuove tecnologie portino ad un minore introito di mance! Cioè trattasi di quei compensi extra che, come da prassi in tutti i Casino, i clienti lasciano ai “lavoratori”. E non è che si tratti di spiccioli, di qualche monetina! Come si evince dall’articolo, attualmente i “poveri lavoratori delle slot machine” percepiscono 3500 Euro al mese solo a questo titolo; poi c’è lo stipendio che non conosco nei dettagli ma che, da sempre, è stato più che lauto.
Si lamentano anche perché i “croupiers” anziani, quelli che seguono i giochi classici e cioè roulette, baccarat, trente-quarante, prendono di più.
È tutta gente che da sempre ha preso tanti soldi, molti di più di un qualsiasi lavoratore, non solo dipendente, ma anche di molti professionisti. E non è che abbiano titoli di studio particolari del livello di qualche laurea; anni fa non serviva neppure la licenza di scuola superiore. Anzi coloro che riuscivano ad entrare al Casino erano, in gran parte, falliti a livello scolastico. Lo stesso, fra parentesi, era per chi frequentava le scuole alberghiere che erano tutte private! Erano, quindi, dei “succoni” con i genitori con la “grana”!
Ma torniamo ai “nostri” “lavoratori” del Casinò. Quei 3500 euro di cui all’inizio, sono al netto e anche “in nero”, cioè non soggetti ad alcuna tassazione.
La scusa che qualcuno porta a questo comportamento anche da parte del datore di lavoro (Casino e quindi Comune di Venezia) è che se queste persone non avessero delle prebende così alte, le stesse potrebbero essere facilmente corrotte sia da singoli giocatori come anche da organizzazioni criminali.
Quindi si paga tanto qualcuno solo perché non sia disonesto e non in base al lavoro che fa.
Sono veramente comportamenti immorali che, però, nessuno vuole combattere. Anche questa, come quella dei gondolieri, è una lobby che può avere un peso elettorale!
Ma chi mi assicura che pur prendendo tanti soldi non ne vogliano ancora di più e sempre “in nero”?
È uno scandalo! Bisogna che scoppi, come “tangentopoli” e “calciopoli”, anche una “giocopoli”?
domenica 2 luglio 2006
Venezia città "diversa", Venezia "città a statuto speciale"
Premessa: il Presidente della Regione del Veneto, per circa due mesi anche senatore, ha depositato al Senato una proposta di modifica costituzionale affinché il Veneto diventi una regione a statuto speciale. Ma cosa ha di diverso il Veneto dall’Emilia-Romagna, per esempio? Si sa che le regioni a statuto speciale sono state concepite, tempo fa, perché diverse: diverse in quanto isole, oppure perché di confine e con problemi di bilinguismo. Inoltre, proprio in questi giorni siamo venuti a conoscenza che anche Campione d’Italia, enclave italiana in terra elvetica e sede di un casinò, ha delle diversità e per queste diversità riceve contributi speciali dallo Stato.
Ed allora: esiste al mondo una città simile a Venezia?
Subito tutti risponderanno che non esiste, che Venezia è unica al mondo, diversa da tutte le altre città. Una città speciale, una città con uomini diversi dai simili delle altre città; diversi perché, normalmente, si spostano con le loro gambe e non con veicoli. Tutt’al più usano una barca o un altro mezzo di locomozione per via acquea.
È anche una città di confine, simbolicamente e fisicamente al limitare della terra ed all’inizio del mare o, invertendo i fattori, al limitare del mare ed all’inizio della terra.
Uomini e donne camminano a Venezia da sempre, da quando iniziano i primi passi e fino alla vecchia allorché è faticoso camminare, è faticoso fare i gradini dei ponti e quelli per salire le scale di casa; a Venezia si contano sulle dita delle mani le case con ascensore.
Ma Venezia è veramente, come tutti i porti, un confine di Stato.
A Venezia costa tutto di più ed anche in questo è una città speciale!
Costano di più i trasporti delle merci perché comunemente si fa tutto manualmente: dalle barche si trasborda sui carretti che sono tirati, o spinti, manualmente per calli, ponti, campi e campielli.
Costa di più la manutenzione delle case che si deteriorano più velocemente che in altre città a causa dell’umidità e della salsedine che sale lungo i muri; da ciò deriva quindi un costo d’acquisto maggiore che aumenta anche per la domanda che proviene da non veneziani.
Insomma è una città diversa ma anche difficile in tutti i sensi che, però, i veneziani amano ed è il luogo in cui desiderano vivere, nonostante tutto.
Ma non solo la fisicità è diversa. Anche le teste degli uomini sono diverse, culturalmente diverse.
Intanto il solo fatto di nascere, crescere e vivere in una città bella, da qualsiasi parte tu la guardi, ti rende diverso.
Anche la storia millenaria, storia politica, economica e sociale che diversificò lo Stato e gli abitanti della Serenissima dal resto dell’Italia fa sì che il DNA culturale del veneziano sia diverso.
Forme di mutualità pubblica e privata, legislazione sociale avanzata, laicità dello Stato, pur nella religiosità dei singoli, sono tre grandi aspetti, anche attuali, che nella Serenissima erano attivi quando in nessuna parte d’Europa sapevano cosa fossero.
Gli operai di Stato, gli “arsenalotti”, ma anche le fabbriche “protette” e vigilate dallo Stato (vetrerie) erano situazioni avanti nei tempi.
Forse il DNA culturale, assorbito durante la Serenissima, si è affievolito per l’irruente globalizzazione dei tempi moderni, ma, senz’altro, in modo inferiore a quanto capitato sulla terraferma.
Venezia è diversa, quindi, dal resto del mondo, comprendendo fra questo anche il territorio veneto, ed allora … cosa ci azzecca Venezia con il Veneto?
Anche politicamente la Città è diversa dalla Regione e, in parte, anche dalla Provincia.
Venezia è sempre stata di sinistra, anche quando governava in città la DC i cui uomini politicamente più importanti erano l’espressione della sinistra di quel partito.
A Venezia nacque il “compromesso storico” che portò, anche a livello nazionale, ai governi di centro-sinistra.
Qualcuno dice che Venezia e Mestre sono differenti, ma che si completano!
Qualcun altro non condivide questa tesi e nel corso degli ultimi decenni ha tentato una divisione fra le due realtà.
Una modifica negativa alla Venezia moderna l’ha portata la monocoltura turistica ed a ciò si dovrà porre rimedio: come? Non lo so.
Allora essendo Venezia unica, diversa, speciale, difficile e quant’altro, è necessaria una legislazione speciale per Venezia, e non parlo della “Legge Speciale” che ogni anno doveva essere riconfermata e finanziata. Durante il corso di questi anni, il contributo della legge di cui sopra è servito quasi totalmente al restauro edilizio di parte delle abitazioni, soprattutto palazzi, ma ultimamente tutto è stato devoluto alla costruzione del MOSE del quale, forse, non ne abbiamo effettivamente bisogno.
Ma la legislazione speciale per Venezia non dovrebbe essere solo soldi, anche se questi sono importanti.
Venezia deve godere, innanzitutto, d’autonomia, di quell’autonomia concessa dalla Costituzione alle cinque Regioni a Statuto Speciale.
Deve essere una “Città a Statuto Speciale”, autonoma dal Veneto il cui istituto regionale l’ha solo sfruttata; la Regione è sempre stata una “matrigna” nei confronti di Venezia.
Piccolo, ad esempio, è stato il riconoscimento della specificità nel campo della sanità ed allora la Città, dove oltre ai residenti, sono presenti milioni di turisti e tanti studenti non residenti, deve pretendere e prendersi questa specificità.
La Costituzione Italiana prevede che un comune o una provincia possano staccarsi da una regione e rendersi autonomi.
Ed allora tentiamo questa strada! Sarà difficile, ma resta l’unica!
Fora Venessia dal Veneto!
P.S. - Invito i lettori di questo “post”, soprattutto i veneziani, a fornirmi i loro suggerimenti ed i loro commenti partendo dal presupposto che queste sono solo mie idee senza avere la pretesa che siano la “verità”.
E se qualcuno poi, volesse prendere l’iniziativa, anche perché più capace organizzativamente, di discuterne più ampiamente e, perché no, di avviare un movimento di opinione io sono disponibile.
Ed allora: esiste al mondo una città simile a Venezia?
Subito tutti risponderanno che non esiste, che Venezia è unica al mondo, diversa da tutte le altre città. Una città speciale, una città con uomini diversi dai simili delle altre città; diversi perché, normalmente, si spostano con le loro gambe e non con veicoli. Tutt’al più usano una barca o un altro mezzo di locomozione per via acquea.
È anche una città di confine, simbolicamente e fisicamente al limitare della terra ed all’inizio del mare o, invertendo i fattori, al limitare del mare ed all’inizio della terra.
Uomini e donne camminano a Venezia da sempre, da quando iniziano i primi passi e fino alla vecchia allorché è faticoso camminare, è faticoso fare i gradini dei ponti e quelli per salire le scale di casa; a Venezia si contano sulle dita delle mani le case con ascensore.
Ma Venezia è veramente, come tutti i porti, un confine di Stato.
A Venezia costa tutto di più ed anche in questo è una città speciale!
Costano di più i trasporti delle merci perché comunemente si fa tutto manualmente: dalle barche si trasborda sui carretti che sono tirati, o spinti, manualmente per calli, ponti, campi e campielli.
Costa di più la manutenzione delle case che si deteriorano più velocemente che in altre città a causa dell’umidità e della salsedine che sale lungo i muri; da ciò deriva quindi un costo d’acquisto maggiore che aumenta anche per la domanda che proviene da non veneziani.
Insomma è una città diversa ma anche difficile in tutti i sensi che, però, i veneziani amano ed è il luogo in cui desiderano vivere, nonostante tutto.
Ma non solo la fisicità è diversa. Anche le teste degli uomini sono diverse, culturalmente diverse.
Intanto il solo fatto di nascere, crescere e vivere in una città bella, da qualsiasi parte tu la guardi, ti rende diverso.
Anche la storia millenaria, storia politica, economica e sociale che diversificò lo Stato e gli abitanti della Serenissima dal resto dell’Italia fa sì che il DNA culturale del veneziano sia diverso.
Forme di mutualità pubblica e privata, legislazione sociale avanzata, laicità dello Stato, pur nella religiosità dei singoli, sono tre grandi aspetti, anche attuali, che nella Serenissima erano attivi quando in nessuna parte d’Europa sapevano cosa fossero.
Gli operai di Stato, gli “arsenalotti”, ma anche le fabbriche “protette” e vigilate dallo Stato (vetrerie) erano situazioni avanti nei tempi.
Forse il DNA culturale, assorbito durante la Serenissima, si è affievolito per l’irruente globalizzazione dei tempi moderni, ma, senz’altro, in modo inferiore a quanto capitato sulla terraferma.
Venezia è diversa, quindi, dal resto del mondo, comprendendo fra questo anche il territorio veneto, ed allora … cosa ci azzecca Venezia con il Veneto?
Anche politicamente la Città è diversa dalla Regione e, in parte, anche dalla Provincia.
Venezia è sempre stata di sinistra, anche quando governava in città la DC i cui uomini politicamente più importanti erano l’espressione della sinistra di quel partito.
A Venezia nacque il “compromesso storico” che portò, anche a livello nazionale, ai governi di centro-sinistra.
Qualcuno dice che Venezia e Mestre sono differenti, ma che si completano!
Qualcun altro non condivide questa tesi e nel corso degli ultimi decenni ha tentato una divisione fra le due realtà.
Una modifica negativa alla Venezia moderna l’ha portata la monocoltura turistica ed a ciò si dovrà porre rimedio: come? Non lo so.
Allora essendo Venezia unica, diversa, speciale, difficile e quant’altro, è necessaria una legislazione speciale per Venezia, e non parlo della “Legge Speciale” che ogni anno doveva essere riconfermata e finanziata. Durante il corso di questi anni, il contributo della legge di cui sopra è servito quasi totalmente al restauro edilizio di parte delle abitazioni, soprattutto palazzi, ma ultimamente tutto è stato devoluto alla costruzione del MOSE del quale, forse, non ne abbiamo effettivamente bisogno.
Ma la legislazione speciale per Venezia non dovrebbe essere solo soldi, anche se questi sono importanti.
Venezia deve godere, innanzitutto, d’autonomia, di quell’autonomia concessa dalla Costituzione alle cinque Regioni a Statuto Speciale.
Deve essere una “Città a Statuto Speciale”, autonoma dal Veneto il cui istituto regionale l’ha solo sfruttata; la Regione è sempre stata una “matrigna” nei confronti di Venezia.
Piccolo, ad esempio, è stato il riconoscimento della specificità nel campo della sanità ed allora la Città, dove oltre ai residenti, sono presenti milioni di turisti e tanti studenti non residenti, deve pretendere e prendersi questa specificità.
La Costituzione Italiana prevede che un comune o una provincia possano staccarsi da una regione e rendersi autonomi.
Ed allora tentiamo questa strada! Sarà difficile, ma resta l’unica!
Fora Venessia dal Veneto!
P.S. - Invito i lettori di questo “post”, soprattutto i veneziani, a fornirmi i loro suggerimenti ed i loro commenti partendo dal presupposto che queste sono solo mie idee senza avere la pretesa che siano la “verità”.
E se qualcuno poi, volesse prendere l’iniziativa, anche perché più capace organizzativamente, di discuterne più ampiamente e, perché no, di avviare un movimento di opinione io sono disponibile.
sabato 1 luglio 2006
I° luglio (sabato) - Anche le (gli) "spam" vanno in vacanza!
Oggi, nell’aprire la mia casella di posta elettronica, sono rimasto stupito: solo due messaggi “spam”; normalmente, in una giornata sono circa trenta i messaggi relativi ad offerte di Viagra e di altri farmaci, ma anche di sesso in rete o di “software” scontato e di tante altre diavolerie che non m’interessano.
Poi ho guardato il calendario: I° luglio e sabato! Ecco risolto l’arcano: iniziano le ferie, chi ai monti e chi al mare!
Però mi sembra strano! Chissà se vanno in vacanza anche i diversi “software” che su qualche “server” producono e spediscono le (gli) “spam”?
Poi ho guardato il calendario: I° luglio e sabato! Ecco risolto l’arcano: iniziano le ferie, chi ai monti e chi al mare!
Però mi sembra strano! Chissà se vanno in vacanza anche i diversi “software” che su qualche “server” producono e spediscono le (gli) “spam”?
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