La vignetta di Giannelli, sul Corriere di ieri 27 aprile, (clicca qui) è indicativa di quanto sta succedendo nel mondo. A nulla sono valsi i precedenti dell’influenza aviaria che, solo poco tempo fa, sembrava dovesse essere una temuta peste, come quella che, nei secoli scorsi, decimava ed anche dimezzava intere popolazioni.
Nonostante l’”aviaria” si sia dimostrata meno pericolosa di una comune influenza, in questi giorni la “storia” si ripete con quella “suina”.
Si potrebbe chiamarla …“porcata”, come la tanto detestata legge elettorale che, senz’altro, ha fatto e farà più danni, anche perché non riusciremo a cancellarla, visto che il referendum lo hanno inserito alla fine delle tornate elettorali e quando il popolo italiano sarà pronto per …andare al mare.
Negli USA un’associazione privata, che gestisce una specie do organizzazione delle “ronde”, ha aumentato il controllo al confine con il Messico per impedire l’ingresso di clandestini.
E qui da noi, sempre quelli delle ronde, vogliono che i medici denuncino i clandestini che si fanno visitare! Così, con meno controlli sanitari, sarà più facile che si diffondano malattie.
Con l’”aviaria” gli allevamenti di polli sono andati in crisi perché nessuno voleva acquistare più carni avicole, nonostante le autorità sanitarie continuassero ad affermare che non sussisteva alcun pericolo. La stessa cosa succederà con le braciole, l’arista, il salame, la coppa, l’ossocollo ed i prosciutti! Già ci sono gli appelli da parte dei servizi veterinari e di quelli del ministero dell’agricoltura, ma, si sa, gli italiani si fanno persuadere da pseudoscienziati ed allora … solo carni bovine, ovine ed avicunicole!!!
Un buona dose di colpa ce l’hanno i giornali e la televisione; i titoloni ad effetto fanno più “effetto” delle vere notizie. L’altro ieri una donna, di ritorno da San Diego (California), è stata ricoverata all’ospedale di Venezia e subito il fatto è stato definito come il “primo caso di influenza suina” in Italia, ovviamente a grandi titoli. Poche ore dopo già si parlava di primi esami negativi e dopo ventiquattro ore, anche esami più approfonditi, confermavano la negatività; però quello che ha fatto più effetto è stato il titolo del “primo caso in Italia”.
In un titolo viene paragonata alla “spagnola”; può anche essere vero, però solo alla fine dell’articolo viene precisato che l’epidemia che si scatenò dopo la prima guerra mondiale trovò non solo la popolazione, ma anche gli eserciti, composti nella maggior parte da giovani, debilitati dalla guerra, dalla miseria e dalla fame.
Poi, perché ne debbano risentire negativamente anche le borse, questa proprio non la capisco, ma forse me lo posso spiegare con …“tutto fa speculazione”!
Ancora un po’ di giorni, poi le notizie sull’influenza passeranno in seconda pagina e, quindi, si ridurranno sempre di più. Tutto diventerà solo notizia scientifica, che è l’unica cosa giusta.