Il 28 dicembre 2005 ho ricevuto una mail speditami il 7 dicembre, cioè ventun giorni
prima. Già questo fatto dovrebbe far pensare a qualche “spam” e a qualche imbroglio.
Andando avanti leggo che il mittente è “Banca Intesa e Fineco” con indirizzo appoggio@intesa.it
Non è la mia banca!
Di seguito il testo del messaggio nel quale appaiono evidenziati banali errori di digitazione e di poca conoscenza della lingua italiana e, a conclusione, una frase in spagnolo.
Mi sembra che non ci siano dubbi sull’ormai noto raggiro a danno dei creduloni.
Attenzione quindi!!! Sempre svegli!!!
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Banca Intesa/Fineco chiede il vostro contributo:
Per i possessori di un conto Banca Intesa o di un conto Banca Fineco, a seguito di verifiche di l'indirizzo di posta elettronica nei nostri database clienti, si e reso necessario utilizzo online a conferma dei Suoi dai. Le chiediamo perciò di confermarci i dati in nostro possesso, accedendo al seguente form protetto:
Per i possessori di un conto Banca Intesa:
http://www.intesa.it
Per i possessori di un conto Banca Fineco:
http://www.fineco.it
No conteste a este correo electrónico.
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Di tutto un po'. In questo "blog" troverete "sfoghi" e pensieri, lettere inviate ai giornali e, forse, non pubblicate. Parlerò di Venezia, la mia Città, di quanto c'è di buono e di meno buono in essa, ma non mancheranno neppure argomenti di politica e di quello che capita nel mondo. Insomma ... un po' di tutto!!!
mercoledì 28 dicembre 2005
mercoledì 14 dicembre 2005
Anche Sony BMG, uno dei colossi dell’intrattenimento musicale, è un “hacker”!!!
Lo sapevate che anche i cosiddetti “major del multimedia” sono diventati dei veri e propri “hacker”, cioè pirati informatici, e tutto questo alla faccia dei clienti che, ignari, acquistano i loro CD musicali.
Uno di questi è la multinazionale “SONY BMG” che, per proteggere il proprio prodotto, ha inserito in una ventina di CD un “software” particolare con il compito di verificare che l’utente, cioè il cliente, non duplichi abusivamente i brani musicali protetti dal diritto d’autore. E fin qui non ci sarebbe nulla di grave. Però il “software” in questione s’installa nel PC del cliente, a sua insaputa, penetra nel sistema operativo diventandone una parte integrante. Se qualcuna pensa di rimuoverlo finisce col rovinare il sistema operativo stesso con le conseguenze che ognuno può immaginare.
Inoltre crea una situazione particolare per la quale si rende invisibile e, per questo, permette anche ad altri virus (“trojan”) di penetrare senza che gli antivirus installati se ne accorgano.
Se vi dovesse capitare una situazione del genere non restate inerti, ma denunciate il fatto all’autorità giudiziaria. I reati compiuti da SONY BMG si possono individuare con le stesse che vengono rivolte agli “hacker” e cioè danneggiamento informatico e diffusione di virus.
Sembra di essere tornati ai tempi del selvaggio “west” dove chiunque si faceva giustizia da solo.
Conclusioni: non acquistate CD con marchio SONY BMG, state attenti ad altri CD ma, nel contempo, non duplicate brani protetti dal diritto d’autore.
Uno di questi è la multinazionale “SONY BMG” che, per proteggere il proprio prodotto, ha inserito in una ventina di CD un “software” particolare con il compito di verificare che l’utente, cioè il cliente, non duplichi abusivamente i brani musicali protetti dal diritto d’autore. E fin qui non ci sarebbe nulla di grave. Però il “software” in questione s’installa nel PC del cliente, a sua insaputa, penetra nel sistema operativo diventandone una parte integrante. Se qualcuna pensa di rimuoverlo finisce col rovinare il sistema operativo stesso con le conseguenze che ognuno può immaginare.
Inoltre crea una situazione particolare per la quale si rende invisibile e, per questo, permette anche ad altri virus (“trojan”) di penetrare senza che gli antivirus installati se ne accorgano.
Se vi dovesse capitare una situazione del genere non restate inerti, ma denunciate il fatto all’autorità giudiziaria. I reati compiuti da SONY BMG si possono individuare con le stesse che vengono rivolte agli “hacker” e cioè danneggiamento informatico e diffusione di virus.
Sembra di essere tornati ai tempi del selvaggio “west” dove chiunque si faceva giustizia da solo.
Conclusioni: non acquistate CD con marchio SONY BMG, state attenti ad altri CD ma, nel contempo, non duplicate brani protetti dal diritto d’autore.
sabato 10 dicembre 2005
Dove vanno a finire i "masegni" delle calli di Venezia?
Da quando sono in corso, a Venezia, i lavori di innalzamento del suolo calpestabile abbiamo visto numerare e fotografare i “masegni”. Già da un po’ di tempo ci sono state voci di protesta che affermavano che le nostre pietre venivano sostituite con manufatti moderni, ma la ditta appaltatrice ha sempre smentito queste voci dichiarando, invece, che le sostituzioni erano relative solo alle pietre che si rompevano.
In questi giorni stanno rimettendo i “masegni” vicino a casa mia, nella zona di Rio Marin e, passandoci più volte al giorno, posso affermare di aver visto la numerazione, pietra per pietra, il loro accatastamento, con tanto di cartello esterno che precisava da dove erano state prelevate; ho notato invece che, nel momento della loro posa in loco, i “masegni” non sono più numerati e che numerose pietre “nuove”, belle lisce sopra e sotto, sono già pronte per essere posizionate.
Quindi mi unisco a tutti coloro che in questi ultimi anni hanno osservato le stesse cose e mi domando: “Dove vanno a finire le pietre che non vengono posizionate a Venezia?”
Ed ancora: “È possibile che se ne rompano così tante?”.
In questi giorni stanno rimettendo i “masegni” vicino a casa mia, nella zona di Rio Marin e, passandoci più volte al giorno, posso affermare di aver visto la numerazione, pietra per pietra, il loro accatastamento, con tanto di cartello esterno che precisava da dove erano state prelevate; ho notato invece che, nel momento della loro posa in loco, i “masegni” non sono più numerati e che numerose pietre “nuove”, belle lisce sopra e sotto, sono già pronte per essere posizionate.
Quindi mi unisco a tutti coloro che in questi ultimi anni hanno osservato le stesse cose e mi domando: “Dove vanno a finire le pietre che non vengono posizionate a Venezia?”
Ed ancora: “È possibile che se ne rompano così tante?”.
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