BUON 2013!
Di tutto un po'. In questo "blog" troverete "sfoghi" e pensieri, lettere inviate ai giornali e, forse, non pubblicate. Parlerò di Venezia, la mia Città, di quanto c'è di buono e di meno buono in essa, ma non mancheranno neppure argomenti di politica e di quello che capita nel mondo. Insomma ... un po' di tutto!!!
lunedì 31 dicembre 2012
venerdì 28 dicembre 2012
"Il mondo è fatto a scale: c'è chi scende e c'è chi sale".
"Il mondo è
fatto a scale: c'è chi scende e c'è chi sale".
Proverbio famoso quello del titolo! Ma cosa significa ai
giorni nostri? Niente di più di quello che significava ieri o cento anni fa.
Mi dà solo lo spunto per differenziare quello che un
personaggio va dicendo, o meglio blaterando (parlando a vanvera, ciarlando,
cianciando, sproloquiando e così via) sui termini salire e scendere.
Infatti quello che sproloquia (non faccio nomi, tanto
l'avete già individuato) va dicendo che "scendere
in campo" ha un significato "migliore",
più "glamour",cioè con più
fascino, charme, bellezza irresistibile (sarà?!?!?!),
ma anche più incanto (magia, sortilegio, fattura).
Chi scende vuol dire (ma
questo lo dice "lui") che viene dall'alto, quasi un re, od
ancor di più, un dio, che "bontà
sua", e solo "... per il
bene del popolo", si sacrifica a fare qualcosa per gli altri, per il
popolo. Ma tutte le lotte che ha fatto per riformare la giustizia erano per il
bene del popolo o "pro domo
sua"?
"Salire in
politica" è, sempre secondo "lui",
qualcosa d'inferiore, qualcosa che uno fa per "...
trovarsi un posto", per diventare qualcuno, qualcosa per arrivare in
alto partendo dal basso.
Insomma: chi scende è uno che si mette a disposizione per il
bene degli altri, mentre chi sale è uno che vuole arrivare in alto.
Teoria, quello dal ... "nostro"
(meglio del "vostro"), che
non sta né in cielo, né in terra! Ma
dove sta scritto che "lui"
ha fatto il bene per gli italiani? Non è sceso in campo per salvarsi con le sue
aziende conquistate soprattutto fregando gli altri? Basta ricordare la dimora
Casati-Stampa di Arcore rubata alla marchesina (era minorenne allora) tramite
un suo sodale di nome Previti; e poi tutto il resto.
Ma torniamo al salire ed allo scendere.
Etimologicamente, il termine scendere ha la radice "scen" (in sanscrito "skan") che significa appunto
scendere, ma anche cadere; la stessa radice è quella del termine "scandalo" (questo va proprio
a puntino!!!) ed ancora di "andare
in basso" (più basso di così!!!), "calare"
, ma anche "piegare all'altrui
volere".
Salire, invece, dal provenzale "salir"
o "sahlir" significa "zampillare"; ma anche "uscir fuori". In sanscrito "sarâmi" ha il significato di "vado", "scorro"; nel greco "àllomai"
troviamo ancora "zampillo",
"salto", "balzo". Infine, anche
figurato, il termine significa "andare
verso l'alto", "ascendere",
"aumentare" e ... "venire in grandezza!!!".
E poi, a salire si troveranno delle difficoltà, ma alla fine :
"Per aspera ad astra!"
Post scritto in rosso perché è il colore dei ...
comunisti!!! Mamma mia, sono dappertutto!!!
martedì 25 dicembre 2012
26 dicembre, .... giorno fortunato!
Domani, 26 dicembre, non usciranno i giornali ed anche quelli online saranno limitati.
Che fortuna!!! Speriamo così di non sentire le solite ca ... volate di B. !!!
venerdì 21 dicembre 2012
Ma crede che siamo tutti scemi?
Non sa più a cosa appigliarsi!!!
Arriva anche a ricordare alla Chiesa .... "quello che abbiamo fatto"!!!
Ma chi crede di abbindolare?
Ed ecco, quindi, la sintetica, ma precisa, risposta da parte dell'Avvenire (clicca qui)
martedì 18 dicembre 2012
Il "Pater noster" di Igor Strawinskij - Concerto del Coro Marmolada in Basilica dei Frari a Venezia
Il 16 dicembre il Coro Marmolada ha presentato il Concerto di Natale nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari cantando ai piedi della pala dell'Assunta di Tiziano, recentemente ripulita e, quindi, maggiormante apprezzata dal numeroso pubblico che ha assistito al concerto riscaldando, con i suoi applausi l'ambiente ed i coristi.
Fuori programma è stato presentato il "Pater noster" di Igor Strawinskij, nell'adattamento per coro a voci pari virili di Gianni Malatesta. Il canto, pur di un genere diverso dal restante repertorio del coro, è stato assimilato bene dai coristi che, diretti da Claudio Favret, hanno saputo interpretare quanto richiesto dallo stesso.
Di questa esecuzione si può seguirne la registrazione audio/video effettuato con la fotocamera digitale Canon IXUS 210.
mercoledì 12 dicembre 2012
Silvio, l'amico di Putin
Sto leggendo (sono arrivato ad un terzo) "Diario russo. 2003 - 2005" di Anna Politkovskaja, la giornalista assassinata nel 2006. Libro molto interessante, da leggersi con attenzione.
Quasi ad ogni pagina mi domando: "Ma come si fa a dichiararsi .... amici di Putin?"
lunedì 10 dicembre 2012
"Conducator" = DUCE!!!
«Per quanto mi riguarda ho alle mie spalle naturalmente, quasi
vent'anni di leadership, dieci anni di governo e poi una carriera
imprenditoriale che mi porta ad essere considerato dagli italiani un conducator
di cui fidarsi».
Queste sono parole rilasciate da colui che vuole ritornare a
fare il Presidente del Consiglio, istituzione "onorevole", ma lui non lo è nel senso letterale del termine
(vedi Corriere.it) .
Esaminando la frase, mi ha colpito la parola "conducator", un termine rumeno che stava ad
indicare chi era a capo di quello stato altre venti anni fa e che si chiamava
Ceausescu; era un dittatore e la parola (il rumeno è una lingua neolatina) ha
il significato di colui che conduce, termine che, in italiano, era .... DUCE!
mercoledì 5 dicembre 2012
E' uscito il numero di dicembre di "Marmoléda", il notiziario dell'Associazione Coro Marmolada di Venezia.
E' uscito il nuovo numero di "Marmoléda", il notiziario dell'Associazione Coro Marmolada di Venezia.
Per visualizzarlo e/o scaricarlo si indirizza al link del sito del Coro ed a quello del blog.
martedì 4 dicembre 2012
Ennesima bufala che gira, ormai da anni, in rete!
Ed oltre che al sottoscritto è stata inviata ad altri 250 che, a loro volta, la inoltreranno a chissà quanti.
Leggendo la lettera si trova menzionato come primo operatore telefonico Omnitel! Da quanti anni non si sente parlare di Omnitel???
Si tratta, ovviamente dell'ennesima bufala che potrebbe essere evitata, e, quindi, fermata la diffusione, di questa notizia.
Basta cercare su google con "TRUFFA SUI CELLULARI" e scoprire che è dal 2006 che gira in rete questa "favola"
domenica 2 dicembre 2012
I Concerti di Natale del Coro Marmolada di Venezia
I Concerti di Natale del Coro Marmolada di
Venezia
Ritorna, come ogni anno, la stagione concertistica di
Natale del Coro Marmolada di Venezia diretto da Claudio Favret. Quest'anno
saranno quattro gli eventi che il complesso corale veneziano proporrà al
pubblico delle città di acqua e di terra.
Gli incontri corali saranno anche l'occasione per
presentare il nuovissimo CD di Natale, nonché il libro che raccoglie i testi di
tutti i canti, ben 179, del repertorio del "Marmolada", dal 1949 ad
oggi, libro accompagnato da un DVD sonoro contenente tutte le tracce musicali, di ogni singola
parte, di tutti i canti. Infine, non mancheranno le "sorprese"
musicali del repertorio.
Il calendario degli eventi è il seguente:
·
domenica 9 dicembre, ore 16,30, presso la Chiesa
Parrocchiale di S.Lucia di Tarù di Zelarino
·
domenica 16 dicembre, ore 20,45, presso la Basilica di
S.Maria Gloriosa dei Frari a Venezia (*)
·
mercoledì 19 dicembre, ore 15,00, riservato agli
alunni della Sc. Elem. "A.Manzoni" di Venezia
·
sabato 22 dicembre, ore 20,45, presso la Chiesa di
S.Leopoldo Mandich a Favaro Veneto (*)
Info: 349-6798571 coro@coromarmolada.it www.coromarmolada.it
(*) a favore del "Progetto meninos -frei
Giorgio"
sabato 17 novembre 2012
Rifiuti tossici dal nord al sud
Vi invito a leggere
questo articolo (cliccate qui) nel quale viene riferita la protesta dei vescovi
di Aversa, Caserta, Capua, Acerra, Nola,
Pozzuoli e Napoli, chiamati i vescovi delle "terre dei fuochi" per i
continui roghi di rifiuti tossici portati lì dalla criminalità organizzata con
il placet di industriali del nord, cioè di quelle regioni ed enti locali diversi
che sarebbero amministrati saggiamente, a differenza delle regioni del sud.
Ma amministrare significa anche controllare, controllare
soprattutto il lavoro presso certe aziende (il "nero" prolifera
ovunque) ed anche controllare lo smaltimento dei rifiuti e non far finta di non
sapere.
Mi sorge spontanea una domanda che rivolgo ai cosiddetti "indipendentisti": "Dove manderete quei rifiuti una volta
che sarete "indipendenti"?
(ma indipendenti da chi?). Pensate a cose più serie!!!
Non vado oltre perché potrei trascendere.
sabato 10 novembre 2012
"Il canto degli italiani"
“Il canto degli italiani”
La recente legge che rende obbligatorio
l'insegnamento nelle scuole de "Il canto degli italiani"
ha nuovamente dato adito alle solite polemiche di str...ani personaggi che
siedono nel nostro Parlamento, personaggi che continuano a blaterare sul nostro
inno nazionale, più conosciuto come “Inno di Mameli” o “Fratelli
d’Italia”. Tanti parlano e danno giudizi (“sputano sentenze”)
senza, però, conoscere minimamente la storia di questo canto. Ma non solo
coloro che parlano troppo sono ignoranti; purtroppo anche molti italiani
ignorano la storia dell’inno e lo ascoltano solo in occasione delle partite
della nazionale di calcio.
Allora, in queste poche righe, cercherò di
riassumere brevemente i fatti e di esaminare il testo.
L’autore del testo fu, circa a metà
ottocento, il giovane studente e patriota genovese Goffredo Mameli nato
il 5 settembre 1827. Studente e poeta
precocissimo, di sentimenti liberali e repubblicani, aderì alle idee di Mazzini(1)
nel 1847, l'anno in cui partecipò attivamente alle grandi
manifestazioni genovesi per le riforme e scrisse “Il Canto degli
Italiani”.
Aveva solo vent’anni ed una formazione
classica con un forte richiamo alla romanità (2).
Dal 1847 la sua vita sarà dedicata
interamente, ma per soli due anni, alla causa italiana; fu a Milano, insorta
nel marzo del 1848 e, poi, in combattimento contro gli austriaci sul Mincio.
Tornato a Genova, collaborò con Garibaldi e da lì, nel novembre dello stesso
anno, giunse a Roma dove, il 9 febbraio 1849, fu proclamata la Repubblica. Qui
fu sempre in prima linea nella difesa della città assediata dai Francesi: il 3
giugno fu ferito accidentalmente dalla baionetta di un amico alla gamba
sinistra, amputata per la sopraggiunta cancrena; in seguito, a causa
dell’infezione, morì il 6 luglio 1849, alle sette e mezza del mattino, a soli
ventidue anni.
Il testo (3), oltre al richiamo degli ideali mazziniani e della
romanità (vedi note 1 e 2), evidenzia, nella seconda strofa, la speranza
dell’unificazione dell’Italia allora divisa in sette Stati, e, nella
successiva, i principali avvenimenti
della storia italiana ripercorrendo sette secoli di lotta contro il dominio
straniero (la battaglia di Legnano del 1176, l’episodio di Francesco
Ferrucci a Firenze nel 1530, i Vespri siciliani del 1282 e la rivolta popolare
di Genova del 1746 il cui simbolo fu la figura di “Balilla”).
La quinta strofa, infine, è un chiaro e
forte riferimento all’inizio del declino dell’impero asburgico e, proprio per questo motivo, fu censurata
dal governo piemontese.
Anche il compositore, Michele Novaro, è
genovese; nato il 23 ottobre 1818, studiò composizione e canto. Nel 1847 era a
Torino, con un contratto di secondo tenore e maestro dei cori dei Teatri Regio
e Carignano. Convinto liberale, offrì alla causa dell'indipendenza il suo
talento compositivo, musicando decine di canti patriottici e organizzando
spettacoli per la raccolta di fondi destinati alle imprese garibaldine.
A Torino, nel 1847, Novaro, che frequentava
gli ambienti liberali, in un incontro con amici dove si discuteva di politica e
si faceva musica, venne in possesso del testo di Mameli e, tornato a casa, in
una sera di metà novembre, lo musicò.
Il 10 dicembre 1847 l’inno fu suonato e
cantato per la prima volta a Genova in occasione del primo centenario della
scacciata degli austriaci da Genova; vi assistevano trentamila persone! Subito
divenne famoso e in ogni occasione, più o meno pacifica, era cantato in tutta
Italia: durante le “cinque giornate di Milano” gli insorti lo cantavano a
squarciagola. Anche Garibaldi lo intonò nell’impresa dei “Mille”.
L'immediatezza dei versi e l'impeto della
melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la
stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe
Verdi, nel suo “Inno delle Nazioni” del 1862, affidò proprio al “Canto
degli Italiani” - e non alla “Marcia Reale” - il compito
di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a “God Save the
Queen” e alla “Marsigliese”.
Dopo l’unità d’Italia, il canto fu molto
popolare, ma l’inno nazionale rimase la “Marcia reale”; sotto il
fascismo fu egualmente in voga, assieme ad altri canti risorgimentali, anche
se canti più prettamente fascisti, che pur non essendo degli inni
ufficiali, erano diffusi e pubblicizzati molto capillarmente.
Con l’avvento della Repubblica, pur non essendo
riconosciuto dalla Costituzione come il “tricolore”, il Consiglio dei ministri nel 12 ottobre 1946
deliberò all'uso dell'inno di Mameli come inno nazionale.
Musicalmente l’inno non è ritenuto eccelso,
anzi da molti viene classificato come “brutto” non considerando che negli inni
nazionali, anche in quelli d’altri stati, è preponderante il testo sulla musica
che, fondamentalmente, deve solo essere orecchiabile per favorire la
memorizzazione, e quindi la diffusione delle parole; per tali ragioni molti di
questi inni, in primis “Il canto degli italiani”, sono solo "marcette",
perciò il valore artistico e la qualità musicale sono elementi secondari.
Ma non tutti ritengono “brutto” quest’inno;
Roman Vlad, famoso musicista che ricoprì anche alte cariche in varie
istituzioni musicali italiane disse, fra l’altro: “… E poi non è vero che
sia poco orecchiabile o che sia così brutto come si dice. …”
NOTE
1 “Uniamoci, amiamoci, / l'Unione, e l'amore /
Rivelano ai Popoli / Le vie del Signore / …”. Mazziniano e repubblicano, il Mameli
traduce, in questi versi della terza strofa, il disegno politico del
fondatore della “Giovane Italia” e della “Giovane Europa”.
2 Nel testo della prima strofa viene
richiamata la “Vittoria”, con la “V” maiuscola, perché il riferimento è alla
dea Vittoria che, per volere degli dei, divenne schiava di Roma.
Anche il verso del ritornello “stringiamoci a coorte” richiama quest’idea,
essendo la coorte la decima parte della legione romana.
3 Fratelli d'Italia / L'Italia s'è desta, /
Dell'elmo di Scipio / S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria? / Le porga la chioma, / Ché schiava di Roma / Iddio la creò.
Stringiamci a coorte / Siam pronti alla morte / L'Italia chiamò.
Dov'è la Vittoria? / Le porga la chioma, / Ché schiava di Roma / Iddio la creò.
Stringiamci a coorte / Siam pronti alla morte / L'Italia chiamò.
Noi siamo da secoli / Calpesti, derisi, /
Perché non siam popolo, / Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica / Bandiera, una speme: / Di fonderci insieme / Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte / ….
Raccolgaci un'unica / Bandiera, una speme: / Di fonderci insieme / Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte / ….
Uniamoci, amiamoci, / l'Unione, e l'amore /
Rivelano ai Popoli / Le vie
del Signore;
Giuriamo far libero / Il suolo natìo: / Uniti per Dio / Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte / …
Giuriamo far libero / Il suolo natìo: / Uniti per Dio / Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte / …
Dall'Alpi a Sicilia / Dovunque è Legnano, / Ogn'uom di
Ferruccio / Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia / Si chiaman Balilla, / Il suon d'ogni squilla / I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte / …
I bimbi d'Italia / Si chiaman Balilla, / Il suon d'ogni squilla / I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte / …
Son giunchi che piegano / Le spade vendute:
/ Già l'Aquila d'Austria / Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia, / Il sangue Polacco, / Bevé, col cosacco, / Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte / …
Il sangue d'Italia, / Il sangue Polacco, / Bevé, col cosacco, / Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte / …
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