«Fratelli carissimi questo che noi
vediamo dipinto dal nostro grande concittadino, il devoto Tiziano, è uno dei
grandi miracoli del Signore. Con l’assunzione in cielo della sua santa madre
noi miriamo qui gli apostoli, uomini grandi, semplici, potenti, scelti da Gesù
fra i pescatori. Ed ecco, voi li vedete appena si è mosso il turbine
meraviglioso, che sono tutti in piedi, con le braccia levate al cielo e par che
gridino: “Oh, Maria, madre nostra, perché ci lasci?” E mentre la Vergine sale
in cielo a incontrare il figlio martire, per la redenzione dei nostri peccati,
gli apostoli orfani piangono e implorano… ».
Con queste parole Fra Germano da Casale, Padre Guardiano e committente, per
conto dell’ordine dei Francescani, presentava al popolo veneziano, il 18 marzo
1518, la pala d’altare dell’ ASSUNTA, che Tiziano Vecellio, appena
ventiseienne, dipinse in due anni; era la sua prima importante opera pubblica
che, come raccontano le cronache di allora, sconvolse il pubblico veneziano,
abituato ad una pittura più statica e fredda.
Questa pala ha indubbiamente decretato il successo di Tiziano a Venezia.
Secondo fonti attendibili, alla scopertura della tela avrebbe assistito un
emissario dell'imperatore Carlo V, il quale intimò ad un frate di volerlo
acquistare nel caso essi non fossero stati soddisfatti dell'opera. Al
contrario, l'acclamazione popolare, proprio il giorno dell’inaugurazione,
costrinse anche i frati più scettici nei confronti del talento dell'artista, ad
ammettere la sua bravura.
Nella sua struttura la pala appare divisa in tre fasce: in basso, come venne
evidenziato dal padre Guardiano, il gruppo degli Apostoli meravigliati, tutti
protesi verso l'alto in vari atteggiamenti.
San Pietro, colto dal fatto miracoloso, s’inginocchia, ma resta con le mani e
la testa rivolti verso l’alto; alla sua destra San Giovanni, con la mano
sinistra sul petto, è in contemplazione; Sant’Andrea, vestito di rosso, è
proteso verso il cielo, mentre dietro a San Pietro, Paolo rassicura il sempre
dubbioso Tommaso e gli addita Maria.
Gli altri, tutti in una contemplazione quasi di meraviglia e di stupore, sembra
proprio che dicano “ … prega per noi peccatori”. Al centro la Vergine, con lo
sguardo verso l'alto, sale lentamente al cielo e schiere di angeli le vengono
incontro suonando e cantando la gloria di Dio.
C'é un grande movimento attorno a lei, che veste i colori dell'iconografia
classica: rosso, per indicare la piena umanità e azzurro, per indicare la
divinità, il colore dell'infinito, della spiritualità, di ciò che va oltre
l'umano.
È il movimento la caratteristica, nuova per allora, che fece apparire l’
ASSUNTA, illuminata dalle torce, in tutto il suo splendore tanto che vi furono
esclamazioni del tipo “Magnifico!”, “Gran fatto!”, “Par
proprio vero!”.
Non fu un quadro semplice da dipingere, vuoi per le misure (cm.680 x 360), vuoi
per l’illuminazione, che veniva, e viene, dal retro, alla quale sarebbe stato
esposto.
Si conosce anche il “marangon”, il “barba Fighi”, che preparò la
tavola con ben ventuno assi orizzontali, evidentemente di legno buono e ben
stagionato, visto che dopo cinquecento anni, pur con i vari restauri, si può
ammirare la pala in tutta la sua magnificenza.