Chi segue questo blog sarà informato (e se non lo è lo apprenderà adesso) che, assieme ad altri, seguo l'organizzazione di eventi culturali presso la sala della Scoléta dei Calegheri, sede della Biblioteca Civica di San Tomà, ovviamente a Venezia.
Gli eventi che organizziamo, due alla settimana, interessano diversi argomenti: si va, infatti, dalle presentazioni di libri, alle conferenze su Venezia vista da tutte le angolazioni (arte, storia, barche, architettura, ecc.), da incontri sul pensiero filosofico a conferenze su argomenti storici, da appuntamenti con determinate ricorrenze (es. la giornata della memoria) ad appuntamenti cadenzati, uno al mese, che ci vengono richiesti da alcune associazioni (A.N.P.I., UAAR, Ass.Italo-Russa), da incontri "didattico-esplicativi" sul mondo dell'informatica alla musica.
Insomma, come il titolo di questo blog, ... un po' di tutto.
Dico subito che non è un lavoro ma un "esercizio di volontariato"; nessuno mi ha chiesto di farlo e, se lo faccio, è solo perché mi piace e perché lo ritengo utile per la cittadinanza, almeno quella che partecipa.
La sala in questione può ospitare fino a cinquanta persone, ma, in anni che la frequento, non l'ho mai vista piena e quali siano le cause ognuno ha le sue idee. La mia convinzione è che, in primo luogo, iniziative di questo genere a Venezia (nella stessa ora e nello stesso giorno) siano molteplici, direi numerose e, quindi, il pubblico si divide fra le varie iniziative. C'è chi ha fatto degli studi sulla produzione culturale a Venezia ed i risultati dimostrano che la stessa, soprattutto nella città d'acqua, è abbondante. Io sottolinerei che sì è abbondante, ma che, comunque, la cultura non è mai troppa.
Un'altra causa della poca affluenza (ma non sempre) a queste iniziative è l'indolenza dei veneziani che, precisiamo, mediamente hanno ... una"certa età". Inoltre in questa città mancano i giovani o, ma qui si entra in un altro campo assolutamente non di mia competenza, gli stessi hanno altri interessi.
Descritta questa situazione, vorrei confrontarla con un'altra che ho potuto constatare ieri sera in una località vicina a Venezia, a Scaltenigo, una frazione del comune di Mirano.
L'occasione era una conferenza dal titolo "La polenta e la croce" l'argomento della quale era la storia delle emigrazioni dei veneti in Sud-America e dei missionari che avevano seguito quei disperati e che, rimasti lì, con le loro organizzazioni ora seguono i più poveri che vivono emarginati nelle "favelas".
Assieme ad un missionario in Brasile e ad un amico che ha scritto un libro in parte autobiografico, ma che evidenzia la storia dei contadini veneti della zona che alimentarono i flussi migratori, io partecipavo per accompagnare la conferenza con immagini e storie da me raccolte nei viaggi in Brasile presso le comunità di discendenti degli emigranti di fine '800 e del '900.
La frazione conta circa 2.800 abitanti, quindi molti di meno rispetto al centro storico di Venezia, eppure la sala del patronato -forse l'unico luogo di aggregazione- era piena ed io ho valutato la presenza di oltre cinquanta persone, in gran parte giovani.
Sinceramente sono rimasto sorpreso, piacevolmente sorpreso, perché, viste le mie esperienze in città, mi aspettavo la presenza di non molte persone.
Forse il fatto che il missionario sia originario di questa località è uno dei motivi della notevole affluenza, ma non credo che solo questa sia la causa. Senz'altro nelle piccole comunità, dove non capita di avere ogni giorno eventi del genere, è più facile la partecipazione, anche per pura curiosità.
Ma non so se questi pareri da me espressi siano quelle più corretti o se, invece, ve ne siano altri che non ho saputo e non so trovare.
Comunque è stata un bella serata e ciò l'ho potuto constatare dai commenti e dai complimenti ricevuti.
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