Domani, 26 gennaio, ricorre il 69° anniversario della battaglia di Nikolajewka e, quindi, con l'articolo scritto qualche anno fa per il notiziario del mio coro, desidero ricordare questo avvenimento, anche e soprattutto perché non si dimentichi.
Le voci di Nikolajewka
di Sergio Piovesan
Verso la fine degli anni ’60, all’apparire nel mondo corale di Bepi De Marzi, anche il Coro Marmolada, fra i primi, volle sperimentare la nuova coralità che esprimeva quest’autore che rappresentava, in quel momento, la novità, e quindi lo svecchiamento, nel nostro modo di cantare.
Ed ecco, allora, dopo il più famoso Signore delle cime ed altre, il gruppo di “poesie in musica” ispirate all’epopea alpina della seconda guerra mondiale: Il Golico (campagna di Grecia), L’ultima notte, Joska e Le voci di Nikolajewka (campagna di Russia); le ultime tre trovarono sollecitazione dal libro di Giulio Bedeschi “Centomila gavette di ghiaccio”, uscito proprio in quegli anni, che portava a conoscenza del grande pubblico le vicende ed i drammi umani degli alpini a seguito della sciagurata avventura bellica voluta dal governo fascista di allora.
Nikolajewka è la località spersa nella vasta pianura russa, dove scorre il fiume Don, divenuta famosa per la battaglia disperata ingaggiata dagli uomini della “Tridentina”, unitamente a quelli d’altre unità combattenti alpine, per uscire dall’accerchiamento che l’esercito sovietico aveva creato attorno a queste truppe e ad altri quarantamila sbandati sia dell’armata italiana sia delle forze alleate (tedeschi, ungheresi e rumeni).
Il 26 gennaio 1943, con 30° gradi sotto zero, dopo giorni di ritirata sempre incalzati dalle truppe e dai partigiani russi, con equipaggiamento “standard”, cioè che andava bene sia in Africa sia in Russia, e con armi inadeguate (arma individuale era il moschetto mod.1891), gli alpini, quasi con un atto disperato, urlando e brandendo i fucili a mo’ di clava dopo aver terminato le munizioni, incitati del loro comandante, il generale Riverberi, che dall’alto di un carro armato tedesco, a più riprese, urlava “Avanti Tridentina!”, riuscirono a rompere l’accerchiamento prendendo di sorpresa i russi che rimasero sbigottiti di tanta irruenza.
Ma la vittoria non fu incruenta! Gli alpini, che già erano stati decimati nelle settimane precedenti dal meglio equipaggiato ed armato esercito sovietico, ma, soprattutto, dal grande gelo dell’inverno russo, lasciarono migliaia di morti e di feriti sulla neve della piana di Nikolajewka che precedeva il terrapieno della ferrovia oltre la quale si apriva la via del ritorno a casa.
Le voci di Nokolajewka non contiene un testo, ma solo una parola, Nikolajewka, che scandisce la musica di questo canto con una melodia minimamente ispirata alla musica popolare russa, una melodia che, sembrando provenire da lontano, ricorda dapprima il miraggio della salvezza che per molti, invece, termina con le urla di chi è senza speranza; sono quindi le voci della disperazione che ci vogliono ricordare quanto la guerra sia crudele, brutale e disumana, qualsiasi guerra, anche quella che oggi è considerata “giusta”. Non esistono guerre di questo tipo! Fu, quella che terminò oltre 60 anni fa, una guerra che sconvolse il mondo e che procurò immani sofferenze ai soldati, alle popolazioni civili ed alle comunità ebraiche.
5 commenti:
Come sempre sei favoloso e toccante oltre ad evidenziare la stupidità della guerra e chi la promuove mi hai ricordato il nostro coro e quanto impegno mettevamo in questa canta asieme al nostro maestro Lucio canta che ci toccava come Joska tutti noi grazie di cuore Sergio Gianni Farinati
Come ho già scritto nell'ultimo notiziario del Coro,"Nicolajewka" é per me un insieme di ricordi e di emozioni che mi portano a "vedere" le immagini descritte dalle parole e dalle note di quelle bellissime cante."Madonna", che non ho il piacere di conoscere, dice bene:é doveroso RICORDARE (e tu lo fai) quanto sia stupida la guerra.
http://ilsilenziodeisentimenti.blogspot.com/
Sono approdato qui.
Sergio, nel girare sul tuo blog, sono capitato su questo post. Il Coro Marmolada ed il Coro Serenissima li conosco benissimo e, del resto, ho molti loro dischi. Il mio problema è che quando ascolto "Signore delle cime" mi viene da piangere perché ho perduto un amico sulla ferrata del Civetta. Per quanto riguarda la guerra in Russia e conseguente ritirata ho letto e riletto i libri di Bedeschi. Io sono contro tutte le guerre, quelle di conquista, di religione od etniche. Un altro saluto.
@Elio: se conosci il Coro Marmolada, allora devi conoscere anche me che nel "Marmolada" canto da 47 anni!!! Un po' tanti! poi da 29 anni ne sono il presentatore.
Saluti
Sergio
Posta un commento